La rotta balcanica è una rotta migratoria nella quale si riscontrano da diverso tempo problemi di gestione dei flussi migratori. Questo studio si concentra principalmente sugli avvenimenti che interessano l’area geografica al confine tra l’Europa e la Bosnia-Erzegovina, già teatro di crisi umanitarie come l’incendio del campo profughi di Lipa nel dicembre 2020. I diritti delle persone migranti che si trovano in transito nel Cantone bosniaco dell’Una-Sana sono rispettati? Le politiche europee e bosniache contribuiscono alla salvaguardia dei diritti delle persone in movimento? L’obiettivo è dimostrare l’esistenza di specifici diritti per i profughi e la violazione dei suddetti da parte del sistema, analizzando il problema anche da un punto di vista storico e politico. Per fare ciò si parte da un’analisi storica della nascita e crescita della rotta balcanica come rotta di immigrazione legale e illegale verso l’Europa, per poi concentrarsi sulla regione bosniaca nordoccidentale, in cui protagoniste della rotta migratoria sono le cittadine di confine di Bihać e Velika Kladuša. Contemporaneamente si studiano anche i provvedimenti europei e come diversi accordi internazionali abbiano modificato le condizioni ed il destino delle persone in movimento. Infine, si analizza il comportamento di diversi attori che cercano di porre rimedio alle violazioni sistematiche dei diritti umani, al fine di salvaguardarli. L’analisi così condotta dimostra quindi che lungo la rotta balcanica e in particolare nel Cantone bosniaco dell’Una-Sana, i diritti delle persone migranti non sono pienamente rispettati a causa di diversi fattori, tra cui delle inefficienti politiche migratorie europee. Con queste premesse, è quindi opportuno continuare a monitorare l’area di interesse della tesi per documentare e in seguito prevenire future ripetizioni delle attuali violazioni di diritti.
Movimenti migratori lungo la rotta balcanica e diritti umani. Il caso del Cantone dell’Una-Sana in Bosnia ed Erzegovina.
DAINESE, GLORIA
2021/2022
Abstract
La rotta balcanica è una rotta migratoria nella quale si riscontrano da diverso tempo problemi di gestione dei flussi migratori. Questo studio si concentra principalmente sugli avvenimenti che interessano l’area geografica al confine tra l’Europa e la Bosnia-Erzegovina, già teatro di crisi umanitarie come l’incendio del campo profughi di Lipa nel dicembre 2020. I diritti delle persone migranti che si trovano in transito nel Cantone bosniaco dell’Una-Sana sono rispettati? Le politiche europee e bosniache contribuiscono alla salvaguardia dei diritti delle persone in movimento? L’obiettivo è dimostrare l’esistenza di specifici diritti per i profughi e la violazione dei suddetti da parte del sistema, analizzando il problema anche da un punto di vista storico e politico. Per fare ciò si parte da un’analisi storica della nascita e crescita della rotta balcanica come rotta di immigrazione legale e illegale verso l’Europa, per poi concentrarsi sulla regione bosniaca nordoccidentale, in cui protagoniste della rotta migratoria sono le cittadine di confine di Bihać e Velika Kladuša. Contemporaneamente si studiano anche i provvedimenti europei e come diversi accordi internazionali abbiano modificato le condizioni ed il destino delle persone in movimento. Infine, si analizza il comportamento di diversi attori che cercano di porre rimedio alle violazioni sistematiche dei diritti umani, al fine di salvaguardarli. L’analisi così condotta dimostra quindi che lungo la rotta balcanica e in particolare nel Cantone bosniaco dell’Una-Sana, i diritti delle persone migranti non sono pienamente rispettati a causa di diversi fattori, tra cui delle inefficienti politiche migratorie europee. Con queste premesse, è quindi opportuno continuare a monitorare l’area di interesse della tesi per documentare e in seguito prevenire future ripetizioni delle attuali violazioni di diritti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/32022