Esclusione legale delle donne e delle persone razzializzate: tre tentativi di superamento

La cittadinanza, intesa come strumento giuridico e politico di partecipazione popolare, si lega fortemente al vissuto della società per cui viene ideata. La seguente trattazione vuole problematizzare la stessa cittadinanza, in quanto fondata su costrutti razzisti e sessisti, legalmente istituiti al fine di giustificare l’esclusione di alcune fasce di popolazione. La domanda di ricerca da cui si sviluppa il lavoro, riguarda i tentativi di unione dei movimenti femministi e antirazzisti, in particolare relativamente all’influenza che questi possono aver generato nella costruzione della categoria di cittadinanza. Il caso studiato è quello statunitense e l’operato dei movimenti legati alla questione di genere e razziale verrà studiato in relazione ai seguenti eventi: lotta per l’abolizionismo della schiavitù black, per la conquista del diritto di voto per le donne e per le persone of color e infine per l’istruzione, in contrasto all’annoso problema dell’analfabetismo nel Sud degli Stati Uniti. Queste mobilitazioni popolari scandiranno temporalmente la trattazione, che non è quindi circoscritta in termini temporali, ma analizza tre momenti differenti della storia americana nei quali si è tentato un avvicinamento tra i due movimenti sopra citati.