La presente tesi intende analizzare l’evoluzione del dibattito sul peacebuilding, in particolare in relazione alla svolta locale da questo subito. Nell’ultimo decennio, infatti, il concetto di local ownership è diventato centrale nei dibattiti politici e accademici sul peacebuilding, influenzando così le esperienze successive. L’obiettivo del presente elaborato è, quindi, quello di dimostrare come il coinvolgimento e l’empowerment degli attori locali sia essenziale ai fini del successo del peacebuilding. Cercando sempre di non romanticizzare il “locale”, si sostiene che l’approccio migliore per la costruzione della pace sia quello ibrido, in cui la local ownership è presente in tutte le fasi del processo e in cui la dimensione locale, da un lato, e quella internazionale, dall’altro, si incontrano e integrano tra loro. In quest’ottica, gli attori internazionali possono contribuire alla costruzione della pace soltanto agendo come facilitatori o consulenti esterni, anziché come direttori. Infatti, una pace sostenibile può essere realizzata, soltanto costruendo sulle strutture, tradizioni e pratiche socio-politiche locali. Ciò viene dimostrato con riferimento al caso di Timor Est, in cui le Nazioni Unite hanno introdotto elementi ibridi nelle loro policy e in cui si sono verificate pratiche bottom-up di environmental peacebuilding di successo.
Peacebuilding e Local Ownership: il caso del Timor Est
DORAGROSSA, SOFIA
2021/2022
Abstract
La presente tesi intende analizzare l’evoluzione del dibattito sul peacebuilding, in particolare in relazione alla svolta locale da questo subito. Nell’ultimo decennio, infatti, il concetto di local ownership è diventato centrale nei dibattiti politici e accademici sul peacebuilding, influenzando così le esperienze successive. L’obiettivo del presente elaborato è, quindi, quello di dimostrare come il coinvolgimento e l’empowerment degli attori locali sia essenziale ai fini del successo del peacebuilding. Cercando sempre di non romanticizzare il “locale”, si sostiene che l’approccio migliore per la costruzione della pace sia quello ibrido, in cui la local ownership è presente in tutte le fasi del processo e in cui la dimensione locale, da un lato, e quella internazionale, dall’altro, si incontrano e integrano tra loro. In quest’ottica, gli attori internazionali possono contribuire alla costruzione della pace soltanto agendo come facilitatori o consulenti esterni, anziché come direttori. Infatti, una pace sostenibile può essere realizzata, soltanto costruendo sulle strutture, tradizioni e pratiche socio-politiche locali. Ciò viene dimostrato con riferimento al caso di Timor Est, in cui le Nazioni Unite hanno introdotto elementi ibridi nelle loro policy e in cui si sono verificate pratiche bottom-up di environmental peacebuilding di successo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/36864