Il presente studio ha indagato l’accordo tra l’auto-valutazione fornita da ciascun paziente e l’etero-valutazione fornita dal rispettivo responsabile clinico in riferimento ai tratti maladattivi di personalità così come teorizzati nel modello dimensionale del DSM-5. Inoltre, a scopo prettamente esplorativo, ha indagato l’eventuale associazione presente tra il grado di accordo sé-altro e alcune caratteristiche della relazione terapeutica, quali le ore passate con il paziente e il tempo di conoscenza di quest’ultimo. Il terzo obiettivo, anch’esso di natura esplorativa, prevedeva di confrontare i livelli medi dei domini e delle sfaccettature auto- ed etero-riferiti. Alla ricerca hanno partecipato 10 pazienti con disturbi alimentari e il loro responsabile clinico. I primi hanno completato il Personality Inventory for the DSM-5 (PID-5), mentre il secondo ha compilato il PID-5-Informant Form (PID-5-IRF) e il PID-5–Brief Form (PID-5-BF). Per quanto riguarda i domini, i risultati hanno evidenziato la presenza di un accordo paziente-terapeuta di grado forte in riferimento alla Disinibizione, mentre per quanto riguarda le sfaccettuature, è emerso un accordo significativo di grado forte nel caso della grandiosità, dell’impulsività e della manipolatorietà. Dai risultati è emerso che la durata della relazione terapeutica e il numero di ore trascorse con il paziente non erano in alcun modo associate con il grado di accordo, sia per i domini che per le sfaccettature. Infine, per il dominio della Disinibizione e dello Psicoticismo e per le sfaccettature della disregolazione cognitiva e percettiva, dell’eccentricità e dell’impulsività le pazienti hanno riportato valori medi più elevati rispetto alla terapeuta. Al contrario, per quanto riguarda la sfaccettatura dell’insensibilità, la terapeuta ha valutato le pazienti con valori medi più alti rispetto a quelli auto-riportati. Nonostante il presente studio presenti alcuni limiti, come la scarsa numerosità campionaria, i risultati emersi hanno contribuito ad arricchire la letteratura che si occupa di questo ambito e potrebbero avere importanti implicazioni dal punto di vista teorico e clinico.
Accordo tra paziente-terapeuta nella valutazione dei tratti maladattivi di personalità: uno studio su un gruppo di pazienti con disturbi alimentari
DIRIDONI, REBECCA
2021/2022
Abstract
Il presente studio ha indagato l’accordo tra l’auto-valutazione fornita da ciascun paziente e l’etero-valutazione fornita dal rispettivo responsabile clinico in riferimento ai tratti maladattivi di personalità così come teorizzati nel modello dimensionale del DSM-5. Inoltre, a scopo prettamente esplorativo, ha indagato l’eventuale associazione presente tra il grado di accordo sé-altro e alcune caratteristiche della relazione terapeutica, quali le ore passate con il paziente e il tempo di conoscenza di quest’ultimo. Il terzo obiettivo, anch’esso di natura esplorativa, prevedeva di confrontare i livelli medi dei domini e delle sfaccettature auto- ed etero-riferiti. Alla ricerca hanno partecipato 10 pazienti con disturbi alimentari e il loro responsabile clinico. I primi hanno completato il Personality Inventory for the DSM-5 (PID-5), mentre il secondo ha compilato il PID-5-Informant Form (PID-5-IRF) e il PID-5–Brief Form (PID-5-BF). Per quanto riguarda i domini, i risultati hanno evidenziato la presenza di un accordo paziente-terapeuta di grado forte in riferimento alla Disinibizione, mentre per quanto riguarda le sfaccettuature, è emerso un accordo significativo di grado forte nel caso della grandiosità, dell’impulsività e della manipolatorietà. Dai risultati è emerso che la durata della relazione terapeutica e il numero di ore trascorse con il paziente non erano in alcun modo associate con il grado di accordo, sia per i domini che per le sfaccettature. Infine, per il dominio della Disinibizione e dello Psicoticismo e per le sfaccettature della disregolazione cognitiva e percettiva, dell’eccentricità e dell’impulsività le pazienti hanno riportato valori medi più elevati rispetto alla terapeuta. Al contrario, per quanto riguarda la sfaccettatura dell’insensibilità, la terapeuta ha valutato le pazienti con valori medi più alti rispetto a quelli auto-riportati. Nonostante il presente studio presenti alcuni limiti, come la scarsa numerosità campionaria, i risultati emersi hanno contribuito ad arricchire la letteratura che si occupa di questo ambito e potrebbero avere importanti implicazioni dal punto di vista teorico e clinico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/31847