La letteratura suggerisce un legame evidente tra meccanismi cerebrali della via visiva dorsale e le competenze relative alla lettura: coinvolgimento del movimento oculare saccadico con spostamento del focus attentivo per una visione inizialmente globale della parola e poi ristretta in modo da favorire il passaggio dal grafema al fonema, o ancora le abilità di riconoscimento dell’orientamento spaziale fondamentali per la distinzione di lettere simili (p e b). Molte ricerche confrontano le abilità di normolettori con i “lettori poveri” (dalla letteratura anglosassone poor readers) cioè persone che non riescono a leggere bene come i propri pari (deviazione dalla norma di circa 1.5 deviazioni standard). Questi ultimi presentano alcuni tratti distintivi, come ad esempio la scomposizione delle parole in singole lettere prima di pronunciarle o la lettura dei termini a prescindere dal contesto di utilizzo, che inevitabilmente li distaccano dagli aspetti comuni ai soggetti della stessa età e comportano la perdita graduale di fiducia in sé stessi. Il disegno sperimentale descritto nell’elaborato vuole testare l’ipotesi per cui l’esecuzione di un training di ricerca visiva interposto alla duplice (pre e post-test) somministrazione di prove di lettura (parole e non parole) abbia un effetto positivo sulle capacità di lettura (velocità di lettura e accuratezza) in un campione di persone normo-vedenti. Questi partecipanti, in modo causale, sono assegnati ad una specifica tipologia di compito (ricerca visiva semplice e complessa) volto a misurare il tempo di reazione e l’accuratezza nell’identificazione di stimoli target, la cui complessità deriva dalle caratteristiche del Gabor bersaglio, un reticolo con variazione sinusoidale di luminanza modulato con inviluppi gaussiani e somigliante da un punto di vista percettivo ad una sequenza di righe chiare e scure. I risultati preliminari mostrano un miglioramento della velocità di lettura in seguito ad un training di ricerca visiva complesso. Questi risultati sono incoraggianti e mi portano a speculare sulle possibilità di applicazione di questo tipo di training in un campione di poor readers auspicando un loro miglioramento delle abilità di lettura.
RICERCA VISIVA E LETTURA: UNA SFIDA PER I POOR READERS?
COSTANTINO, MARTA
2021/2022
Abstract
La letteratura suggerisce un legame evidente tra meccanismi cerebrali della via visiva dorsale e le competenze relative alla lettura: coinvolgimento del movimento oculare saccadico con spostamento del focus attentivo per una visione inizialmente globale della parola e poi ristretta in modo da favorire il passaggio dal grafema al fonema, o ancora le abilità di riconoscimento dell’orientamento spaziale fondamentali per la distinzione di lettere simili (p e b). Molte ricerche confrontano le abilità di normolettori con i “lettori poveri” (dalla letteratura anglosassone poor readers) cioè persone che non riescono a leggere bene come i propri pari (deviazione dalla norma di circa 1.5 deviazioni standard). Questi ultimi presentano alcuni tratti distintivi, come ad esempio la scomposizione delle parole in singole lettere prima di pronunciarle o la lettura dei termini a prescindere dal contesto di utilizzo, che inevitabilmente li distaccano dagli aspetti comuni ai soggetti della stessa età e comportano la perdita graduale di fiducia in sé stessi. Il disegno sperimentale descritto nell’elaborato vuole testare l’ipotesi per cui l’esecuzione di un training di ricerca visiva interposto alla duplice (pre e post-test) somministrazione di prove di lettura (parole e non parole) abbia un effetto positivo sulle capacità di lettura (velocità di lettura e accuratezza) in un campione di persone normo-vedenti. Questi partecipanti, in modo causale, sono assegnati ad una specifica tipologia di compito (ricerca visiva semplice e complessa) volto a misurare il tempo di reazione e l’accuratezza nell’identificazione di stimoli target, la cui complessità deriva dalle caratteristiche del Gabor bersaglio, un reticolo con variazione sinusoidale di luminanza modulato con inviluppi gaussiani e somigliante da un punto di vista percettivo ad una sequenza di righe chiare e scure. I risultati preliminari mostrano un miglioramento della velocità di lettura in seguito ad un training di ricerca visiva complesso. Questi risultati sono incoraggianti e mi portano a speculare sulle possibilità di applicazione di questo tipo di training in un campione di poor readers auspicando un loro miglioramento delle abilità di lettura.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/33586