La letteratura ci mostra come negli ultimi anni sia cresciuto l’interesse verso l’acquisizione delle abilità numeriche nei bambini. Sappiamo che fin dalla nascita il bambino dimostra di possedere dei meccanismi innati che lo aiutano nella comprensione delle quantità (Kaufman, et al., 1949), ma solo grazie allo sviluppo in un ambiente supportivo raggiunge capacità più avanzate (Gelman & Gallistel, 1978). Appare chiaro come allora l’ambiente di apprendimento casalingo, per i bambini più piccoli, ricopra un ruolo fondamentale nella traiettoria di crescita in generale, e nello sviluppo numerico in particolare (Niklas et al., 2016). E se il genitore avesse sviluppato ansia per la matematica, come questo andrebbe ad influenzare la frequenza di attività numeriche che svolge a casa con il figlio? Nel presente studio abbiamo cercato di rispondere a questa domanda, indagando anche se esistesse una relazione tra l’Home Numeracy e le abilità numeriche del bambino. Hanno preso parte allo studio 22 bambini, di età compresa tra i 27 e i 41 mesi, frequentanti un asilo nido. Oltre alla somministrazione di uno strumento per le abilità numeriche al bambino, è stato presentato anche un questionario ai genitori, per misurare la frequenza delle attività numeriche a casa e l’eventuale presenza di ansia per la matematica. Dall’analisi correlazionale di Spearman è emerso che non esiste nessuna correlazione negativa significativa tra ansia genitoriale per la matematica e Home Numeracy (r = 0.283; p = 0.202). Anche i risultati dell’analisi correlazionale tra Home Numeracy e abilità numeriche dei bambini lasciano molti dubbi sui meccanismi alla base. Questi risultati, in linea in parte con la letteratura, mostrano come ci siano ancora molti dubbi sulla relazione che intercorre tra queste variabili, e come sia quindi necessario trovare strumenti e modelli più adatti a misurare il loro rapporto.
Ansia genitoriale per la matematica e prime abilità numeriche nei toddler: quali relazioni con le attività numeriche domestiche?
ROMAGNOLI, AMBRA
2021/2022
Abstract
La letteratura ci mostra come negli ultimi anni sia cresciuto l’interesse verso l’acquisizione delle abilità numeriche nei bambini. Sappiamo che fin dalla nascita il bambino dimostra di possedere dei meccanismi innati che lo aiutano nella comprensione delle quantità (Kaufman, et al., 1949), ma solo grazie allo sviluppo in un ambiente supportivo raggiunge capacità più avanzate (Gelman & Gallistel, 1978). Appare chiaro come allora l’ambiente di apprendimento casalingo, per i bambini più piccoli, ricopra un ruolo fondamentale nella traiettoria di crescita in generale, e nello sviluppo numerico in particolare (Niklas et al., 2016). E se il genitore avesse sviluppato ansia per la matematica, come questo andrebbe ad influenzare la frequenza di attività numeriche che svolge a casa con il figlio? Nel presente studio abbiamo cercato di rispondere a questa domanda, indagando anche se esistesse una relazione tra l’Home Numeracy e le abilità numeriche del bambino. Hanno preso parte allo studio 22 bambini, di età compresa tra i 27 e i 41 mesi, frequentanti un asilo nido. Oltre alla somministrazione di uno strumento per le abilità numeriche al bambino, è stato presentato anche un questionario ai genitori, per misurare la frequenza delle attività numeriche a casa e l’eventuale presenza di ansia per la matematica. Dall’analisi correlazionale di Spearman è emerso che non esiste nessuna correlazione negativa significativa tra ansia genitoriale per la matematica e Home Numeracy (r = 0.283; p = 0.202). Anche i risultati dell’analisi correlazionale tra Home Numeracy e abilità numeriche dei bambini lasciano molti dubbi sui meccanismi alla base. Questi risultati, in linea in parte con la letteratura, mostrano come ci siano ancora molti dubbi sulla relazione che intercorre tra queste variabili, e come sia quindi necessario trovare strumenti e modelli più adatti a misurare il loro rapporto.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/32382