Nell’ultimo secolo l’aspettativa di vita è aumentata notevolmente e con essa sono comparse una serie di problematiche inerenti all’invecchiamento cellulare. Uno dei problemi principali nella battaglia a queste patologie è dovuto ai metodi di ricerca quali colture in vitro tradizionali e modelli animali che non riescono a rappresentare a pieno la complessità degli organi umani; in particolare del cervello. Per sopperire a questa problematica è stato necessario indurre le cellule staminali pluripotenti a differenziarsi in tessuti cerebrali diversi; questi, crescendo su particolari scaffold, emulano la struttura 3D dell’organo e vengono definiti organoidi cerebrali. La particolarità delle strutture così formate è dovuta alla loro capacità di auto-aggregarsi e auto-organizzarsi nello spazio. In questo modo è possibile osservare il decorso della malattia studiando il cervello (simile a quello di un embrione di circa 12 settimane) che viene tenuto “in vita” su una piastra da laboratorio con un terreno liquido che contiene nutrienti, fattori di crescita e molecole segnale. Alcuni laboratori sono riusciti a tenere in vita i mini-cervelli per oltre un anno, ma la durata di questi organoidi dipende in misura maggiore dal tipo di patologia che si sta studiando.

Organoidi cerebrali per lo studio di malattie neurodegenerative

GUERRA, MARIA GIUSEPPA
2021/2022

Abstract

Nell’ultimo secolo l’aspettativa di vita è aumentata notevolmente e con essa sono comparse una serie di problematiche inerenti all’invecchiamento cellulare. Uno dei problemi principali nella battaglia a queste patologie è dovuto ai metodi di ricerca quali colture in vitro tradizionali e modelli animali che non riescono a rappresentare a pieno la complessità degli organi umani; in particolare del cervello. Per sopperire a questa problematica è stato necessario indurre le cellule staminali pluripotenti a differenziarsi in tessuti cerebrali diversi; questi, crescendo su particolari scaffold, emulano la struttura 3D dell’organo e vengono definiti organoidi cerebrali. La particolarità delle strutture così formate è dovuta alla loro capacità di auto-aggregarsi e auto-organizzarsi nello spazio. In questo modo è possibile osservare il decorso della malattia studiando il cervello (simile a quello di un embrione di circa 12 settimane) che viene tenuto “in vita” su una piastra da laboratorio con un terreno liquido che contiene nutrienti, fattori di crescita e molecole segnale. Alcuni laboratori sono riusciti a tenere in vita i mini-cervelli per oltre un anno, ma la durata di questi organoidi dipende in misura maggiore dal tipo di patologia che si sta studiando.
2021
Cerebral organoids for studying neurodegenerative diseases
Organoidi cerebrali
Bioingegneria
Modellizzazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/34528