Il percorso di ricerca presentato è svolto in una classe quinta primaria e si propone di mettere in luce come l’uso della metodologia del dibattito regolamentato possa sviluppare negli allievi la capacità di ascoltare le opinioni altrui e di rispettare coloro che le esprimono. Tali traguardi fanno capo alla più nobile e civile competenza dell’uomo: la capacità di dialogare in modo costruttivo. La pratica del dibattito, metodologia che implica la discussione critica volta a risolvere un conflitto di opinioni, può essere ritenuta un utile strumento di educazione al senso critico e alla democrazia da utilizzare nella scuola, anche primaria. Le Indicazioni Nazionali per il curricolo del 2012 riportano nel profilo delle competenze da raggiungere al termine del primo ciclo d’istruzione che lo studente “orienta le proprie scelte in modo consapevole, rispetta le regole condivise, collabora con gli altri per la costruzione del bene comune esprimendo le proprie personali opinioni” (p.16), e deve “cogliere in una discussione le posizioni espresse dai compagni ed esprimere la propria opinione su un argomento in modo chiaro e pertinente” (p.41). Nel dibattito il docente chiede spesso agli studenti di adottare un punto di vista contrario a quello che spontaneamente avrebbero assunto e questo consente agli alunni di andare in profondità dell’argomento, analizzandone sia gli aspetti pro sia quelli contro, dando loro la possibilità di “mettersi nei panni dell’altro”: tale attività allena la persona a decentrarsi, a ricercare e a tollerare opinioni diverse dalla propria. L’interrogativo di ricerca formulato è stato perciò il seguente: introdurre la pratica del dibattito regolamentato nella scuola primaria può essere una metodologia efficace per sviluppare negli allievi la capacità di rispettare le opinioni altrui e coloro che le esprimono? La ricerca, dunque, si è posta come obiettivo l’accrescimento del rispetto e dell’empatia degli alunni in presenza di più punti di vista. Le fonti a sostegno della ricerca fanno capo alle radici di cultura classica, in cui l’uso del dibattito come metodo educativo può essere riscontrato già nel 335 a. C. nel Liceo, il giardino nel quale Aristotele iniziò a far scuola, e successivamente nella disputatio medievale. Oggi la metodologia del dibattito è un approccio metodologico presente anche presso l’Università di Padova: dal 2006 ha preso il via il progetto “Palestra di botta e risposta” realizzato dal prof. Adelino Cattani. Successivamente, nel 2016, il Movimento “Avanguardie Educative” indotto dall’INDIRE ha inserito il dibattito tra le idee che mirano a rivoluzionare l’organizzazione del fare scuola. Il percorso di ricerca proposto è di tipo empirico: all’interno del contesto-classe abituale di una quinta primaria verrà introdotta la metodologia del dibattito regolamentato. I dati ottenuti al termine della ricerca hanno avvalorato l’ipotesi inizialmente affermata; durante le attività svolte nel gruppo di intervento ho inoltre percepito come, l’uso della metodologia del dibattito, sia stata in grado di sviluppare la motivazione ad apprendere: gli alunni erano entusiasti e partecipativi durante gli incontri, confermandomi più volte di aver apprezzato le attività presentate, per la loro dinamicità e per averli resi protagonisti del loro apprendimento. L’indagine svolta non è sicuramente priva di limitazioni dovute alla parzialità del campione d’indagine e delle componenti prese in esame, tuttavia, sulla base dei risultati ottenuti, ritengo sia possibile in futuro avviare ulteriori sperimentazioni su questa tematica, per proiettare la scuola in un contesto di rinnovamento continuo e concreto.
La metodologia del dibattito regolamentato: una pratica per sviluppare competenze nella scuola primaria.
FALTRACCO, CLAUDIA
2021/2022
Abstract
Il percorso di ricerca presentato è svolto in una classe quinta primaria e si propone di mettere in luce come l’uso della metodologia del dibattito regolamentato possa sviluppare negli allievi la capacità di ascoltare le opinioni altrui e di rispettare coloro che le esprimono. Tali traguardi fanno capo alla più nobile e civile competenza dell’uomo: la capacità di dialogare in modo costruttivo. La pratica del dibattito, metodologia che implica la discussione critica volta a risolvere un conflitto di opinioni, può essere ritenuta un utile strumento di educazione al senso critico e alla democrazia da utilizzare nella scuola, anche primaria. Le Indicazioni Nazionali per il curricolo del 2012 riportano nel profilo delle competenze da raggiungere al termine del primo ciclo d’istruzione che lo studente “orienta le proprie scelte in modo consapevole, rispetta le regole condivise, collabora con gli altri per la costruzione del bene comune esprimendo le proprie personali opinioni” (p.16), e deve “cogliere in una discussione le posizioni espresse dai compagni ed esprimere la propria opinione su un argomento in modo chiaro e pertinente” (p.41). Nel dibattito il docente chiede spesso agli studenti di adottare un punto di vista contrario a quello che spontaneamente avrebbero assunto e questo consente agli alunni di andare in profondità dell’argomento, analizzandone sia gli aspetti pro sia quelli contro, dando loro la possibilità di “mettersi nei panni dell’altro”: tale attività allena la persona a decentrarsi, a ricercare e a tollerare opinioni diverse dalla propria. L’interrogativo di ricerca formulato è stato perciò il seguente: introdurre la pratica del dibattito regolamentato nella scuola primaria può essere una metodologia efficace per sviluppare negli allievi la capacità di rispettare le opinioni altrui e coloro che le esprimono? La ricerca, dunque, si è posta come obiettivo l’accrescimento del rispetto e dell’empatia degli alunni in presenza di più punti di vista. Le fonti a sostegno della ricerca fanno capo alle radici di cultura classica, in cui l’uso del dibattito come metodo educativo può essere riscontrato già nel 335 a. C. nel Liceo, il giardino nel quale Aristotele iniziò a far scuola, e successivamente nella disputatio medievale. Oggi la metodologia del dibattito è un approccio metodologico presente anche presso l’Università di Padova: dal 2006 ha preso il via il progetto “Palestra di botta e risposta” realizzato dal prof. Adelino Cattani. Successivamente, nel 2016, il Movimento “Avanguardie Educative” indotto dall’INDIRE ha inserito il dibattito tra le idee che mirano a rivoluzionare l’organizzazione del fare scuola. Il percorso di ricerca proposto è di tipo empirico: all’interno del contesto-classe abituale di una quinta primaria verrà introdotta la metodologia del dibattito regolamentato. I dati ottenuti al termine della ricerca hanno avvalorato l’ipotesi inizialmente affermata; durante le attività svolte nel gruppo di intervento ho inoltre percepito come, l’uso della metodologia del dibattito, sia stata in grado di sviluppare la motivazione ad apprendere: gli alunni erano entusiasti e partecipativi durante gli incontri, confermandomi più volte di aver apprezzato le attività presentate, per la loro dinamicità e per averli resi protagonisti del loro apprendimento. L’indagine svolta non è sicuramente priva di limitazioni dovute alla parzialità del campione d’indagine e delle componenti prese in esame, tuttavia, sulla base dei risultati ottenuti, ritengo sia possibile in futuro avviare ulteriori sperimentazioni su questa tematica, per proiettare la scuola in un contesto di rinnovamento continuo e concreto.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/31521