Con cash holding si intende l’insieme di tutti gli asset liquidi o facilmente liquidabili di una società: cassa e depositi bancari in primis, ma anche crediti e titoli contenuti nell’attivo corrente di stato patrimoniale e liquidabili non oltre i tre mesi. Uno dei vantaggi principali nel detenere cospicue riserve di liquidità è la crescente capacità delle imprese di rinunciare a finanziamenti esterni, ma, come vedremo in seguito, molti studi rilevano che detenere più denaro può generare seri problemi di agenzia e deve dunque essere discrezione degli agenti operare in linea con gli obiettivi dell’impresa e per le finalità prefissate. Il tema è sempre stato largamente dibattuto poiché non esiste una dottrina univoca dell’argomento: le variabili e motivazioni che spingono le imprese a detenere più o meno liquidità sono molte e per ogni caso potrebbe prevalerne una diversa. La gestione della liquidità è una materia nella pratica piuttosto complessa e soggettiva e, come si vedrà nei primi due capitoli di questo elaborato, per manager e CFO non è mai facile considerare tutte le variabili esistenti. Le disponibilità di liquidità aziendali sono solitamente determinate e influenzate da tre teorie della finanza aziendale: la teoria del trade off, la pecking order theory e la teoria dei free cash flow. Negli ultimi anni la tendenza più visibile è stata l’aumento generalizzato della detenzione di liquidità da parte delle aziende; in effetti, come dimostrato da Ranajee e Rajesh Pathak (2019) i livelli di cash holding sono significativamente più alti durante i periodi di crisi e l’ultimo decennio è stato notoriamente un periodo piuttosto complesso per l’economia mondiale. Il principale obiettivo di questo elaborato, dopo alcuni iniziali e doverosi riferimenti alla letteratura, è quello di approfondire le determinanti del cash holding e le più varie cause che comportano cambiamenti ed influenzano i livelli di liquidità detenuta dalle aziende. All’interno del terzo capitolo, inoltre, verranno interpretati, grazie alle teorie precedentemente illustrate, i dati raccolti da campioni di società italiane
Le politiche di gestione della liquidità delle aziende italiane
BARBOLANI DI MONTAUTO, GIACOMO
2021/2022
Abstract
Con cash holding si intende l’insieme di tutti gli asset liquidi o facilmente liquidabili di una società: cassa e depositi bancari in primis, ma anche crediti e titoli contenuti nell’attivo corrente di stato patrimoniale e liquidabili non oltre i tre mesi. Uno dei vantaggi principali nel detenere cospicue riserve di liquidità è la crescente capacità delle imprese di rinunciare a finanziamenti esterni, ma, come vedremo in seguito, molti studi rilevano che detenere più denaro può generare seri problemi di agenzia e deve dunque essere discrezione degli agenti operare in linea con gli obiettivi dell’impresa e per le finalità prefissate. Il tema è sempre stato largamente dibattuto poiché non esiste una dottrina univoca dell’argomento: le variabili e motivazioni che spingono le imprese a detenere più o meno liquidità sono molte e per ogni caso potrebbe prevalerne una diversa. La gestione della liquidità è una materia nella pratica piuttosto complessa e soggettiva e, come si vedrà nei primi due capitoli di questo elaborato, per manager e CFO non è mai facile considerare tutte le variabili esistenti. Le disponibilità di liquidità aziendali sono solitamente determinate e influenzate da tre teorie della finanza aziendale: la teoria del trade off, la pecking order theory e la teoria dei free cash flow. Negli ultimi anni la tendenza più visibile è stata l’aumento generalizzato della detenzione di liquidità da parte delle aziende; in effetti, come dimostrato da Ranajee e Rajesh Pathak (2019) i livelli di cash holding sono significativamente più alti durante i periodi di crisi e l’ultimo decennio è stato notoriamente un periodo piuttosto complesso per l’economia mondiale. Il principale obiettivo di questo elaborato, dopo alcuni iniziali e doverosi riferimenti alla letteratura, è quello di approfondire le determinanti del cash holding e le più varie cause che comportano cambiamenti ed influenzano i livelli di liquidità detenuta dalle aziende. All’interno del terzo capitolo, inoltre, verranno interpretati, grazie alle teorie precedentemente illustrate, i dati raccolti da campioni di società italianeFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/35266