Con all’avvento di internet e la nascita di nuovi social, l’unidirezionalità dell’informazione è venuta meno lasciando spazio ad un sovraccarico informativo dove tutti, non più solo giornalisti ed esperti, partecipano attivamente alla produzione e diffusione di contenuti. All’interno di questa nuova dimensione di iperconnessione si sono creati, ad opera anche degli algoritmi, nuovi fenomeni fra cui quello delle filter bubble e delle echo-chamber che hanno favorito lo schierarsi dell’opinione pubblica a favore o contro una specifica questione. Per ogni individuo il mondo online si è quindi diviso in: con me o contro di me. In questo panorama polarizzato però non tutti prendono subito una posizione definita. Osservando meglio si può infatti notare una maggioranza silenziosa: un gruppo di utenti che decide di non esprimere pubblicamente le proprie opinioni ed evita quindi di schierarsi a favore di una o dell’altra parte. Parte di questo gruppo: la “zona grigia”, formata da quelli che intervengono all'interno delle discussioni ponendo domande o esprimendo perplessità al fine di risolvere i loro dubbi, costituisce la fetta più importante del pubblico, quella a cui si dovrebbe prestare più attenzione ogni qualvolta ci si interfaccia con la propria audience attraverso i social. Proprio per la sua natura, ancora non totalmente definita, questa parte di pubblico risulta essere quella più aperta a prendere in considerazione punti di vista diversi dal proprio. Anche se difficile da intercettare, la "zona grigia" può rivelarsi capace di ripagare al massimo i diversi sforzi argomentativi, favorendo un confronto costruttivo e felice.
Polarizzazioni online: convincere la "zona grigia" attraverso l'argomentazione
ROVEDA, TERESA
2021/2022
Abstract
Con all’avvento di internet e la nascita di nuovi social, l’unidirezionalità dell’informazione è venuta meno lasciando spazio ad un sovraccarico informativo dove tutti, non più solo giornalisti ed esperti, partecipano attivamente alla produzione e diffusione di contenuti. All’interno di questa nuova dimensione di iperconnessione si sono creati, ad opera anche degli algoritmi, nuovi fenomeni fra cui quello delle filter bubble e delle echo-chamber che hanno favorito lo schierarsi dell’opinione pubblica a favore o contro una specifica questione. Per ogni individuo il mondo online si è quindi diviso in: con me o contro di me. In questo panorama polarizzato però non tutti prendono subito una posizione definita. Osservando meglio si può infatti notare una maggioranza silenziosa: un gruppo di utenti che decide di non esprimere pubblicamente le proprie opinioni ed evita quindi di schierarsi a favore di una o dell’altra parte. Parte di questo gruppo: la “zona grigia”, formata da quelli che intervengono all'interno delle discussioni ponendo domande o esprimendo perplessità al fine di risolvere i loro dubbi, costituisce la fetta più importante del pubblico, quella a cui si dovrebbe prestare più attenzione ogni qualvolta ci si interfaccia con la propria audience attraverso i social. Proprio per la sua natura, ancora non totalmente definita, questa parte di pubblico risulta essere quella più aperta a prendere in considerazione punti di vista diversi dal proprio. Anche se difficile da intercettare, la "zona grigia" può rivelarsi capace di ripagare al massimo i diversi sforzi argomentativi, favorendo un confronto costruttivo e felice.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/36204