Le migrazioni lavorative in Italia vengono spesso identificate in modo semplicistico come una situazione che comporta solo fattori negativi all’economia e alla sicurezza del paese. L’obiettivo di questo studio è quello di inquadrare questi flussi partendo da un orizzonte di lungo periodo. Nella fattispecie vengono evidenziati i vari periodi storici dall’età liberale ai giorni nostri, durante i quali l’Italia ha cambiato la propria tendenza migratoria, passando da un paese di emigrazioni, famoso appunto per l’esodo italiano, a un paese che progressivamente divenne una meta importante per i migranti europei e non solo. Nel primo capitolo viene approfondito il tema della grande emigrazione del popolo italiano dalla seconda metà dell’Ottocento, passando per il periodo del regime fascista fino alla stagione degli accordi e i flussi migratori al termine della seconda guerra mondiale. Nel secondo capitolo viene trattato il progressivo cambio di trend che portò l’Italia ad essere un paese dove le immigrazioni superano le emigrazioni, in altre parole un paese a saldo migratorio positivo. Nello specifico vengono analizzati i vari dati dal dopoguerra ai giorni nostri, concludendo con un approfondimento sul ruolo delle reti etniche per l’ingresso dei migranti nel mercato del lavoro. Nel terzo e ultimo capitolo è trattata l’evoluzione delle politiche migratorie. In Italia è tardata ad arrivare una legislazione organica in tema migratorio. Questo portò non pochi problemi nella gestione dei flussi e a continue riforme e dibattiti politici molto accesi. Nella fattispecie tratta i primi accenni di politica dell’immigrazione, per poi giungere alla legislazione organica del Testo unico sull’immigrazione e alla firma dell’accordo Schengen, fino al decreto Salvini e alla regolarizzazione straordinaria per far fronte all’emergenza sanitaria da Covid-19.
Le migrazioni lavorative in Italia: uno sguardo di lungo periodo
ZAGO, PIERLUIGI
2021/2022
Abstract
Le migrazioni lavorative in Italia vengono spesso identificate in modo semplicistico come una situazione che comporta solo fattori negativi all’economia e alla sicurezza del paese. L’obiettivo di questo studio è quello di inquadrare questi flussi partendo da un orizzonte di lungo periodo. Nella fattispecie vengono evidenziati i vari periodi storici dall’età liberale ai giorni nostri, durante i quali l’Italia ha cambiato la propria tendenza migratoria, passando da un paese di emigrazioni, famoso appunto per l’esodo italiano, a un paese che progressivamente divenne una meta importante per i migranti europei e non solo. Nel primo capitolo viene approfondito il tema della grande emigrazione del popolo italiano dalla seconda metà dell’Ottocento, passando per il periodo del regime fascista fino alla stagione degli accordi e i flussi migratori al termine della seconda guerra mondiale. Nel secondo capitolo viene trattato il progressivo cambio di trend che portò l’Italia ad essere un paese dove le immigrazioni superano le emigrazioni, in altre parole un paese a saldo migratorio positivo. Nello specifico vengono analizzati i vari dati dal dopoguerra ai giorni nostri, concludendo con un approfondimento sul ruolo delle reti etniche per l’ingresso dei migranti nel mercato del lavoro. Nel terzo e ultimo capitolo è trattata l’evoluzione delle politiche migratorie. In Italia è tardata ad arrivare una legislazione organica in tema migratorio. Questo portò non pochi problemi nella gestione dei flussi e a continue riforme e dibattiti politici molto accesi. Nella fattispecie tratta i primi accenni di politica dell’immigrazione, per poi giungere alla legislazione organica del Testo unico sull’immigrazione e alla firma dell’accordo Schengen, fino al decreto Salvini e alla regolarizzazione straordinaria per far fronte all’emergenza sanitaria da Covid-19.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/37469