Cosa si intende quando si parla di Bellezza? Esiste uno standard estetico universale? Nel tentativo di rispondere alle domande di ricerca, il presente elaborato si propone di passare in rassegna la storia della Bellezza da Greci ed Egizi all’estetica evolutiva per dimostrare come dall’antichità all’era digitale l’oggetto della ricerca della Bellezza è passato da essere cosa è il Bello a chi è il Bello. Armonia, ordine e proporzione sono le parole d’ordine del canone di bellezza ideale di cui ha messo le basi lo scultore greco Policleto e che nel XIX secolo è stato rappresentato dalla bellezza irraggiungibile delle dive di Hollywood e delle top model. Oggi grazie alla diffusione dei social media il canone è diventato più accessibile e multiforme, ma i mezzi di comunicazione di massa si sono presentati come possibili veicoli di trasmissione di stereotipi e pregiudizi, i quali a loro volta hanno portato a discriminazioni. In questo ambito, a fare una rivoluzione (culturale) è stato il giovane fotografo americano Peter DeVito, che attraverso i suoi progetti si propone di sfidare la rappresentazione (e non) delle persone nel mondo della moda, nell’industria cosmetica e nei media in generale. Dall’analisi qualitativa e quantitativa dello studio condotto nell’ambito della mia tesi di laurea è emerso che come la “Grande Teoria” nel corso dei ventidue secoli in cui ha predominato è stata integrata da tesi supplementari, ha incontrato riserve e, allo stesso tempo, è coesistita insieme ad altre teorie, così tuttora non esiste una definizione di Bellezza, la quale risente di tutti i modelli teorici che si sono alternati e sono stati ripresi in ambito filosofico, psicologico e scientifico al fine di spiegare l’origine e l’evoluzione del senso del Bello tra natura e cultura, tra disposizioni biologiche e acquisizioni culturali, tra innato e appreso.

La ricerca della Bellezza dall’antichità all’era digitale: da cosa è il Bello a chi è il Bello

FOGOLIN, MELANY
2021/2022

Abstract

Cosa si intende quando si parla di Bellezza? Esiste uno standard estetico universale? Nel tentativo di rispondere alle domande di ricerca, il presente elaborato si propone di passare in rassegna la storia della Bellezza da Greci ed Egizi all’estetica evolutiva per dimostrare come dall’antichità all’era digitale l’oggetto della ricerca della Bellezza è passato da essere cosa è il Bello a chi è il Bello. Armonia, ordine e proporzione sono le parole d’ordine del canone di bellezza ideale di cui ha messo le basi lo scultore greco Policleto e che nel XIX secolo è stato rappresentato dalla bellezza irraggiungibile delle dive di Hollywood e delle top model. Oggi grazie alla diffusione dei social media il canone è diventato più accessibile e multiforme, ma i mezzi di comunicazione di massa si sono presentati come possibili veicoli di trasmissione di stereotipi e pregiudizi, i quali a loro volta hanno portato a discriminazioni. In questo ambito, a fare una rivoluzione (culturale) è stato il giovane fotografo americano Peter DeVito, che attraverso i suoi progetti si propone di sfidare la rappresentazione (e non) delle persone nel mondo della moda, nell’industria cosmetica e nei media in generale. Dall’analisi qualitativa e quantitativa dello studio condotto nell’ambito della mia tesi di laurea è emerso che come la “Grande Teoria” nel corso dei ventidue secoli in cui ha predominato è stata integrata da tesi supplementari, ha incontrato riserve e, allo stesso tempo, è coesistita insieme ad altre teorie, così tuttora non esiste una definizione di Bellezza, la quale risente di tutti i modelli teorici che si sono alternati e sono stati ripresi in ambito filosofico, psicologico e scientifico al fine di spiegare l’origine e l’evoluzione del senso del Bello tra natura e cultura, tra disposizioni biologiche e acquisizioni culturali, tra innato e appreso.
2021
The search for Beauty from ancient times to digital age: from what is Beauty to who is Beauty
Bellezza
Estetica
Pregiudizi
Stereotipi
Discriminazioni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/35970