Tra le patologie cardiache maggiormente diffuse riconosciamo le aritmie, cioè alterazioni più o meno gravi del battito cardiaco. L’extrasistolia è una forma di aritmia molto frequente, che si manifesta solitamente in forma benigna, ma che può risultare preoccupante se si verifica con frequenza troppo elevata. Questa patologia viene diagnosticata nell’ambito di una semplice visita cardiologica attraverso l’analisi, da parte del medico, del tracciato elettrocardiografico. L’elettrocardiogramma è un segnale caratterizzato da un range di frequenze compreso tra 0.5 e 150 Hz che, grazie all’applicazione di elettrodi sulla cute del paziente, viene visualizzato attraverso l’uso di un elettrocardiografo. Quest’ultimo è costituito da un sofisticato schema funzionale che, oltre a proteggere il paziente da sovratensioni, svolge anche la funzione di caratterizzazione e amplificazione del segnale in ingresso e di filtraggio. Le fonti di rumore che interferiscono nella rilevazione del segnale sono numerose, associate sia a movimenti del paziente stesso, ma anche all’ambiente circostante. A seconda del range di frequenze che interessa il disturbo, parti differenti del tracciato ECG subiscono alterazioni. È fondamentale saper riconoscere la sorgente del rumore per poterlo estromettere attraverso l’utilizzo di un filtro specifico, alterando il meno possibile il segnale di interesse. In questa tesi, dopo una spiegazione iniziale del funzionamento del cuore e dell’attività elettrica cardiaca, si è lasciato ampio spazio alla letteratura riguardante gli aspetti funzionali dell’elettrocardiogramma e dell’elettrocardiografo e ci si è poi concentrati sull’analisi del segnale elettrocardiografico di un paziente affetto da extrasistolia.

Analisi del segnale elettrocardiografico in pazienti con attività cardiaca regolare e in pazienti affetti da extrasistolia

FORMENTIN, SOFIA
2021/2022

Abstract

Tra le patologie cardiache maggiormente diffuse riconosciamo le aritmie, cioè alterazioni più o meno gravi del battito cardiaco. L’extrasistolia è una forma di aritmia molto frequente, che si manifesta solitamente in forma benigna, ma che può risultare preoccupante se si verifica con frequenza troppo elevata. Questa patologia viene diagnosticata nell’ambito di una semplice visita cardiologica attraverso l’analisi, da parte del medico, del tracciato elettrocardiografico. L’elettrocardiogramma è un segnale caratterizzato da un range di frequenze compreso tra 0.5 e 150 Hz che, grazie all’applicazione di elettrodi sulla cute del paziente, viene visualizzato attraverso l’uso di un elettrocardiografo. Quest’ultimo è costituito da un sofisticato schema funzionale che, oltre a proteggere il paziente da sovratensioni, svolge anche la funzione di caratterizzazione e amplificazione del segnale in ingresso e di filtraggio. Le fonti di rumore che interferiscono nella rilevazione del segnale sono numerose, associate sia a movimenti del paziente stesso, ma anche all’ambiente circostante. A seconda del range di frequenze che interessa il disturbo, parti differenti del tracciato ECG subiscono alterazioni. È fondamentale saper riconoscere la sorgente del rumore per poterlo estromettere attraverso l’utilizzo di un filtro specifico, alterando il meno possibile il segnale di interesse. In questa tesi, dopo una spiegazione iniziale del funzionamento del cuore e dell’attività elettrica cardiaca, si è lasciato ampio spazio alla letteratura riguardante gli aspetti funzionali dell’elettrocardiogramma e dell’elettrocardiografo e ci si è poi concentrati sull’analisi del segnale elettrocardiografico di un paziente affetto da extrasistolia.
2021
Analysis of electrocardiographic signals in patients with regular cardiac activity and patients with extrasystoles
Cuore
Elettrocardiogramma
Extrasistole
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/34252