A causa dell’emergenza pandemica dovuta al coronavirus la popolazione mondiale si è ritrovata improvvisamente a dover rivedere il proprio stile di vita, in risposta alle misure di contenimento espresse. L’isolamento sociale prodotto ha riscontrato nelle tecnologie una valida alternativa alle limitazioni imposte e queste hanno rivelato potenzialità sempre più sorprendenti. Ciò ha consentito, anche ai più scettici, di acquisire una maggiore consapevolezza rispetto alla possibilità di utilizzare questi strumenti per lo studio, il lavoro ed il tempo libero. Oggetto di interesse in questa ricerca sono le potenzialità offerte dalla realtà aumentata (AR) in ambito didattico, con particolare riferimento alla possibilità di creare esperienze “aumentate”, che consentano agli alunni di migliorare il livello di interazione con l’oggetto di studio, che viene visualizzato in modo tridimensionale sommandosi alla nostra realtà concretamente percepita. L’impianto teorico di riferimento è supportato da numerose fonti bibliografiche accreditate, articoli scientifici e modelli noti per l’integrazione delle tecnologie nella didattica. Il contesto di ricerca si identifica in H-farm International School, un polo didattico internazionale che vanta come principio cardine l’accessibilità delle informazioni: in questo, un notevole aiuto è offerto dalla tecnologia. In qualità di Apple Distinguished School, H-IS fornisce ai propri studenti dispositivi elettronici all’avanguardia, per rendere le informazioni digitali a portata di ognuno. È proprio su questa disponibilità tecnologica di base che fa leva la riuscita di questa ricerca, i cui risultati sono frutto di un’interconnessione tra numerosi soggetti del team di lavoro dell’istituto. Per questo motivo la ricerca è stata supportata da numerosi strumenti di indagine, quali interviste di diverso genere e questionari pre e post-sperimentazione, e si identifica come una ricerca mixed-method guidata dalle seguenti domande di ricerca: È possibile integrare realtà aumentata e didattica? In che modo si può utilizzare la realtà aumentata come mediatore didattico tecnologico alla scuola primaria? Che cosa comporta questa integrazione? In particolare: può influire sulla motivazione degli alunni all’apprendimento? Può fungere da facilitatore visivo per comprendere meglio l’oggetto di studio? L’approccio pedagogico di riferimento alla base della ricerca e della relativa progettazione è di tipo costruttivista correlato da attività che coinvolgono gli studenti con strategie attive per aiutare l’apprendimento tramite pratiche “learning by doing”. Il riferimento che prevale in questa ricerca empirica mista è l’ orientamento alle decisioni, ovvero una ricerca che si indirizza specificatamente alla conoscenza di problematiche educative indagate prevalentemente in modo qualitativo, con la raccolta di campioni di dati quantitativi a supporto. I risultati della ricerca sono incoraggianti nei confronti di questa integrazione; emergono numerosi vantaggi legati alla sfera emotiva (come ad esempio in termini di motivazione e coinvolgimento) che ricadono in modo positivo anche nell’ambito cognitivo concedendo agli alunni di innalzare i propri livelli di attenzione e di comprendere meglio l’oggetto di studio grazie alla possibilità di visualizzarlo concretamente. Consapevoli dunque delle potenzialità, così come dei rischi e pericoli connessi all’utilizzo delle tecnologie, diventa importante riflettere su uno dei compiti prioritari della scuola ovvero quello di guidare tutti i soggetti in situazione di apprendimento a sviluppare le competenze adatte per costruire una cittadinanza digitale attiva e responsabile nell’ contemporanea
Integrare la realtà aumentata nella didattica alla scuola primaria. Sperimentazione in due classi terze di H-Farm International School
ROSSI, FEDERICA
2021/2022
Abstract
A causa dell’emergenza pandemica dovuta al coronavirus la popolazione mondiale si è ritrovata improvvisamente a dover rivedere il proprio stile di vita, in risposta alle misure di contenimento espresse. L’isolamento sociale prodotto ha riscontrato nelle tecnologie una valida alternativa alle limitazioni imposte e queste hanno rivelato potenzialità sempre più sorprendenti. Ciò ha consentito, anche ai più scettici, di acquisire una maggiore consapevolezza rispetto alla possibilità di utilizzare questi strumenti per lo studio, il lavoro ed il tempo libero. Oggetto di interesse in questa ricerca sono le potenzialità offerte dalla realtà aumentata (AR) in ambito didattico, con particolare riferimento alla possibilità di creare esperienze “aumentate”, che consentano agli alunni di migliorare il livello di interazione con l’oggetto di studio, che viene visualizzato in modo tridimensionale sommandosi alla nostra realtà concretamente percepita. L’impianto teorico di riferimento è supportato da numerose fonti bibliografiche accreditate, articoli scientifici e modelli noti per l’integrazione delle tecnologie nella didattica. Il contesto di ricerca si identifica in H-farm International School, un polo didattico internazionale che vanta come principio cardine l’accessibilità delle informazioni: in questo, un notevole aiuto è offerto dalla tecnologia. In qualità di Apple Distinguished School, H-IS fornisce ai propri studenti dispositivi elettronici all’avanguardia, per rendere le informazioni digitali a portata di ognuno. È proprio su questa disponibilità tecnologica di base che fa leva la riuscita di questa ricerca, i cui risultati sono frutto di un’interconnessione tra numerosi soggetti del team di lavoro dell’istituto. Per questo motivo la ricerca è stata supportata da numerosi strumenti di indagine, quali interviste di diverso genere e questionari pre e post-sperimentazione, e si identifica come una ricerca mixed-method guidata dalle seguenti domande di ricerca: È possibile integrare realtà aumentata e didattica? In che modo si può utilizzare la realtà aumentata come mediatore didattico tecnologico alla scuola primaria? Che cosa comporta questa integrazione? In particolare: può influire sulla motivazione degli alunni all’apprendimento? Può fungere da facilitatore visivo per comprendere meglio l’oggetto di studio? L’approccio pedagogico di riferimento alla base della ricerca e della relativa progettazione è di tipo costruttivista correlato da attività che coinvolgono gli studenti con strategie attive per aiutare l’apprendimento tramite pratiche “learning by doing”. Il riferimento che prevale in questa ricerca empirica mista è l’ orientamento alle decisioni, ovvero una ricerca che si indirizza specificatamente alla conoscenza di problematiche educative indagate prevalentemente in modo qualitativo, con la raccolta di campioni di dati quantitativi a supporto. I risultati della ricerca sono incoraggianti nei confronti di questa integrazione; emergono numerosi vantaggi legati alla sfera emotiva (come ad esempio in termini di motivazione e coinvolgimento) che ricadono in modo positivo anche nell’ambito cognitivo concedendo agli alunni di innalzare i propri livelli di attenzione e di comprendere meglio l’oggetto di studio grazie alla possibilità di visualizzarlo concretamente. Consapevoli dunque delle potenzialità, così come dei rischi e pericoli connessi all’utilizzo delle tecnologie, diventa importante riflettere su uno dei compiti prioritari della scuola ovvero quello di guidare tutti i soggetti in situazione di apprendimento a sviluppare le competenze adatte per costruire una cittadinanza digitale attiva e responsabile nell’ contemporaneaFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/37323