Comunicazione politica e manipolazione dell'informazione: il caso russo e il caso cinese

The following paper aims to analyse the dynamics of political communication and the manipulation of information, focusing on the power of control applied by authoritarian governments at the expense of individual freedoms. The subjects of the analysis will be two highly discussed countries for the violation of human rights: China, confined to the authoritarian regime led by the President of the Republic Xi Jinping, and Russia, administered by former military and former KGB official Vladimir Putin, de facto in office since 1999. The intention of the project is to illustrate the concept of political communication, observing its development from the origins until the modern age, highlighting the components and the main actors, then focusing on major information channels: the media. Subsequently address the effects inherent in the «media - logic», a key concept that includes analysis, studies and reflections on the activity of information tools. After the explanation of these fundamental arguments for the understanding of contemporary media dynamics, the paper will concentrate on the analysis of communication in countries lacking of a democratic and free foundation, an essential condition for ensuring proper political communication, therefore going to deepen the techniques of manipulation, such as the use of fake news, censorship and propaganda, exploited by authoritarian governments to control, in a more or less subtle way, any actor representing a threat to the regime’s power. The research will then focus on two cases of control by two different forms of government: an illiberal democracy, Russia, where the pressure on the media is very strong, in particular with regard to the surveillance actions exerted on the television, a mechanism that plays a central role since the audience is very high: a factor that definitely had an important part in Vladimir Putin's rise to power. The Kremlin’s strategies in the media field will then be analysed, also observing phenomena such as journalistic censorship, the use of propaganda and fake news that were widely utilised in the recent invasion of Ukraine. The second case considers China, a country in which the government exercises a strict control over the information, hiding behind the false motivation that the authority’s purpose is to protect the security of the nation and citizens. Thanks to this fraudulent motive, China implements actions, even violent, of censorship of press and expression freedom, tightening its grip on information not only internally, but also abroad. A clear example is the Chinese media approach to the pandemic by COVID - 19, a virus that seems to have stopped the world in the last two years. In 1997, Wired magazine coined the expression "Great Firewall" that was later used to refer to the Golden Shield Project, the censorship and surveillance program through which the Ministry of Public Security of the People’s Republic of China concretizes its control over the media and information.

Il presente lavoro nasce con l’obiettivo di analizzare le dinamiche della comunicazione politica e la manipolazione dell’informazione, con uno sguardo attento al potere di controllo che le forme di governo autoritarie applicano a loro vantaggio ma a scapito delle libertà individuali. Oggetto della mia analisi saranno in particolare due Paesi molto discussi per la violazione dei diritti umani: la Cina, confinata nel regime autoritario guidato dal presidente della Repubblica Xi Jinping, e la Russia, amministrata dall’ex militare ed ex funzionario del KGB Vladimir Putin, di fatto in carica dal 1999. L’intenzione del progetto è quella di illustrare il concetto di comunicazione politica, osservandone lo sviluppo dalle origini sino all’età moderna, evidenziandone le componenti e i principali attori, per poi concentrarsi sui maggiori canali d’informazione: i media. Successivamente affrontare gli effetti inerenti alla «media – logic», un concetto chiave che comprende analisi, studi e riflessioni sull’attività degli strumenti d’informazione. Dopo aver esposto questi argomenti fondamentali per la comprensione delle dinamiche mediatiche nella contemporaneità, l’elaborato verterà sull’analisi della comunicazione negli ambiti mancanti di un fondamento democratico e libero, condizione imprescindibile per garantire una corretta comunicazione politica, andando quindi ad approfondire le tecniche di manipolazione, come l’utilizzo di fake news, censura e propaganda, sfruttate dai governi autoritari per controllare, in modo più o meno subdolo, qualsiasi attore che rappresenti una minaccia per il potere del regime. Nella stesura dell’elaborato ho scelto di focalizzare la mia ricerca su due casi specifici di controllo da parte di due differenti forme governative: una democrazia illiberale, la Russia, dove le pressioni rivolte ai media sono molto forti, in particolare per quanto riguarda l’azione di sorveglianza esercitata sulla televisione, che svolge una funzione centrale dal momento che l’audience è molto alta: un fattore che ha sicuramente svolto un ruolo cruciale nell’ascesa al potere di Vladimir Putin. Saranno quindi analizzate le strategie del Cremlino in campo massmediale, osservando anche i fenomeni quali la censura giornalistica, l’utilizzo di propaganda e fake news a cui si è fatto ampio ricorso nella recente invasione dell’Ucraina. Il secondo caso considera invece il contesto della società cinese, Paese in cui viene esercitato un controllo ferreo sulle informazioni da parte del governo, con la mendace motivazione che l’intento dell’autorità sia quello di proteggere la sicurezza della nazione e dei cittadini. Celandosi dietro a questa fraudolenta giustificazione, la Cina attua azioni, anche violente, di censura della libertà di stampa ed espressione, stringendo la presa sulle informazioni non solo al suo interno, ma anche per ciò che concerne l’estero. Un chiaro esempio è l’approccio mediatico cinese alla pandemia da COVID – 19, che sembra aver fermato il mondo in questi ultimi due anni. Nel 1997 la rivista Wired ha coniato l'espressione "Great Firewall" che in seguito venne utilizzata per riferirsi al Golden Shield Project, il programma di censura e sorveglianza tramite il quale il Ministero di pubblica sicurezza della Repubblica Popolare Cinese concretizza il controllo sui media e sull’informazione.