Obiettivo del presente elaborato è quello di analizzare e valutare le politiche adottate dall’UE di fronte all’entrata in scena del “gigante” cinese, le strategie messe in atto e le scelte operate a livello economico, politico e commerciale. Nonostante, di fatto, si sia assistito nel tempo a un consolidamento del rapporto tra UE e Cina, non sono mancate diverse problematiche tra le due realtà che hanno riguardato aspetti economici, politici e umanitari. Al fine di poter delineare l’excursus storico della relazione fra UE e Cina si è proceduto a una nutrita ricerca bibliografica e sitografica. Essendola suddetta relazione risalente agli anni ’70, la metodologia di ricerca utilizzata è stata principalmente quella della revisione della letteratura per avere una prospettiva il più possibile obbiettiva del tema trattato. Per questo è stato molto utile utilizzare numerosi riferimenti documentali prodotti dalla Commissione, dal Parlamento e dal Consiglio europei oltre ai dati di cui è stato possibile disporre mediante il sito dell’Eurostat. Per dare risalto ai cambiamenti politici ed economici derivanti dal fenomeno pandemico è stata fornita particolare attenzione alle fonti successive al 2019. Ciò che abbiamo potuto evincere dalla presente dissertazione è stato duplice. Sul versante meramente economico, di fronte all’avanzare della Cina, le politiche commerciali europee, negli ultimi anni, hanno cominciato a perseguire da una parte la ricerca di accordi bilaterali, dall’altra strategie difensive contro l’inarrestabile influenza cinese nel mondo. In virtù di ciò, nel 2021, la Commissione Europea ha presentato il programma di investimenti European Global Gateway, il cui obiettivo è stato quello di conquistare o sottrarre spazi di mercato attualmente in possesso della Cina. Sul fronte invece del rispetto dei diritti umani, la scelta da parte dell’UE di percorrere la via diplomatica, e lo strumento dei “dialoghi”, per tentare di influenzare la concezione dei diritti umani in Cina, ha risposto all’esigenza di non vedere compromessi i rapporti commerciali e le future opportunità per i Paesi membri rispetto al mercato cinese. Fino a oggi, tuttavia, l’UE non ha mostrato di avere molto margine nel far pressione sulla Cina sulla questione dei diritti umani, rivelando, in più di un’occasione, un atteggiamento per certi versi dicotomico. Il laissez faire da parte della Commissione e del Consiglio europeo ha portato nel 2019 il Parlamento Europeo ad adottare una risoluzione particolarmente severa nei confronti delle istituzioni europee; tuttavia, il dialogo sino-europeo sui diritti umani appare, oggi, muto, anche in virtù della chiusura di Pechino a quelle che ritiene inaccettabili interferenze nei suoi affari interni.

Unione Europea e Cina: prospettive commerciali e tutela dei diritti umani

LUNARDI, ERICA
2021/2022

Abstract

Obiettivo del presente elaborato è quello di analizzare e valutare le politiche adottate dall’UE di fronte all’entrata in scena del “gigante” cinese, le strategie messe in atto e le scelte operate a livello economico, politico e commerciale. Nonostante, di fatto, si sia assistito nel tempo a un consolidamento del rapporto tra UE e Cina, non sono mancate diverse problematiche tra le due realtà che hanno riguardato aspetti economici, politici e umanitari. Al fine di poter delineare l’excursus storico della relazione fra UE e Cina si è proceduto a una nutrita ricerca bibliografica e sitografica. Essendola suddetta relazione risalente agli anni ’70, la metodologia di ricerca utilizzata è stata principalmente quella della revisione della letteratura per avere una prospettiva il più possibile obbiettiva del tema trattato. Per questo è stato molto utile utilizzare numerosi riferimenti documentali prodotti dalla Commissione, dal Parlamento e dal Consiglio europei oltre ai dati di cui è stato possibile disporre mediante il sito dell’Eurostat. Per dare risalto ai cambiamenti politici ed economici derivanti dal fenomeno pandemico è stata fornita particolare attenzione alle fonti successive al 2019. Ciò che abbiamo potuto evincere dalla presente dissertazione è stato duplice. Sul versante meramente economico, di fronte all’avanzare della Cina, le politiche commerciali europee, negli ultimi anni, hanno cominciato a perseguire da una parte la ricerca di accordi bilaterali, dall’altra strategie difensive contro l’inarrestabile influenza cinese nel mondo. In virtù di ciò, nel 2021, la Commissione Europea ha presentato il programma di investimenti European Global Gateway, il cui obiettivo è stato quello di conquistare o sottrarre spazi di mercato attualmente in possesso della Cina. Sul fronte invece del rispetto dei diritti umani, la scelta da parte dell’UE di percorrere la via diplomatica, e lo strumento dei “dialoghi”, per tentare di influenzare la concezione dei diritti umani in Cina, ha risposto all’esigenza di non vedere compromessi i rapporti commerciali e le future opportunità per i Paesi membri rispetto al mercato cinese. Fino a oggi, tuttavia, l’UE non ha mostrato di avere molto margine nel far pressione sulla Cina sulla questione dei diritti umani, rivelando, in più di un’occasione, un atteggiamento per certi versi dicotomico. Il laissez faire da parte della Commissione e del Consiglio europeo ha portato nel 2019 il Parlamento Europeo ad adottare una risoluzione particolarmente severa nei confronti delle istituzioni europee; tuttavia, il dialogo sino-europeo sui diritti umani appare, oggi, muto, anche in virtù della chiusura di Pechino a quelle che ritiene inaccettabili interferenze nei suoi affari interni.
2021
European Union and China: commercial prospects and protection of human rights
Unione Europea
Cina
Commercio
Diritti umani
Relazioni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/32729