La tesi è incentrata sul tema dell’outdoor education. L’approccio dell’outdoor education, ovvero dell’educare all’aperto, è ora più che mai una grande risorsa per la didattica. L’asilo nido in cui ho svolto il mio tirocinio mi ha fatto comprendere quanto a volte non serva avere per forza di cose un bosco, un prato grande ecc. Per “educare all’aperto”, si intende uscire dalla struttura, dalle aree interne. L’aria aperta, il sole, i movimenti che si compiono, lo stupore e la meraviglia che la natura ci offre, creano un benessere totale della persona. La tesi è composta da tre capitoli così suddivisi : nei primi due capitoli è presente una parte teorica mentre nell’ultimo capitolo ci si sofferma sull’aspetto pratico. Il primo capitolo è intitolato “Outdoor education”, perché va ad approfondire: il suo significato nel corso del tempo, andando a evidenziare l’importante contributo di pedagogisti e filosofi di un tempo, sino a cercare di comprendere come attualizzare quei pensieri. Ci si sofferma poi, ad evidenziare come la pandemia, l’emergenza sanitaria da noi provata, abbia cambiato le prospettive della didattica. Se un tempo le attività svolte all’aperto erano viste come “alternative” e “ricreative”, ora vengono considerate un modo un apprendere efficace e legato, quindi non più staccato, alle attività indoor. È parso poi doveroso soffermarsi su chi, nel tempo attuale, è il soggetto protagonista dell’agire educativo, ovvero : i bambini del XXI secolo. È importante saper cogliere i bisogni, le esigenze che i bambini di oggi hanno. Si tratta di riuscire a coniugare una generazione fortemente legata alla tecnologia, con il mondo naturale. Si tratta di riuscire a riporre fiducia nei confronti della natura, senza lasciarsi sopraffare dalle paure, cadendo nell’iperprotettività. Vengono poi evidenziati i vantaggi di un’educazione in ambiente naturale. Ecco che il capitolo si conclude andando ad evidenziare l’importanza della distinzione tra rischi e pericoli che si possono incontrare nel nostro percorso in relazione con la natura. Il secondo capitolo intitolato “Il giusto contesto”, pone in evidenza l’importanza del contesto in cui si svolge l’outdoor education, dunque come si può andare a organizzare l’ambiente esterno. Ancora, risulta fondamentale saper utilizzare al meglio i diversi tipi di materiali. È doveroso comprendere il ruolo dell’educatore all’interno di un approccio in cui non è suo compito insegnare e offrire delle risposte, bensì essere una guida, un sostegno nella scoperta dell’ambiente naturale circostante. L’educatore deve alimentare la curiosità, il problem solving, la creatività e l’autonomia nel bambino. Ci si sofferma poi sull’importanza di progettare ogni attività che verrà svolta all’interno di ogni giornata, per non lasciare spazio allo spontaneismo e di documentare attraverso foto, video, bacheche o “lavoretti”, per poter garantire un dialogo e una trasparenza con le famiglie. Si conclude poi questo capitolo andando a soffermarci sulla continuità e coerenza extrascolastica che si può costruire per poter aiutare il bambino a vivere il mondo naturale giorno per giorno, inserendolo nella propria quotidianità, andando ad evidenziare quanto sia fruttuoso collaborare con gli adulti facenti parte della vita del bambino. Nell’ultimo capitolo intitolato “Apprendere in natura”, vengono evidenziate alcune pratiche educative da proporre ai bambini e viene descritta la mia esperienza nell’asilo nido di Asolo. Ciò che voglio far emergere è che l’outdoor education propone un’educazione volta a: benessere del bambino, salvaguardia l'ambiente e apprendimento continuo e spontaneo. Ecco perché il più adatto alla nuova generazione.

Outdoor education : teorie e pratiche per un apprendimento in ambiente naturale

ROBERTO, ERIKA
2021/2022

Abstract

La tesi è incentrata sul tema dell’outdoor education. L’approccio dell’outdoor education, ovvero dell’educare all’aperto, è ora più che mai una grande risorsa per la didattica. L’asilo nido in cui ho svolto il mio tirocinio mi ha fatto comprendere quanto a volte non serva avere per forza di cose un bosco, un prato grande ecc. Per “educare all’aperto”, si intende uscire dalla struttura, dalle aree interne. L’aria aperta, il sole, i movimenti che si compiono, lo stupore e la meraviglia che la natura ci offre, creano un benessere totale della persona. La tesi è composta da tre capitoli così suddivisi : nei primi due capitoli è presente una parte teorica mentre nell’ultimo capitolo ci si sofferma sull’aspetto pratico. Il primo capitolo è intitolato “Outdoor education”, perché va ad approfondire: il suo significato nel corso del tempo, andando a evidenziare l’importante contributo di pedagogisti e filosofi di un tempo, sino a cercare di comprendere come attualizzare quei pensieri. Ci si sofferma poi, ad evidenziare come la pandemia, l’emergenza sanitaria da noi provata, abbia cambiato le prospettive della didattica. Se un tempo le attività svolte all’aperto erano viste come “alternative” e “ricreative”, ora vengono considerate un modo un apprendere efficace e legato, quindi non più staccato, alle attività indoor. È parso poi doveroso soffermarsi su chi, nel tempo attuale, è il soggetto protagonista dell’agire educativo, ovvero : i bambini del XXI secolo. È importante saper cogliere i bisogni, le esigenze che i bambini di oggi hanno. Si tratta di riuscire a coniugare una generazione fortemente legata alla tecnologia, con il mondo naturale. Si tratta di riuscire a riporre fiducia nei confronti della natura, senza lasciarsi sopraffare dalle paure, cadendo nell’iperprotettività. Vengono poi evidenziati i vantaggi di un’educazione in ambiente naturale. Ecco che il capitolo si conclude andando ad evidenziare l’importanza della distinzione tra rischi e pericoli che si possono incontrare nel nostro percorso in relazione con la natura. Il secondo capitolo intitolato “Il giusto contesto”, pone in evidenza l’importanza del contesto in cui si svolge l’outdoor education, dunque come si può andare a organizzare l’ambiente esterno. Ancora, risulta fondamentale saper utilizzare al meglio i diversi tipi di materiali. È doveroso comprendere il ruolo dell’educatore all’interno di un approccio in cui non è suo compito insegnare e offrire delle risposte, bensì essere una guida, un sostegno nella scoperta dell’ambiente naturale circostante. L’educatore deve alimentare la curiosità, il problem solving, la creatività e l’autonomia nel bambino. Ci si sofferma poi sull’importanza di progettare ogni attività che verrà svolta all’interno di ogni giornata, per non lasciare spazio allo spontaneismo e di documentare attraverso foto, video, bacheche o “lavoretti”, per poter garantire un dialogo e una trasparenza con le famiglie. Si conclude poi questo capitolo andando a soffermarci sulla continuità e coerenza extrascolastica che si può costruire per poter aiutare il bambino a vivere il mondo naturale giorno per giorno, inserendolo nella propria quotidianità, andando ad evidenziare quanto sia fruttuoso collaborare con gli adulti facenti parte della vita del bambino. Nell’ultimo capitolo intitolato “Apprendere in natura”, vengono evidenziate alcune pratiche educative da proporre ai bambini e viene descritta la mia esperienza nell’asilo nido di Asolo. Ciò che voglio far emergere è che l’outdoor education propone un’educazione volta a: benessere del bambino, salvaguardia l'ambiente e apprendimento continuo e spontaneo. Ecco perché il più adatto alla nuova generazione.
2021
Outdoor education : theories and practices for learning in a natural environment
Natura
Benessere
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/32503