La criminalità organizzata, sfuggita all'attenzione mediatica negli ultimi anni, si è ben radicata in tutta Italia, espandendosi oltre i confini tradizionali del Mezzogiorno, inseguendo promettenti possibilità di profitto anche nel Centro e Nord Italia. Le politiche volte a ridurre la criminalità richiedono ingenti risorse e, per questo motivo, un'analisi economica non può che considerarne costi e benefici. Avvalendomi del lavoro di Gary S. Becker, nella prima parte del saggio intendo dimostrare che, diversamente da quanto auspicabile socialmente, una politica ottimale possa tollerare un certo numero di crimini. Prendo poi in esame un modello matematico elaborato da Garoupa che dimostra come sanzioni e provvedimenti più duri non implichino necessariamente un miglioramento del benessere sociale. Infine affronto il tema dei collaboratori di giustizia ovvero di coloro che, una volta scoperti nelle loro attività criminali, o volontariamente confessatosi, decidono di collaborare con lo Stato condividendo informazioni confidenziali riguardo la rete criminale di appartenenza, i propri collaboratori o superiori in cambio di uno sconto sulla pena. Estraneo al dibattito popolare sulla controversa figura del collaboratore di giustizia, cui accenno brevemente in queste pagine, Garoupa analizza ancora una volta il fenomeno da un punto di vista matematico-economico evidenziandone la complessità.
Contrasto alla criminalità: ottimalità economica e implicazioni sociali
MARCOLIN, ANNA
2021/2022
Abstract
La criminalità organizzata, sfuggita all'attenzione mediatica negli ultimi anni, si è ben radicata in tutta Italia, espandendosi oltre i confini tradizionali del Mezzogiorno, inseguendo promettenti possibilità di profitto anche nel Centro e Nord Italia. Le politiche volte a ridurre la criminalità richiedono ingenti risorse e, per questo motivo, un'analisi economica non può che considerarne costi e benefici. Avvalendomi del lavoro di Gary S. Becker, nella prima parte del saggio intendo dimostrare che, diversamente da quanto auspicabile socialmente, una politica ottimale possa tollerare un certo numero di crimini. Prendo poi in esame un modello matematico elaborato da Garoupa che dimostra come sanzioni e provvedimenti più duri non implichino necessariamente un miglioramento del benessere sociale. Infine affronto il tema dei collaboratori di giustizia ovvero di coloro che, una volta scoperti nelle loro attività criminali, o volontariamente confessatosi, decidono di collaborare con lo Stato condividendo informazioni confidenziali riguardo la rete criminale di appartenenza, i propri collaboratori o superiori in cambio di uno sconto sulla pena. Estraneo al dibattito popolare sulla controversa figura del collaboratore di giustizia, cui accenno brevemente in queste pagine, Garoupa analizza ancora una volta il fenomeno da un punto di vista matematico-economico evidenziandone la complessità.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/35653