L’elaborato ha l’obiettivo di mostrare come le nozioni di sensibilità e corporeità, nelle concezioni filosofiche di Merleau-Ponty e Schiller, siano fondamentali ai fini dell’orientamento nel mondo e della sua comprensione. Prendendo in esame il testo Fenomenologia della percezione di Merleau-Ponty, si intende mettere in luce il rapporto intrinseco tra l’uomo e il mondo che lo circonda, in cui l’atto esperienziale svolge un ruolo fondamentale, poiché attribuisce senso ai dati forniti dalla percezione, rendendoli “vissuti” e implicati, in tutti i loro aspetti, nella spazio-temporalità. In secondo luogo, è proposta un’analisi critica nei confronti della metafisica dualistica di Descartes, che contrappone l’anima al corpo e ne stabilisce l’irriducibilità delle funzioni: si intende, dunque, porre in rilievo il distacco tra la concezione merleau-pontyana, incentrata sul sistema di relazioni tra l’individuo e l’esteriorità, e quella cartesiana, dove res cogitans e res extensa segnano la separazione fra l’ambito spirituale e quello fisico. Infine, è presentato un ragionamento sul pensiero romantico di Schiller che, sebbene databile tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, avanza spunti fecondi che consentono di parlare di pensiero incarnato, anticipando, in questo modo, la prospettiva merleau-pontyana di uomo radicato nella natura. Mentre Merleau-Ponty identifica un’unione costante tra il mondo e l’uomo che lo abita, per cui ogni atto umano è un’operazione primordiale e creatrice di nuovi significati, Schiller vede nella pratica del gioco l’impulso mediatore tra le componenti sensibile e razionale dell’uomo, in grado di ripristinarne l’originario rapporto con la natura.
Abitare il corpo. La percezione come esperienza dell'unità in Merleau-Ponty e Schiller.
MALAMAN, LETIZIA
2021/2022
Abstract
L’elaborato ha l’obiettivo di mostrare come le nozioni di sensibilità e corporeità, nelle concezioni filosofiche di Merleau-Ponty e Schiller, siano fondamentali ai fini dell’orientamento nel mondo e della sua comprensione. Prendendo in esame il testo Fenomenologia della percezione di Merleau-Ponty, si intende mettere in luce il rapporto intrinseco tra l’uomo e il mondo che lo circonda, in cui l’atto esperienziale svolge un ruolo fondamentale, poiché attribuisce senso ai dati forniti dalla percezione, rendendoli “vissuti” e implicati, in tutti i loro aspetti, nella spazio-temporalità. In secondo luogo, è proposta un’analisi critica nei confronti della metafisica dualistica di Descartes, che contrappone l’anima al corpo e ne stabilisce l’irriducibilità delle funzioni: si intende, dunque, porre in rilievo il distacco tra la concezione merleau-pontyana, incentrata sul sistema di relazioni tra l’individuo e l’esteriorità, e quella cartesiana, dove res cogitans e res extensa segnano la separazione fra l’ambito spirituale e quello fisico. Infine, è presentato un ragionamento sul pensiero romantico di Schiller che, sebbene databile tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, avanza spunti fecondi che consentono di parlare di pensiero incarnato, anticipando, in questo modo, la prospettiva merleau-pontyana di uomo radicato nella natura. Mentre Merleau-Ponty identifica un’unione costante tra il mondo e l’uomo che lo abita, per cui ogni atto umano è un’operazione primordiale e creatrice di nuovi significati, Schiller vede nella pratica del gioco l’impulso mediatore tra le componenti sensibile e razionale dell’uomo, in grado di ripristinarne l’originario rapporto con la natura.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/36142