I vitigni PIWI sono delle varietà di vite note per la loro resistenza alle crittogame. Grazie a questa proprietà suscitano molto interesse perché sembrano essere in grado di risolvere una serie di problematiche quali: costi economici dei trattamenti, inquinamento dell’ambiente e soprattutto limiterebbero l’uso del rame, un metallo pesante che causa problemi sia legislativi (limite nel vino pari a 1 mg/L) sia salutistici. La resistenza alle avversità fungine manifestata da queste varietà è dovuta ad incroci che hanno mirato all’introduzione di geni di resistenza. Attualmente, però, ancora non si sa per cosa codificano questi geni di resistenza. Si sa infatti che la resistenza ai patogeni può essere dovuta a diversi meccanismi, tra cui sintesi di polifenoli (fitoalessine) o di proteine di difesa. Per tale motivo nel nostro studio abbiamo caratterizzato qualitativamente e quantitativamente il profilo proteico di 17 vini ottenuti dalle seguenti varietà PIWI: Aromera, Cabernet cortis, Fleurtai, Johanniter, Nephis, Prior, Rytos, Solaris, Soreli, Souvigner gris. L’analisi qualitativa è stata eseguita attraverso elettroforesi su gel di poliacrilammide. Da questa si evince come non vi siano differenze significative tra il profilo delle varietà in oggetto rispetto a quelle convenzionali. L’analisi quantitativa eseguita attraverso spettrofotometria ha invece evidenziato come in alcuni campioni il contenuto proteico sia più elevato rispetto alla media. Questo riscontro mette in luce una possibile problematica nella gestione dei vini ottenuti da varietà PIWI in quanto ad oggi non esistono metodi non invasivi per ottenere la stabilità proteica. Per tale motivo risulta chiaro che un vino contenente elevate quantità di proteina richiederebbe dosi più elevate di bentonite che porterebbero ad un depauperamento organolettico del vino.

Caratterizzazione del profilo proteico nei vini ottenuti da varietà resistenti

BERNARDI, ALBERTO
2021/2022

Abstract

I vitigni PIWI sono delle varietà di vite note per la loro resistenza alle crittogame. Grazie a questa proprietà suscitano molto interesse perché sembrano essere in grado di risolvere una serie di problematiche quali: costi economici dei trattamenti, inquinamento dell’ambiente e soprattutto limiterebbero l’uso del rame, un metallo pesante che causa problemi sia legislativi (limite nel vino pari a 1 mg/L) sia salutistici. La resistenza alle avversità fungine manifestata da queste varietà è dovuta ad incroci che hanno mirato all’introduzione di geni di resistenza. Attualmente, però, ancora non si sa per cosa codificano questi geni di resistenza. Si sa infatti che la resistenza ai patogeni può essere dovuta a diversi meccanismi, tra cui sintesi di polifenoli (fitoalessine) o di proteine di difesa. Per tale motivo nel nostro studio abbiamo caratterizzato qualitativamente e quantitativamente il profilo proteico di 17 vini ottenuti dalle seguenti varietà PIWI: Aromera, Cabernet cortis, Fleurtai, Johanniter, Nephis, Prior, Rytos, Solaris, Soreli, Souvigner gris. L’analisi qualitativa è stata eseguita attraverso elettroforesi su gel di poliacrilammide. Da questa si evince come non vi siano differenze significative tra il profilo delle varietà in oggetto rispetto a quelle convenzionali. L’analisi quantitativa eseguita attraverso spettrofotometria ha invece evidenziato come in alcuni campioni il contenuto proteico sia più elevato rispetto alla media. Questo riscontro mette in luce una possibile problematica nella gestione dei vini ottenuti da varietà PIWI in quanto ad oggi non esistono metodi non invasivi per ottenere la stabilità proteica. Per tale motivo risulta chiaro che un vino contenente elevate quantità di proteina richiederebbe dosi più elevate di bentonite che porterebbero ad un depauperamento organolettico del vino.
2021
Protein profile characterization in wines obtained from resistant varieties
wine
proteins
PIWI
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/32341