Questa ricerca nasce dalla volontà di valutare l’intelligenza numerica nei bambini in età prescolare. È stata fatta una raccolta dati attraverso la somministrazione delle nuove prove BIN ad un campione di bambini frequentanti la scuola dell’infanzia per verificare la funzionalità della nuova scala BIN e per validare questo test, inoltre i dati raccolti sono stati analizzati per indagare le competenze numeriche dei bambini in età prescolare. Per quanto riguarda l’analisi dei risultati è stato fatto un confronto, per ogni prova, tra i risultati dei bambini “piccoli”, “medi” e “grandi” (cioè frequentanti, rispettivamente, il primo, secondo e terzo anno della scuola dell’infanzia). Inoltre i risultati di essi sono anche stati analizzati utilizzando dei criteri indicanti le competenze che i bambini dovrebbero possedere all’ultimo anno della scuola dell’infanzia. Questi criteri sono stati ricavati dalle Linee guida per la predisposizione dei protocolli regionali per le attività di individuazione precoce dei casi sospetti di DSA, in particolare da uno degli strumenti approvati dalla Regione Veneto per rilevare le eventuali atipie di apprendimento nei bambini dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia. L’analisi fatta sul raggiungimento dei criteri ha avuto lo scopo di capire quanto le varie competenze numeriche sono effettivamente presenti nei bambini dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia e se esse sono già possedute dai bambini dei primi due anni. Nello specifico, nel primo capitolo della tesi saranno spiegate le varie teorie storiche riguardanti l’intelligenza numerica. Verranno citate le ricerche di Piaget (1964) secondo cui l’intelligenza numerica non è una capacità innata; per poi proseguire con gli studi, fatti a partire dagli anni Ottanta, che superano quest’idea dimostrando al contrario che l’intelligenza numerica è innata. Si passerà poi alla descrizione di come si sviluppano le abilità di conteggio citando le tre principali teorie: Gelman e Gallistel (1978); Fuson (1991); Steffe, Cobb e von Glasersfeld (1988). Infine si concluderà la parte teorica con l’analisi di come i bambini imparano a leggere e a scrivere i numeri citando il modello evolutivo stadiale di Frith (1985), gli studi di Bialystock (1992) sullo sviluppo della comprensione simbolica dei numeri, e quelli di Hughes (1987) su come il bambino in età prescolare esprime graficamente le quantità. Nel secondo capitolo si spiegheranno nel dettaglio le nuove prove BIN e nel terzo e quarto verranno analizzati i risultati conseguiti dai bambini. Infine nelle conclusioni verrà descritto ciò che è emerso dalla ricerca. In particolare in queste ultime si parlerà di come la scala BIN si è dimostrata molto utile per rilevare le competenze numeriche dei bambini in età prescolare. Le prove che la compongono possono quindi essere, per le insegnanti, un efficace strumento per capire quanto le varie competenze numeriche sono presenti nei bambini della loro sezione, in modo da individuare chi presenta scarse competenze rispetto alla media e aiutarlo a potenziarle attraverso attività mirate. Per quanto riguarda l’analisi dei risultati dei bambini nelle BIN, si concluderà che le competenze numeriche sembrano svilupparsi con l’aumentare dell’età, in generale i bambini “grandi” sembrano essere quelli che le possiedono maggiormente anche se non tutti hanno dimostrato di raggiungere i criteri indicanti le competenze che si dovrebbero possedere all’ultimo anno della scuola dell’infanzia, per questo sarebbe opportuno svolgere a scuola delle attività di potenziamento delle varie competenze numeriche in modo da creare condizioni favorevoli affinché tutti possano acquisirle.

La valutazione dell'intelligenza numerica alla scuola dell'infanzia

BONIN, ELEONORA
2021/2022

Abstract

Questa ricerca nasce dalla volontà di valutare l’intelligenza numerica nei bambini in età prescolare. È stata fatta una raccolta dati attraverso la somministrazione delle nuove prove BIN ad un campione di bambini frequentanti la scuola dell’infanzia per verificare la funzionalità della nuova scala BIN e per validare questo test, inoltre i dati raccolti sono stati analizzati per indagare le competenze numeriche dei bambini in età prescolare. Per quanto riguarda l’analisi dei risultati è stato fatto un confronto, per ogni prova, tra i risultati dei bambini “piccoli”, “medi” e “grandi” (cioè frequentanti, rispettivamente, il primo, secondo e terzo anno della scuola dell’infanzia). Inoltre i risultati di essi sono anche stati analizzati utilizzando dei criteri indicanti le competenze che i bambini dovrebbero possedere all’ultimo anno della scuola dell’infanzia. Questi criteri sono stati ricavati dalle Linee guida per la predisposizione dei protocolli regionali per le attività di individuazione precoce dei casi sospetti di DSA, in particolare da uno degli strumenti approvati dalla Regione Veneto per rilevare le eventuali atipie di apprendimento nei bambini dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia. L’analisi fatta sul raggiungimento dei criteri ha avuto lo scopo di capire quanto le varie competenze numeriche sono effettivamente presenti nei bambini dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia e se esse sono già possedute dai bambini dei primi due anni. Nello specifico, nel primo capitolo della tesi saranno spiegate le varie teorie storiche riguardanti l’intelligenza numerica. Verranno citate le ricerche di Piaget (1964) secondo cui l’intelligenza numerica non è una capacità innata; per poi proseguire con gli studi, fatti a partire dagli anni Ottanta, che superano quest’idea dimostrando al contrario che l’intelligenza numerica è innata. Si passerà poi alla descrizione di come si sviluppano le abilità di conteggio citando le tre principali teorie: Gelman e Gallistel (1978); Fuson (1991); Steffe, Cobb e von Glasersfeld (1988). Infine si concluderà la parte teorica con l’analisi di come i bambini imparano a leggere e a scrivere i numeri citando il modello evolutivo stadiale di Frith (1985), gli studi di Bialystock (1992) sullo sviluppo della comprensione simbolica dei numeri, e quelli di Hughes (1987) su come il bambino in età prescolare esprime graficamente le quantità. Nel secondo capitolo si spiegheranno nel dettaglio le nuove prove BIN e nel terzo e quarto verranno analizzati i risultati conseguiti dai bambini. Infine nelle conclusioni verrà descritto ciò che è emerso dalla ricerca. In particolare in queste ultime si parlerà di come la scala BIN si è dimostrata molto utile per rilevare le competenze numeriche dei bambini in età prescolare. Le prove che la compongono possono quindi essere, per le insegnanti, un efficace strumento per capire quanto le varie competenze numeriche sono presenti nei bambini della loro sezione, in modo da individuare chi presenta scarse competenze rispetto alla media e aiutarlo a potenziarle attraverso attività mirate. Per quanto riguarda l’analisi dei risultati dei bambini nelle BIN, si concluderà che le competenze numeriche sembrano svilupparsi con l’aumentare dell’età, in generale i bambini “grandi” sembrano essere quelli che le possiedono maggiormente anche se non tutti hanno dimostrato di raggiungere i criteri indicanti le competenze che si dovrebbero possedere all’ultimo anno della scuola dell’infanzia, per questo sarebbe opportuno svolgere a scuola delle attività di potenziamento delle varie competenze numeriche in modo da creare condizioni favorevoli affinché tutti possano acquisirle.
2021
The assessment of numerical skills in preschool children
Intelligenza
Numero
Infanzia
BIN
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/31513