RIASSUNTO Dal febbraio 2020 l’esplosione della pandemia COVID-19 ha influenzato le modalità e gli accessi alle cure da parte dei pazienti, sia per le limitazioni imposte alla mobilità, sia per il timore di infezioni legate all’accesso alle strutture ospedaliere e alle visite mediche. Anche se è ipotizzabile che ciò si sia tradotto in sostanziali modifiche dell’accesso alle cure primarie e possa aver prodotto i cosiddetti “danni collaterali”, ovvero eventi patologici minori e maggiori che si sarebbero potuti evitare con adeguate misure di prevenzione. I dati tuttora disponibili sono alquanto contrastanti e mancano dati relativi agli accessi al Dipartimento di Emergenza (ED, UOC di Accettazione e Pronto Soccorso) di Padova. SCOPO DELLO STUDIO Obiettivo primario dello studio è stato valutare se la pandemia COVID-19 abbia avuto un impatto sugli accessi alla U.O.C di Accettazione e Pronto Soccorso di Padova e sulla gestione dei pazienti. Tali informazioni potrebbero risultare utili per pianificare e riorganizzare l’utilizzo delle risorse nell’ambito urgentistico, anche nell’evenienza di future ondate pandemiche e, inoltre, per riprogrammare le cure mancate nel periodo pandemico. MATERIALI E METODI Questa tesi s’inserisce nell’ambito dello studio COVIDA, un ampio studio osservazionale, retrospettivo, multicentrico, no profit, diretto a valutare se la pandemia COVID-19 abbia avuto un impatto sugli accessi alla U.O.C di Accettazione e Pronto Soccorso di Padova e sulla gestione dei pazienti che afferivano per una serie di disturbi. Questo studio ha valutato solo il Pronto Soccorso Azienda Ospedale Università di Padova (AOUP). I dati reperibili dai verbali di dimissione, resi in forma anonima, sono stati trasferiti in un database online, codificati secondo protocollo, allo scopo di garantire l’anonimità, ed analizzati tramite software di analisi SPSS. RISULTATI Il numero degli accessi totali in ED è diminuito nel 2020, anno d’inizio pandemia, per poi aumentare nel 2021, a pandemia inoltrata, in condizioni di alleggerimento delle misure restrittive. Nei pazienti con valori pressori elevati sono aumentati i casi di somministrazione di terapia farmacologica in ED, specialmente per via EV, contestualmente ad un maggior controllo dei valori ematici di creatinina e potassio; diminuiti i pazienti in terapia con ACEi e sartani e anche la loro somministrazione in ED, forse legata al rapporto con l’infezione da Sars-CoV-2. Nei pazienti con cardiopalmo generalmente le comorbidità non sono variate significativamente, fa eccezione l’insufficienza renale cronica, in aumento soprattutto a pandemia avanzata; aumentate le tachiaritmie specialmente negli ipertesi con cardiopalmo, in particolare FA/Flutter ma anche TPSV. In generale si è riscontrata una diminuzione della somministrazione dei farmaci antiaritmici in favore di procedure quali la CVE; infine, l’aumento negli anni della risoluzione dei sintomi alla dimissione/ricovero indica buone performance dell’ED Padovano anche in tempi di emergenza pandemica. CONCLUSIONI In sintesi, lo studio ha dimostrato significative variazioni negli anni della pandemia nel numero di accessi in ED, terapie somministrate ed esami strumentali. Globalmente non si sono osservate differenze significative nell’outcome ed anzi un aumento nella risoluzione dei sintomi alla dimissione/ricovero, mostrando l’ottima performance dell’ED di Padova. È auspicabile che questi risultati siano utili a migliorare le performance degli ED, anche in previsione di eventuali future emergenze sanitarie.
Impatto della pandemia di COVID-19 sugli accessi in Pronto Soccorso a Padova: indagine sugli accessi per ipertensione arteriosa e cardiopalmo.
BRUNONI, MATTIA
2021/2022
Abstract
RIASSUNTO Dal febbraio 2020 l’esplosione della pandemia COVID-19 ha influenzato le modalità e gli accessi alle cure da parte dei pazienti, sia per le limitazioni imposte alla mobilità, sia per il timore di infezioni legate all’accesso alle strutture ospedaliere e alle visite mediche. Anche se è ipotizzabile che ciò si sia tradotto in sostanziali modifiche dell’accesso alle cure primarie e possa aver prodotto i cosiddetti “danni collaterali”, ovvero eventi patologici minori e maggiori che si sarebbero potuti evitare con adeguate misure di prevenzione. I dati tuttora disponibili sono alquanto contrastanti e mancano dati relativi agli accessi al Dipartimento di Emergenza (ED, UOC di Accettazione e Pronto Soccorso) di Padova. SCOPO DELLO STUDIO Obiettivo primario dello studio è stato valutare se la pandemia COVID-19 abbia avuto un impatto sugli accessi alla U.O.C di Accettazione e Pronto Soccorso di Padova e sulla gestione dei pazienti. Tali informazioni potrebbero risultare utili per pianificare e riorganizzare l’utilizzo delle risorse nell’ambito urgentistico, anche nell’evenienza di future ondate pandemiche e, inoltre, per riprogrammare le cure mancate nel periodo pandemico. MATERIALI E METODI Questa tesi s’inserisce nell’ambito dello studio COVIDA, un ampio studio osservazionale, retrospettivo, multicentrico, no profit, diretto a valutare se la pandemia COVID-19 abbia avuto un impatto sugli accessi alla U.O.C di Accettazione e Pronto Soccorso di Padova e sulla gestione dei pazienti che afferivano per una serie di disturbi. Questo studio ha valutato solo il Pronto Soccorso Azienda Ospedale Università di Padova (AOUP). I dati reperibili dai verbali di dimissione, resi in forma anonima, sono stati trasferiti in un database online, codificati secondo protocollo, allo scopo di garantire l’anonimità, ed analizzati tramite software di analisi SPSS. RISULTATI Il numero degli accessi totali in ED è diminuito nel 2020, anno d’inizio pandemia, per poi aumentare nel 2021, a pandemia inoltrata, in condizioni di alleggerimento delle misure restrittive. Nei pazienti con valori pressori elevati sono aumentati i casi di somministrazione di terapia farmacologica in ED, specialmente per via EV, contestualmente ad un maggior controllo dei valori ematici di creatinina e potassio; diminuiti i pazienti in terapia con ACEi e sartani e anche la loro somministrazione in ED, forse legata al rapporto con l’infezione da Sars-CoV-2. Nei pazienti con cardiopalmo generalmente le comorbidità non sono variate significativamente, fa eccezione l’insufficienza renale cronica, in aumento soprattutto a pandemia avanzata; aumentate le tachiaritmie specialmente negli ipertesi con cardiopalmo, in particolare FA/Flutter ma anche TPSV. In generale si è riscontrata una diminuzione della somministrazione dei farmaci antiaritmici in favore di procedure quali la CVE; infine, l’aumento negli anni della risoluzione dei sintomi alla dimissione/ricovero indica buone performance dell’ED Padovano anche in tempi di emergenza pandemica. CONCLUSIONI In sintesi, lo studio ha dimostrato significative variazioni negli anni della pandemia nel numero di accessi in ED, terapie somministrate ed esami strumentali. Globalmente non si sono osservate differenze significative nell’outcome ed anzi un aumento nella risoluzione dei sintomi alla dimissione/ricovero, mostrando l’ottima performance dell’ED di Padova. È auspicabile che questi risultati siano utili a migliorare le performance degli ED, anche in previsione di eventuali future emergenze sanitarie.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/35564