La popolazione mondiale è in costante crescita, per sostenere la richiesta alimentare l’agricoltura necessita di aumentare la produzione, il che prevede un fabbisogno maggiore di acqua; Il settore agricolo ne è già il principale consumatore a livello globale, con valori che superano il 70% della disponibilità totale. Ci si trova perciò di fronte ad un problema, in quanto la disponibilità di acqua a causa dei cambiamenti climatici sta calando, ma i fabbisogni aumentano. L’obiettivo dell’agricoltura, contemporanea e futura, è quello di trasferire l’attenzione (storicamente focalizzata sulla massimizzazione della produzione totale) sui fattori limitanti nel processo produttivo, in particolare disponibilità di terra e acqua. A tal proposito, l’applicazione dell’irrigazione in deficit (DI), può essere una valida soluzione, specialmente nelle regioni aride o semi-aride. L’irrigazione deficitaria o deficit idrico controllato, è una tecnica irrigua che concentra la distribuzione dell’acqua durante le fasi di maggiore sensibilità allo stress idrico, escludendola completamente o quasi nei restanti periodi più resistenti. L’obiettivo è quindi ridurre l’utilizzo di acqua ottimizzandone l’efficienza (quest’ultima espressa come WP, ossia la resa per unità di acqua utilizzata in evapotraspirazione), infatti nonostante la pianta si possa trovare in una condizione di limitato stress durante alcune fasi del ciclo, la produzione rimarrà, a livello quantitativo, di poco inferiore ad una condizione tradizionale, ma a livello qualitativo uguale o migliore. Per poter applicare l’irrigazione deficitaria, è di fondamentale importanza conoscere come la coltura risponde alla condizione di siccità, questa varia in funzione del genotipo e dello stadio fenologico, e determina il fatto che non possa essere attuata ad ogni coltura e condizione pedoclimatica.
DEFICIT IDRICO CONTROLLATO - ANALISI DI UNA TECNICA IRRIGUA AD ALTA EFFICIENZA
MIGLIORINI, ANDREA
2021/2022
Abstract
La popolazione mondiale è in costante crescita, per sostenere la richiesta alimentare l’agricoltura necessita di aumentare la produzione, il che prevede un fabbisogno maggiore di acqua; Il settore agricolo ne è già il principale consumatore a livello globale, con valori che superano il 70% della disponibilità totale. Ci si trova perciò di fronte ad un problema, in quanto la disponibilità di acqua a causa dei cambiamenti climatici sta calando, ma i fabbisogni aumentano. L’obiettivo dell’agricoltura, contemporanea e futura, è quello di trasferire l’attenzione (storicamente focalizzata sulla massimizzazione della produzione totale) sui fattori limitanti nel processo produttivo, in particolare disponibilità di terra e acqua. A tal proposito, l’applicazione dell’irrigazione in deficit (DI), può essere una valida soluzione, specialmente nelle regioni aride o semi-aride. L’irrigazione deficitaria o deficit idrico controllato, è una tecnica irrigua che concentra la distribuzione dell’acqua durante le fasi di maggiore sensibilità allo stress idrico, escludendola completamente o quasi nei restanti periodi più resistenti. L’obiettivo è quindi ridurre l’utilizzo di acqua ottimizzandone l’efficienza (quest’ultima espressa come WP, ossia la resa per unità di acqua utilizzata in evapotraspirazione), infatti nonostante la pianta si possa trovare in una condizione di limitato stress durante alcune fasi del ciclo, la produzione rimarrà, a livello quantitativo, di poco inferiore ad una condizione tradizionale, ma a livello qualitativo uguale o migliore. Per poter applicare l’irrigazione deficitaria, è di fondamentale importanza conoscere come la coltura risponde alla condizione di siccità, questa varia in funzione del genotipo e dello stadio fenologico, e determina il fatto che non possa essere attuata ad ogni coltura e condizione pedoclimatica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/35795