Il lavoro realizzato assolve il compito di presentare la tematica particolarmente attuale del social banking e, in parte, delle banche etiche che rappresentano una sotto-categoria degli istituti di credito sociali. L’obiettivo è quello di creare nel lettore ordine riguardo ad una questione tanto rilevante, quanto ancora troppo poco chiara ed accurata a causa dell’assenza di principi standardizzati. Ormai è un dato di fatto che la società abbia sempre più bisogno di attenzione e supporto e, in questo contesto, si va sempre più espandendo il fenomeno del social banking. Analizzando la letteratura internazionale, non si perviene a una soluzione concorde né a una definizione completa ed esaustiva, ma senza dubbio si mettono in evidenza le sostanziali differenze che esistono tra banche sociali e tradizionali. Le banche sociali, infatti, da un lato, come quelle convenzionali, si concentrano sul profitto, ma al tempo stesso sono anche particolarmente attente alla comunità e alla tutela dell’ambiente. L’obiettivo è quello di contribuire al benessere collettivo e di indirizzare i fondi da investitori socialmente orientati a beneficiari giustamente motivati. All’interno della finanza sociale, redditività, rischio e contributo sociale devono essere in equilibrio, occorre tenere in considerazione tutti i portatori d’interesse ed è necessaria la presenza di un efficace screening finanziario-sociale. Inoltre, le social banks si affidano a sistemi di rating etico che forniscono una valutazione qualitativa che va oltre ai meri parametri finanziari. L’intenzione è quella di superare i modelli statistici di cui si servono le agenzie di valutazione tradizionali, non più adatti a riprodurre in modo esatto la realtà dei mercati, che si evolve ininterrottamente e che ha sempre più variabili extra-economiche. Nonostante non vi siano ancora standard riconosciuti a livello internazionale per stabilire in modo oggettivo i criteri alla base della qualificazione di banca sociale e del sistema di rating etico, si riconoscono, in particolare negli ultimi anni, dei notevoli passi in avanti rappresentati nello specifico dalla tassonomia ambientale e sociale a cui sta lavorando la Commissione Europea. Nel frattempo però, meccanismi e strumenti che integrano i prodotti e servizi bancari convenzionali con una forte impronta sociale, ambientale o etica (come il microcredito o i finanziamenti sotto forma di green e social bond, social housing o mutui verdi) rappresentano certamente un efficace stimolo per mettere in moto un circolo virtuoso che, partendo dagli istituti di credito e procedendo attraverso le imprese, indirizzi ciascun attore della realtà finanziaria a cooperare con l’obiettivo finale di creare un’economia reale che sia sostenibile nel lungo periodo. All’interno della realtà del social banking, emergono in particolar modo le banche etiche. Sebbene a livello europeo non esista ancora un preciso quadro normativo relativo alle banche alternative, il legislatore italiano si è mostrato particolarmente interessato ai progressi in tema di finanza etica e sostenibile e ha consentito alla finanza etica di ottenere una prima individuazione legislativa. Nel territorio dello Stato esiste una sola banca realmente definibile etica; nonostante ciò, sono numerosi gli istituti di credito particolarmente attivi nell’ambito del sociale. Questi gruppi finanziari tentano sempre più di introdurre le tematiche ESG (Environmental, Social, Governance) all’interno della loro mission e operatività attraverso l’impegno a finanziare attività, aziende ed iniziative che siano conformi a parametri eco-sostenibili.

RESPONSABILITÁ SOCIALE ED ETICA NEL SETTORE BANCARIO. IL CASO ITALIANO

STRIZZOLO, PAOLA
2021/2022

Abstract

Il lavoro realizzato assolve il compito di presentare la tematica particolarmente attuale del social banking e, in parte, delle banche etiche che rappresentano una sotto-categoria degli istituti di credito sociali. L’obiettivo è quello di creare nel lettore ordine riguardo ad una questione tanto rilevante, quanto ancora troppo poco chiara ed accurata a causa dell’assenza di principi standardizzati. Ormai è un dato di fatto che la società abbia sempre più bisogno di attenzione e supporto e, in questo contesto, si va sempre più espandendo il fenomeno del social banking. Analizzando la letteratura internazionale, non si perviene a una soluzione concorde né a una definizione completa ed esaustiva, ma senza dubbio si mettono in evidenza le sostanziali differenze che esistono tra banche sociali e tradizionali. Le banche sociali, infatti, da un lato, come quelle convenzionali, si concentrano sul profitto, ma al tempo stesso sono anche particolarmente attente alla comunità e alla tutela dell’ambiente. L’obiettivo è quello di contribuire al benessere collettivo e di indirizzare i fondi da investitori socialmente orientati a beneficiari giustamente motivati. All’interno della finanza sociale, redditività, rischio e contributo sociale devono essere in equilibrio, occorre tenere in considerazione tutti i portatori d’interesse ed è necessaria la presenza di un efficace screening finanziario-sociale. Inoltre, le social banks si affidano a sistemi di rating etico che forniscono una valutazione qualitativa che va oltre ai meri parametri finanziari. L’intenzione è quella di superare i modelli statistici di cui si servono le agenzie di valutazione tradizionali, non più adatti a riprodurre in modo esatto la realtà dei mercati, che si evolve ininterrottamente e che ha sempre più variabili extra-economiche. Nonostante non vi siano ancora standard riconosciuti a livello internazionale per stabilire in modo oggettivo i criteri alla base della qualificazione di banca sociale e del sistema di rating etico, si riconoscono, in particolare negli ultimi anni, dei notevoli passi in avanti rappresentati nello specifico dalla tassonomia ambientale e sociale a cui sta lavorando la Commissione Europea. Nel frattempo però, meccanismi e strumenti che integrano i prodotti e servizi bancari convenzionali con una forte impronta sociale, ambientale o etica (come il microcredito o i finanziamenti sotto forma di green e social bond, social housing o mutui verdi) rappresentano certamente un efficace stimolo per mettere in moto un circolo virtuoso che, partendo dagli istituti di credito e procedendo attraverso le imprese, indirizzi ciascun attore della realtà finanziaria a cooperare con l’obiettivo finale di creare un’economia reale che sia sostenibile nel lungo periodo. All’interno della realtà del social banking, emergono in particolar modo le banche etiche. Sebbene a livello europeo non esista ancora un preciso quadro normativo relativo alle banche alternative, il legislatore italiano si è mostrato particolarmente interessato ai progressi in tema di finanza etica e sostenibile e ha consentito alla finanza etica di ottenere una prima individuazione legislativa. Nel territorio dello Stato esiste una sola banca realmente definibile etica; nonostante ciò, sono numerosi gli istituti di credito particolarmente attivi nell’ambito del sociale. Questi gruppi finanziari tentano sempre più di introdurre le tematiche ESG (Environmental, Social, Governance) all’interno della loro mission e operatività attraverso l’impegno a finanziare attività, aziende ed iniziative che siano conformi a parametri eco-sostenibili.
2021
SOCIAL AND ETHICAL RESPONSIBILITY IN THE BANKING SECTOR. THE ITALIAN CASE
Social banking
Finanza etica
Rating etico
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