In today's society it is easy to see the symptoms of the democratic crisis, concepts such as "representation" and "political participation" crumble due to the distrust of citizens towards institutions. Democracy itself does not seem to support the relationship between the people and political decisions, as if the communication bridge no longer existed and the intermediaries of politics were unable to bridge the gap between the will of the citizens and the decision-making sphere. The voter turnout progressively decreases and the political debate among party leaders moves to social networks, staging a fervent interest in showing one's strength rather than in the search for collective well-being. Perhaps in such a situation the direct democracy so dear to Rousseau begins to seem like a hypothesis with more effective dynamics, both in freeing citizens from dependence on intermediaries, who risk damaging collective interests, and in awakening the responsibility of participation in how many seem to have surrendered to events and have therefore chosen to sever the relationship of representation that is the basis of current democracy. Can direct democracy therefore be a positively feasible hypothesis in today's reality? The purpose of this paper is precisely to answer this question, initially recollecting the acute reflections on the subject of society and politics by Jean-Jacques Rousseau, in particular the critique of inequality and the “social contract”, to then arrive at the core of the question: direct democracy. The second part of the paper will instead deal with a critical look at the quality of current democracy, identifying the possible causes of the crisis of representativeness and participation, looking for proposals and alternatives that see Rousseau's direct democracy updated as a solution to this crisis.

Nella società attuale è facile scorgere i sintomi della crisi democratica, concetti come “rappresentanza” e “partecipazione politica” si sgretolano a causa della sfiducia dei cittadini verso le istituzioni. La democrazia stessa sembra non sostenere il rapporto fra il popolo e le decisioni politiche, come se il ponte di comunicazione non esistesse più e gli intermediari della politica non fossero in grado di colmare lo spazio fra la volontà dei cittadini e la sfera decisionale. L’affluenza alle urne cala progressivamente e il dibattito politico fra i leader di partito si sposta sui social network, mettendo in scena un fervido interesse nel mostrare la propria forza più che nella ricerca di un benessere collettivo. Forse in una situazione simile la democrazia diretta tanto cara a Rousseau inizia a sembrare un’ipotesi dalle dinamiche più efficaci, sia nel liberare i cittadini dalla dipendenza dagli intermediari, i quali rischiano di danneggiare gli interessi collettivi, sia nel risvegliare la responsabilità di partecipazione in quanti sembrano essersi arresi agli eventi ed hanno quindi scelto di troncare quel rapporto di rappresentanza che sta alla base della democrazia attuale. La democrazia diretta può quindi essere un’ipotesi positivamente realizzabile nella realtà odierna? Lo scopo di questo elaborato è proprio quello di rispondere a questo quesito, recuperando inizialmente le acute riflessioni in materia di società e politica di Jean-Jacques Rousseau, in particolare la critica della disuguaglianza ed il contratto sociale, per poi giungere al nucleo del quesito: la democrazia diretta. La seconda parte dell’elaborato si occuperà invece di rivolgere uno sguardo critico alla qualità della democrazia attuale, individuando le possibili cause della crisi di rappresentatività e partecipazione, ricercando proposte ed alternative che vedano attualizzata la democrazia diretta di Rousseau come soluzione a questa crisi.

Rousseau e la democrazia diretta: un' ipotesi attualizzabile?

ZANIN, MARIA GIOVANNA
2021/2022

Abstract

In today's society it is easy to see the symptoms of the democratic crisis, concepts such as "representation" and "political participation" crumble due to the distrust of citizens towards institutions. Democracy itself does not seem to support the relationship between the people and political decisions, as if the communication bridge no longer existed and the intermediaries of politics were unable to bridge the gap between the will of the citizens and the decision-making sphere. The voter turnout progressively decreases and the political debate among party leaders moves to social networks, staging a fervent interest in showing one's strength rather than in the search for collective well-being. Perhaps in such a situation the direct democracy so dear to Rousseau begins to seem like a hypothesis with more effective dynamics, both in freeing citizens from dependence on intermediaries, who risk damaging collective interests, and in awakening the responsibility of participation in how many seem to have surrendered to events and have therefore chosen to sever the relationship of representation that is the basis of current democracy. Can direct democracy therefore be a positively feasible hypothesis in today's reality? The purpose of this paper is precisely to answer this question, initially recollecting the acute reflections on the subject of society and politics by Jean-Jacques Rousseau, in particular the critique of inequality and the “social contract”, to then arrive at the core of the question: direct democracy. The second part of the paper will instead deal with a critical look at the quality of current democracy, identifying the possible causes of the crisis of representativeness and participation, looking for proposals and alternatives that see Rousseau's direct democracy updated as a solution to this crisis.
2021
Rousseau and direct democracy: an actualizable hypothesis?
Nella società attuale è facile scorgere i sintomi della crisi democratica, concetti come “rappresentanza” e “partecipazione politica” si sgretolano a causa della sfiducia dei cittadini verso le istituzioni. La democrazia stessa sembra non sostenere il rapporto fra il popolo e le decisioni politiche, come se il ponte di comunicazione non esistesse più e gli intermediari della politica non fossero in grado di colmare lo spazio fra la volontà dei cittadini e la sfera decisionale. L’affluenza alle urne cala progressivamente e il dibattito politico fra i leader di partito si sposta sui social network, mettendo in scena un fervido interesse nel mostrare la propria forza più che nella ricerca di un benessere collettivo. Forse in una situazione simile la democrazia diretta tanto cara a Rousseau inizia a sembrare un’ipotesi dalle dinamiche più efficaci, sia nel liberare i cittadini dalla dipendenza dagli intermediari, i quali rischiano di danneggiare gli interessi collettivi, sia nel risvegliare la responsabilità di partecipazione in quanti sembrano essersi arresi agli eventi ed hanno quindi scelto di troncare quel rapporto di rappresentanza che sta alla base della democrazia attuale. La democrazia diretta può quindi essere un’ipotesi positivamente realizzabile nella realtà odierna? Lo scopo di questo elaborato è proprio quello di rispondere a questo quesito, recuperando inizialmente le acute riflessioni in materia di società e politica di Jean-Jacques Rousseau, in particolare la critica della disuguaglianza ed il contratto sociale, per poi giungere al nucleo del quesito: la democrazia diretta. La seconda parte dell’elaborato si occuperà invece di rivolgere uno sguardo critico alla qualità della democrazia attuale, individuando le possibili cause della crisi di rappresentatività e partecipazione, ricercando proposte ed alternative che vedano attualizzata la democrazia diretta di Rousseau come soluzione a questa crisi.
Rousseau
Democrazia diretta
Partecipazione
Disuguaglianza
Rappresentanza
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/36960