La conflittualità è sempre stata parte delle relazioni tra i popoli e gli stati e per questo è considerata una caratteristica strutturale del sistema internazionale attuale. Con la nascita degli stati, i conflitti si presentavano solamente tra questi o al loro interno, mentre con l’affermazione di nuovi attori nel panorama internazionale, la conflittualità sta diventando sempre più complessa. Inoltre, l’interdipendenza dei soggetti e delle realtà interne agli stati porta all’aumento delle difficoltà nello studio dei conflitti e delle guerre nel sistema internazionale. La guerra che ha colpito i Paesi dell’ex Jugoslavia negli anni ’90 del ‘900 ne è un esempio. È stata combattuta tra gli stati jugoslavi e, nonostante all’inizio fosse considerata di poca importanza, ben presto coinvolse stati terzi e organizzazioni internazionali: gli stati europei, gli Stati Uniti, la Comunità Europea, l’Onu e la Nato, per fare alcuni esempi. All’evoluzione del conflitto hanno contribuito fattori di diversa natura, le difficoltà economiche e sociali, le lotte politiche, la presenza di molte minoranze e il nazionalismo promosso dalle élite politiche. Una dimostrazione dell’impatto di questi ultimi elementi è la guerra di genocidio che colpì la Bosnia e in particolare, la città di Srebrenica. Nel sistema internazionale, dal secondo dopoguerra, il genocidio è stato riconosciuto come un crimine internazionale e, nonostante l’attivazione del Tribunale penale per l’ex Jugoslavia non sia stata immediata, i suoi lavori hanno contribuito alla precisazione della definizione del crimine di genocidio, allo sviluppo dei diritti umani e all’aumento della consapevolezza di questi temi all’interno delle relazioni internazionali.

I conflitti nel sistema internazionale: la guerra nei Balcani e il genocidio di Srebrenica

PICCIN, EMMA
2021/2022

Abstract

La conflittualità è sempre stata parte delle relazioni tra i popoli e gli stati e per questo è considerata una caratteristica strutturale del sistema internazionale attuale. Con la nascita degli stati, i conflitti si presentavano solamente tra questi o al loro interno, mentre con l’affermazione di nuovi attori nel panorama internazionale, la conflittualità sta diventando sempre più complessa. Inoltre, l’interdipendenza dei soggetti e delle realtà interne agli stati porta all’aumento delle difficoltà nello studio dei conflitti e delle guerre nel sistema internazionale. La guerra che ha colpito i Paesi dell’ex Jugoslavia negli anni ’90 del ‘900 ne è un esempio. È stata combattuta tra gli stati jugoslavi e, nonostante all’inizio fosse considerata di poca importanza, ben presto coinvolse stati terzi e organizzazioni internazionali: gli stati europei, gli Stati Uniti, la Comunità Europea, l’Onu e la Nato, per fare alcuni esempi. All’evoluzione del conflitto hanno contribuito fattori di diversa natura, le difficoltà economiche e sociali, le lotte politiche, la presenza di molte minoranze e il nazionalismo promosso dalle élite politiche. Una dimostrazione dell’impatto di questi ultimi elementi è la guerra di genocidio che colpì la Bosnia e in particolare, la città di Srebrenica. Nel sistema internazionale, dal secondo dopoguerra, il genocidio è stato riconosciuto come un crimine internazionale e, nonostante l’attivazione del Tribunale penale per l’ex Jugoslavia non sia stata immediata, i suoi lavori hanno contribuito alla precisazione della definizione del crimine di genocidio, allo sviluppo dei diritti umani e all’aumento della consapevolezza di questi temi all’interno delle relazioni internazionali.
2021
Conflicts of the international system: the Balkan wars and the Srebrenica genocide
Conflitto
Balcani
Genocidio
Srebrenica
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Piccin_Emma.pdf

accesso aperto

Dimensione 713.09 kB
Formato Adobe PDF
713.09 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/32046