La tesi vuole affrontare le problematiche e i disagi legati ad un utilizzo sessista della lingua italiana. Il linguaggio ci permette di esprimere la realtà che vediamo, ma non solo. Fa si che essa sia riprodotta nel nostro immaginario, forgiandolo. Di conseguenza, ciò che non ha un nome non esiste. Esponendo il caso dei femminili professionali, di cui si fa poco utilizzo perché “forzati” o “orribili alla vista e all’udito” secondo alcuni, l’obiettivo di questo studio è mostrare - attraverso il confronto di saggi, articoli e pubblicazioni - quanto sia importante in una società equa e giusta creare spazio perché tutti, a dispetto del genere e dell’occupazione, siano rappresentati dalla lingua con cui si esprimono. Si dimostrerà, partendo da “Il sessismo nella lingua italiana” di Alma Sabatini, come le soluzioni perché mestieri tradizionalmente maschili siano declinati al femminile esistono e sono semplici da implementare. La ricerca rivela come le limitazioni oggi presenti sono amplificate dai media che – a volte subdolamente, a volte esplicitamente – riproducono ruoli di genere ormai obsoleti. Un’analisi delle linee guida statali e europee conclude lo studio, dimostrando che i cambiamenti sono fondamentali e sono incoraggiati dalle autorità. La correzione dell’atteggiamento lessicale, infatti, è indispensabile anche per la tutela delle future generazioni. Perché crescano sapendo che, ovunque si collochino all’interno di una sfera sociale in continua evoluzione, hanno diritto ad un’identità e a pari opportunità.
L'importanza di avere un nome: sessismo linguistico e mediatico. Tutele e nuovi orizzonti.
PIANEZZI, DILETTA
2021/2022
Abstract
La tesi vuole affrontare le problematiche e i disagi legati ad un utilizzo sessista della lingua italiana. Il linguaggio ci permette di esprimere la realtà che vediamo, ma non solo. Fa si che essa sia riprodotta nel nostro immaginario, forgiandolo. Di conseguenza, ciò che non ha un nome non esiste. Esponendo il caso dei femminili professionali, di cui si fa poco utilizzo perché “forzati” o “orribili alla vista e all’udito” secondo alcuni, l’obiettivo di questo studio è mostrare - attraverso il confronto di saggi, articoli e pubblicazioni - quanto sia importante in una società equa e giusta creare spazio perché tutti, a dispetto del genere e dell’occupazione, siano rappresentati dalla lingua con cui si esprimono. Si dimostrerà, partendo da “Il sessismo nella lingua italiana” di Alma Sabatini, come le soluzioni perché mestieri tradizionalmente maschili siano declinati al femminile esistono e sono semplici da implementare. La ricerca rivela come le limitazioni oggi presenti sono amplificate dai media che – a volte subdolamente, a volte esplicitamente – riproducono ruoli di genere ormai obsoleti. Un’analisi delle linee guida statali e europee conclude lo studio, dimostrando che i cambiamenti sono fondamentali e sono incoraggiati dalle autorità. La correzione dell’atteggiamento lessicale, infatti, è indispensabile anche per la tutela delle future generazioni. Perché crescano sapendo che, ovunque si collochino all’interno di una sfera sociale in continua evoluzione, hanno diritto ad un’identità e a pari opportunità.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/36915