A partire dall’aumento dell’utilizzo delle automobili e lo sviluppo delle città, i Paesi occidentali e urbanizzati hanno perso il loro servizio pubblico. Le città non sono più strutturate per tutti i cittadini, ma sono idealizzate solo per uso adulto. Gli spazi sono a “misura automobile” con lo scopo di scorrere al posto di favorire l’incontro, portando a una vita sempre più frenetica e anonima. Si osserva una mancanza di aree verdi, piazzette o modi alternativi di percorrere le strade. All’assenza di luoghi pensati per i bambini, si aggiungono le preoccupazioni dei genitori legate ai pericoli che le “nuove città” contengono e che portano a vedere i propri figli come dei soggetti da proteggere. Come conseguenza si ha, dunque una segregazione dei più piccoli all’interno di spazi chiusi e strutturati con ripercussioni sui loro sviluppi. Occorre perciò pensare a Paesi che possano essere di tutti, al fine di vedere bambini vivere le strade e i vari luoghi che le città offrono loro. Bisogna riscoprire ed educare all’importanza dello spazio naturale, poiché è fondamentale per una crescita psico-fisica dei più piccoli. È necessario uno sviluppo in una prospettiva outdoor, in quanto l’ambiente naturale è ricco di stimoli sensoriali, che permettono un migliore apprendimento, educa al rischio, consente di superare i propri limiti, rispetta i tempi del fanciullo e facilita la relazione con l’altro. I servizi educativi e le città dovrebbero collaborare per supportare una crescita autonoma del bambino. Dovremo promuovere iniziative che rendano le strade più sicure e più abitabili e sostenere progetti che restituiscano la natura ai Paesi, al fine di creare luoghi di socializzazione, di libero movimento e che rispettano i bisogni reali dei più piccoli.
Il cambiamento della società e l'importanza dell'ambiente aperto naturale nello sviluppo del bambino
VINANTE, MARIANNA
2021/2022
Abstract
A partire dall’aumento dell’utilizzo delle automobili e lo sviluppo delle città, i Paesi occidentali e urbanizzati hanno perso il loro servizio pubblico. Le città non sono più strutturate per tutti i cittadini, ma sono idealizzate solo per uso adulto. Gli spazi sono a “misura automobile” con lo scopo di scorrere al posto di favorire l’incontro, portando a una vita sempre più frenetica e anonima. Si osserva una mancanza di aree verdi, piazzette o modi alternativi di percorrere le strade. All’assenza di luoghi pensati per i bambini, si aggiungono le preoccupazioni dei genitori legate ai pericoli che le “nuove città” contengono e che portano a vedere i propri figli come dei soggetti da proteggere. Come conseguenza si ha, dunque una segregazione dei più piccoli all’interno di spazi chiusi e strutturati con ripercussioni sui loro sviluppi. Occorre perciò pensare a Paesi che possano essere di tutti, al fine di vedere bambini vivere le strade e i vari luoghi che le città offrono loro. Bisogna riscoprire ed educare all’importanza dello spazio naturale, poiché è fondamentale per una crescita psico-fisica dei più piccoli. È necessario uno sviluppo in una prospettiva outdoor, in quanto l’ambiente naturale è ricco di stimoli sensoriali, che permettono un migliore apprendimento, educa al rischio, consente di superare i propri limiti, rispetta i tempi del fanciullo e facilita la relazione con l’altro. I servizi educativi e le città dovrebbero collaborare per supportare una crescita autonoma del bambino. Dovremo promuovere iniziative che rendano le strade più sicure e più abitabili e sostenere progetti che restituiscano la natura ai Paesi, al fine di creare luoghi di socializzazione, di libero movimento e che rispettano i bisogni reali dei più piccoli.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/32530