Offrire la possibilità di relazioni ai bambini fin da piccolissimi risulta essere una scelta educativamente avvincente per uno sviluppo del bambino emotivamente competente. Essi, infatti, nascono già predisposti alla relazione. Fin dalla vita intrauterina il feto si procura numerose esperienze utili allo sviluppo emozionale. Alla nascita, il neonato è già il risultato di un vissuto evolutivo che vede l'interazione di dinamiche complesse, quali la predisposizione biologica del feto, le caratteristiche materne e dell’ambiente uterino e le condizioni sociali e culturali in cui viene svolta la gravidanza. Molti studi hanno dimostrato come il neonato nasca già predisposto alla relazione. E' stato provato, per l'appunto, come i neonati prediligano il volto e la voce umana ed abbiano la tendenza a indirizzare lo sguardo verso di questi. Tale inclinazione, per molti studiosi ha una valenza adattiva orientata a favorire il legame di attaccamento, che possiamo considerare come la prime vera e profonda forma di relazione del bambino. Dunque possiamo sostenere che il neonato nasce, certo, con una predisposizione alla relazione e al contatto con altri essere umani, ma ciò non basta per arrivare ad una completa e complessa varietà di meccanismi di sviluppo, riconoscimento e regolazione emotiva, processi fondamentali per il benessere dell'individuo e il successo nella propria vita sociale. Per arrivare a tale risultato è necessario predisporre il bambino a esperienze sociali e di relazione che lo possano aiutare a sperimentare, sbagliare e migliorare. Possiamo sostenere, quindi, come ci debba essere un'interazione tra natura e cultura, più che una contrapposizione. Come già accennato è fondamentale la relazione che si viene a creare con la figura di attaccamento, ma come dice lo psicologo dello sviluppo Gianluca Gini: "Si rimprovera a Bowlby di aver sottovalutato l’importanza dei rapporti fra coetanei nei primi anni di vita." Vorrei, quindi, focalizzare parte della mia tesi sulla ricchezza che può portare l'asilo nido nello sviluppo della competenza emotiva, che include abilità fondamentali, come: la comprensione delle proprie ed altrui emozioni, la regolarizzazione e il controllo delle stesse, sapendole utilizzare al meglio nei processi cognitivi e negli scambi sociali che durano tutta la vita. L'asilo nido, infatti, rappresenta una "mini-società" nella quale i bambini possono osservare, fare pratica, testare, mettersi alla prova, il tutto con l'ausilio della figura professionale dell'educatore che, avendo peculiari competenze e conoscenze, può fungere da vero e proprio agente di socializzazione emotiva.
Le prime relazioni sociali ed il ruolo educativo dell'asilo nido
BALDISSER, LISA
2021/2022
Abstract
Offrire la possibilità di relazioni ai bambini fin da piccolissimi risulta essere una scelta educativamente avvincente per uno sviluppo del bambino emotivamente competente. Essi, infatti, nascono già predisposti alla relazione. Fin dalla vita intrauterina il feto si procura numerose esperienze utili allo sviluppo emozionale. Alla nascita, il neonato è già il risultato di un vissuto evolutivo che vede l'interazione di dinamiche complesse, quali la predisposizione biologica del feto, le caratteristiche materne e dell’ambiente uterino e le condizioni sociali e culturali in cui viene svolta la gravidanza. Molti studi hanno dimostrato come il neonato nasca già predisposto alla relazione. E' stato provato, per l'appunto, come i neonati prediligano il volto e la voce umana ed abbiano la tendenza a indirizzare lo sguardo verso di questi. Tale inclinazione, per molti studiosi ha una valenza adattiva orientata a favorire il legame di attaccamento, che possiamo considerare come la prime vera e profonda forma di relazione del bambino. Dunque possiamo sostenere che il neonato nasce, certo, con una predisposizione alla relazione e al contatto con altri essere umani, ma ciò non basta per arrivare ad una completa e complessa varietà di meccanismi di sviluppo, riconoscimento e regolazione emotiva, processi fondamentali per il benessere dell'individuo e il successo nella propria vita sociale. Per arrivare a tale risultato è necessario predisporre il bambino a esperienze sociali e di relazione che lo possano aiutare a sperimentare, sbagliare e migliorare. Possiamo sostenere, quindi, come ci debba essere un'interazione tra natura e cultura, più che una contrapposizione. Come già accennato è fondamentale la relazione che si viene a creare con la figura di attaccamento, ma come dice lo psicologo dello sviluppo Gianluca Gini: "Si rimprovera a Bowlby di aver sottovalutato l’importanza dei rapporti fra coetanei nei primi anni di vita." Vorrei, quindi, focalizzare parte della mia tesi sulla ricchezza che può portare l'asilo nido nello sviluppo della competenza emotiva, che include abilità fondamentali, come: la comprensione delle proprie ed altrui emozioni, la regolarizzazione e il controllo delle stesse, sapendole utilizzare al meglio nei processi cognitivi e negli scambi sociali che durano tutta la vita. L'asilo nido, infatti, rappresenta una "mini-società" nella quale i bambini possono osservare, fare pratica, testare, mettersi alla prova, il tutto con l'ausilio della figura professionale dell'educatore che, avendo peculiari competenze e conoscenze, può fungere da vero e proprio agente di socializzazione emotiva.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Elaborato finale Lisa Baldisser.pdf
accesso aperto
Dimensione
915.25 kB
Formato
Adobe PDF
|
915.25 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License
https://hdl.handle.net/20.500.12608/37337