Nel gennaio 2020 viene dichiarato l’inizio della diffusione di un nuovo coronavirus, causa della malattia respiratoria denominata Covid-19. I professionisti socio-sanitari sono da sempre in prima linea al fine di contrastare e combattere la diffusione del nuovo coronavirus; dall’inizio della pandemia essi sono sottoposti ad un elevato carico di lavoro, dovuto alla costante e rapida crescita dei contagi, e dunque sono costretti ad una forte pressione sia fisica che psicologica. Tali professionisti vivono un contesto di lavoro sfavorevole, caratterizzato da rischi che difficilmente possono essere tenuti sotto controllo, e necessitano dunque di maggiori informazioni sulla natura e sulla portata della malattia e di misure di intervento psicologico costruite ad hoc, a seconda della fase della pandemia e a seconda dei contesti organizzativi sanitari e socio-culturali del Paese di riferimento, atte a promuovere e mantenere il loro benessere mentale. Da un lato gli operatori sanitari dovrebbero essere adeguatamente informati e supportati, accrescendo la loro conoscenza e la loro consapevolezza circa l’agente patogeno e le modalità più efficaci di intervento e contrasto; devono poi essere attuate e implementate azioni di sostegno psicologico mirate alla promozione della salute mentale di medici, infermieri e operatori socio-sanitari. Esempi di tali interventi possono essere la riorganizzazione della giornata lavorativa, l’adeguata fornitura di dispositivi di protezione individuale e la garanzia di ottimali programmi di supporto psicologico, al fine di creare un ambiente di lavoro favorevole. Misure di questo tipo possono prevenire l’insorgenza di burnout lavorativo, rafforzando il personale socio-sanitario contro lo sviluppo di tale sindrome.
La Sindrome del Burnout nelle professioni socio-sanitarie durante la pandemia di Covid-19: fattori di rischio e linee di intervento
PADOVANI, MARTINA
2021/2022
Abstract
Nel gennaio 2020 viene dichiarato l’inizio della diffusione di un nuovo coronavirus, causa della malattia respiratoria denominata Covid-19. I professionisti socio-sanitari sono da sempre in prima linea al fine di contrastare e combattere la diffusione del nuovo coronavirus; dall’inizio della pandemia essi sono sottoposti ad un elevato carico di lavoro, dovuto alla costante e rapida crescita dei contagi, e dunque sono costretti ad una forte pressione sia fisica che psicologica. Tali professionisti vivono un contesto di lavoro sfavorevole, caratterizzato da rischi che difficilmente possono essere tenuti sotto controllo, e necessitano dunque di maggiori informazioni sulla natura e sulla portata della malattia e di misure di intervento psicologico costruite ad hoc, a seconda della fase della pandemia e a seconda dei contesti organizzativi sanitari e socio-culturali del Paese di riferimento, atte a promuovere e mantenere il loro benessere mentale. Da un lato gli operatori sanitari dovrebbero essere adeguatamente informati e supportati, accrescendo la loro conoscenza e la loro consapevolezza circa l’agente patogeno e le modalità più efficaci di intervento e contrasto; devono poi essere attuate e implementate azioni di sostegno psicologico mirate alla promozione della salute mentale di medici, infermieri e operatori socio-sanitari. Esempi di tali interventi possono essere la riorganizzazione della giornata lavorativa, l’adeguata fornitura di dispositivi di protezione individuale e la garanzia di ottimali programmi di supporto psicologico, al fine di creare un ambiente di lavoro favorevole. Misure di questo tipo possono prevenire l’insorgenza di burnout lavorativo, rafforzando il personale socio-sanitario contro lo sviluppo di tale sindrome.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/33976