Le valutazioni forensi circa la sanità mentale risultano essere tra le più complesse eseguite per i tribunali. Le difficoltà in queste valutazioni trovano una chiara spiegazione nel fatto che molto quadri clinici non sono ben delimitati, ma appaiono complessi e stratificati, rendendo difficile il compito decisorio, tanto che, servendosi di euristiche e “scorciatoie”, un perito potrebbe abdicare al criterio della causalità diretta ed esclusiva tra psicopatologia e fatto-reato. Nel presente elaborato verranno analizzate le differenze a livello interindividuale circa la percentuale di imputabilità attribuita a determinati disturbi e psicopatologie. Per fare questo, sono stati utilizzati gli scenari forensi impiegati per validare lo strumento DIASS, rappresentanti casi di “folli-rei”, quindi persone imputate per un determinato fatto-reato affette da disturbi mentali, al fine di studiare le differenze tra i partecipanti nell’assegnare alle diverse psicopatologie il “grado” di capacità di intendere e di volere e, di conseguenza, di imputabilità. Particolare enfasi verrà posta sull’analisi dei fattori che possono determinare eterogeneità fra le risposte, quali la professione svolta dal partecipante e la psicopatologia o il disturbo da cui l’imputato è affetto. L’obiettivo ultimo, quindi, sarà quello di analizzare se, effettivamente, durante il processo decisorio in tribunale vengono rispettati quei criteri di oggettività che risultano imprescindibili per garantire equa giustizia, o se al contrario ancora oggi troppi bias influenzano la presa di decisione, rappresentando un evidente problema a causa delle conseguenze importantissime sia per la collettività che per l’imputato stesso.

L'imputabilità: una quantificazione probabilistica di termini clinici inseriti in reali casi forensi

BELLETICH, CAMILLA
2021/2022

Abstract

Le valutazioni forensi circa la sanità mentale risultano essere tra le più complesse eseguite per i tribunali. Le difficoltà in queste valutazioni trovano una chiara spiegazione nel fatto che molto quadri clinici non sono ben delimitati, ma appaiono complessi e stratificati, rendendo difficile il compito decisorio, tanto che, servendosi di euristiche e “scorciatoie”, un perito potrebbe abdicare al criterio della causalità diretta ed esclusiva tra psicopatologia e fatto-reato. Nel presente elaborato verranno analizzate le differenze a livello interindividuale circa la percentuale di imputabilità attribuita a determinati disturbi e psicopatologie. Per fare questo, sono stati utilizzati gli scenari forensi impiegati per validare lo strumento DIASS, rappresentanti casi di “folli-rei”, quindi persone imputate per un determinato fatto-reato affette da disturbi mentali, al fine di studiare le differenze tra i partecipanti nell’assegnare alle diverse psicopatologie il “grado” di capacità di intendere e di volere e, di conseguenza, di imputabilità. Particolare enfasi verrà posta sull’analisi dei fattori che possono determinare eterogeneità fra le risposte, quali la professione svolta dal partecipante e la psicopatologia o il disturbo da cui l’imputato è affetto. L’obiettivo ultimo, quindi, sarà quello di analizzare se, effettivamente, durante il processo decisorio in tribunale vengono rispettati quei criteri di oggettività che risultano imprescindibili per garantire equa giustizia, o se al contrario ancora oggi troppi bias influenzano la presa di decisione, rappresentando un evidente problema a causa delle conseguenze importantissime sia per la collettività che per l’imputato stesso.
2021
Imputability: a probabilistic quantification of clinical terms inserted in real forensic cases
imputabilità
reali casi forensi
quantificazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/31137