Gli anticorpi monoclonali (mAbs) rappresentano ad oggi una delle strategie più comunemente utilizzate nella terapia oncologica, questo perché sono farmaci dotati di buona specificità ed efficacia terapeutica, seppur siano estremamente costosi e con una stabilità, riportata dal proprio riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP), molto limitata. Questo problema si presenta anche per cetuximab (Erbitux®) e panitumumab (Vectibix®), due mAbs ampiamente utilizzati in clinica per il trattamento di tumori del colon-retto esprimenti il recettore per il fattore di crescita epidermico (EGFR). Infatti, il primo presenta una scadenza di 24 h a 2-8°C per la fiala aperta e 48 h fino a 25°C se diluito in sacca infusionale, mentre per il secondo sono disponibili indicazioni solo per le diluizioni, aventi una scadenza di 24 h a 2-8°C. La limitata stabilità dei preparati antiblastici esercita un impatto negativo sia a livello economico che organizzativo in quanto impedisce, per esempio, la preparazione delle terapie in anticipo o l’applicazione del vial-sharing su più giornate. Lo scopo di questa tesi è stato quindi quello di valutare una stabilità prolungata delle fiale aperte di Erbitux® e Vectibix®, nonché delle relative preparazioni allestite in sacche infusionali di poliolefina (POF)/poliammide alle diluizioni, in acqua fisiologica 0,9 % di NaCl, selezionate tra quelle più comunemente somministrate in terapia (4 e 1,5 mg/mL per cetuximab, 6 e 3 mg/mL per panitumumab) e conservate secondo RCP a 2-8°C, oppure a seguito di una interruzione della catena del freddo (15 h a 25°C). La stabilità di questi campioni è stata caratterizzata a livello chimico-fisico, biologico e microbiologico, utilizzando differenti tecniche. Nello specifico, per la determinazione chimico-fisica si sono effettuate ispezioni visive, misurazioni del pH, analisi di spettroscopia UV-VIS per il calcolo della concentrazione, la determinazione di aggregati subvisibili e l’analisi in derivata seconda della struttura terziaria dei mAbs, mentre l’individuazione di aggregati o frammenti proteici è stata condotta mediante SDS-PAGE. Il mantenimento dell’attività farmacologica dei campioni è stato accertato mediante tecniche citofluorimetriche e bioluminescenti che hanno permesso di verificare se i mAbs avessero preservato le capacità di riconoscimento e legame del recettore EGFR, nonché alcune delle loro funzioni effettrici (attività antiproliferativa e pro-apoptotica). L’analisi microbiologica ha compreso saggi di crescita di microorganismi aerobi e anaerobi e l’individuazione di endotossine tramite LAL test. Inoltre, come suggerito dalle linee guida sottoscritte dall’Agenzia Europea per i Medicinali (ICH Q5C), come controllo per la validazione dell’affidabilità delle metodologie utilizzate, le fiale di Erbitux® e Vectibix® sono state sottoposte a stress termici (50°C, 60°C e 70°C) e chimici (tripsina). Nel complesso, i dati ottenuti hanno dimostrato che entrambi i mAbs, sia fiale aperte che diluizioni in sacca di POF/poliammide, e ad entrambe le condizioni di conservazione studiate, hanno preservato inalterate le loro proprietà chimico-fisiche e biologiche fino a 30 giorni, addirittura 180 giorni per le fiale conservate a 2-8°C. A tali tempistiche, inoltre, non è stata rilevata alcuna contaminazione microbiologica. Inoltre, Erbitux® ha dimostrato essere stabile anche a seguito di stress termico dovuto a riscaldamento per 12h a 50°C.

Valutazione della stabilità chimico-fisica e biologica di cetuximab (Erbitux®) e panitumumab (Vectibix®) allestiti presso l’Unità Farmaci Antiblastici dell’Istituto Oncologico Veneto-IRCCS

SARAN, CAMILLA
2021/2022

Abstract

Gli anticorpi monoclonali (mAbs) rappresentano ad oggi una delle strategie più comunemente utilizzate nella terapia oncologica, questo perché sono farmaci dotati di buona specificità ed efficacia terapeutica, seppur siano estremamente costosi e con una stabilità, riportata dal proprio riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP), molto limitata. Questo problema si presenta anche per cetuximab (Erbitux®) e panitumumab (Vectibix®), due mAbs ampiamente utilizzati in clinica per il trattamento di tumori del colon-retto esprimenti il recettore per il fattore di crescita epidermico (EGFR). Infatti, il primo presenta una scadenza di 24 h a 2-8°C per la fiala aperta e 48 h fino a 25°C se diluito in sacca infusionale, mentre per il secondo sono disponibili indicazioni solo per le diluizioni, aventi una scadenza di 24 h a 2-8°C. La limitata stabilità dei preparati antiblastici esercita un impatto negativo sia a livello economico che organizzativo in quanto impedisce, per esempio, la preparazione delle terapie in anticipo o l’applicazione del vial-sharing su più giornate. Lo scopo di questa tesi è stato quindi quello di valutare una stabilità prolungata delle fiale aperte di Erbitux® e Vectibix®, nonché delle relative preparazioni allestite in sacche infusionali di poliolefina (POF)/poliammide alle diluizioni, in acqua fisiologica 0,9 % di NaCl, selezionate tra quelle più comunemente somministrate in terapia (4 e 1,5 mg/mL per cetuximab, 6 e 3 mg/mL per panitumumab) e conservate secondo RCP a 2-8°C, oppure a seguito di una interruzione della catena del freddo (15 h a 25°C). La stabilità di questi campioni è stata caratterizzata a livello chimico-fisico, biologico e microbiologico, utilizzando differenti tecniche. Nello specifico, per la determinazione chimico-fisica si sono effettuate ispezioni visive, misurazioni del pH, analisi di spettroscopia UV-VIS per il calcolo della concentrazione, la determinazione di aggregati subvisibili e l’analisi in derivata seconda della struttura terziaria dei mAbs, mentre l’individuazione di aggregati o frammenti proteici è stata condotta mediante SDS-PAGE. Il mantenimento dell’attività farmacologica dei campioni è stato accertato mediante tecniche citofluorimetriche e bioluminescenti che hanno permesso di verificare se i mAbs avessero preservato le capacità di riconoscimento e legame del recettore EGFR, nonché alcune delle loro funzioni effettrici (attività antiproliferativa e pro-apoptotica). L’analisi microbiologica ha compreso saggi di crescita di microorganismi aerobi e anaerobi e l’individuazione di endotossine tramite LAL test. Inoltre, come suggerito dalle linee guida sottoscritte dall’Agenzia Europea per i Medicinali (ICH Q5C), come controllo per la validazione dell’affidabilità delle metodologie utilizzate, le fiale di Erbitux® e Vectibix® sono state sottoposte a stress termici (50°C, 60°C e 70°C) e chimici (tripsina). Nel complesso, i dati ottenuti hanno dimostrato che entrambi i mAbs, sia fiale aperte che diluizioni in sacca di POF/poliammide, e ad entrambe le condizioni di conservazione studiate, hanno preservato inalterate le loro proprietà chimico-fisiche e biologiche fino a 30 giorni, addirittura 180 giorni per le fiale conservate a 2-8°C. A tali tempistiche, inoltre, non è stata rilevata alcuna contaminazione microbiologica. Inoltre, Erbitux® ha dimostrato essere stabile anche a seguito di stress termico dovuto a riscaldamento per 12h a 50°C.
2021
Evaluation of the physicochemical and biological stability of cetuximab (Erbitux®) and panitumumab (Vectibix®) set up at the Antiblastic Drugs Unit of the Veneto Institute of Oncology-IRCCS
terapia oncologica
stabilità
anticorpo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/35913