Fino a qualche decennio fa l’ordinamento italiano contemplava come causa speciale di estinzione del reato di violenza sessuale il matrimonio tra l’autore del reato e la persona offesa (art 544 c.p. del 1930). La donna vittima di violenza carnale, invece di ottenere giustizia e vedere condannato l’aggressore, era costretta ad acconsentire al matrimonio riparatore spinta dal desiderio di riparare il proprio onore leso dall’accaduto. Questo perché fino al 1996 lo stupro non era considerato un reato contro la persona bensì era ancorato all’antica concezione secondo la quale la violenza sessuale era un delitto contro la morale pubblica ed il buon costume che inevitabilmente incideva sull’onore della donna. Fatta questa breve premessa, bisogna specificare che il presente lavoro ha l’obiettivo di tracciare l’evoluzione del pensiero giuridico in tema di matrimonio riparatore seguendo la linea che va dallo ius comune, (in cui il matrimonio riparatore gode addirittura del favore giurisprudenziale) fino alla declaratoria di incostituzionalità avvenuta con l’articolo 1 della legge n. 442 del 5 agosto 1981. Lo studio parte dalla normativa in vigore per i delicta carnis -introducendo pochi cenni sulla disciplina romanistica che sta alla base dello ius comune- e continua con l’analisi dei diversi momenti storici, indicando per ognuno la normativa in vigore, fino a concludersi con la promulgazione della legge n. 422/1981. Vengono evidenziati in modo particolare i momenti chiave e gli eventi che hanno contribuito alla declaratoria di incostituzionalità dell’articolo 544 c.p., dedicando particolare attenzione al caso Viola. L’abrogazione del matrimonio riparatore è solo il primo passo della riforma sulla materia sessuale che non si conclude con la promulgazione della legge n. 66 del 15 febbraio 1996 ma che tuttora continua a generare nuove leggi con l’obiettivo di tutelare la vittima a 360° eliminando il pregiudizio e la vergona che affligge la vittima. Data la vastità della materia lo studio si limita ad analizzare l’argomento solo negli aspetti che si ricollegano alla figura del matrimonio riparatore.

Ratto e matrimonio riparatore nel diritto penale italiano tra Otto e Novecento. Dal favore giurisprudenziale alla declaratoria di incostituzionalità.

DULGHERU, BIANCA LARISA
2021/2022

Abstract

Fino a qualche decennio fa l’ordinamento italiano contemplava come causa speciale di estinzione del reato di violenza sessuale il matrimonio tra l’autore del reato e la persona offesa (art 544 c.p. del 1930). La donna vittima di violenza carnale, invece di ottenere giustizia e vedere condannato l’aggressore, era costretta ad acconsentire al matrimonio riparatore spinta dal desiderio di riparare il proprio onore leso dall’accaduto. Questo perché fino al 1996 lo stupro non era considerato un reato contro la persona bensì era ancorato all’antica concezione secondo la quale la violenza sessuale era un delitto contro la morale pubblica ed il buon costume che inevitabilmente incideva sull’onore della donna. Fatta questa breve premessa, bisogna specificare che il presente lavoro ha l’obiettivo di tracciare l’evoluzione del pensiero giuridico in tema di matrimonio riparatore seguendo la linea che va dallo ius comune, (in cui il matrimonio riparatore gode addirittura del favore giurisprudenziale) fino alla declaratoria di incostituzionalità avvenuta con l’articolo 1 della legge n. 442 del 5 agosto 1981. Lo studio parte dalla normativa in vigore per i delicta carnis -introducendo pochi cenni sulla disciplina romanistica che sta alla base dello ius comune- e continua con l’analisi dei diversi momenti storici, indicando per ognuno la normativa in vigore, fino a concludersi con la promulgazione della legge n. 422/1981. Vengono evidenziati in modo particolare i momenti chiave e gli eventi che hanno contribuito alla declaratoria di incostituzionalità dell’articolo 544 c.p., dedicando particolare attenzione al caso Viola. L’abrogazione del matrimonio riparatore è solo il primo passo della riforma sulla materia sessuale che non si conclude con la promulgazione della legge n. 66 del 15 febbraio 1996 ma che tuttora continua a generare nuove leggi con l’obiettivo di tutelare la vittima a 360° eliminando il pregiudizio e la vergona che affligge la vittima. Data la vastità della materia lo studio si limita ad analizzare l’argomento solo negli aspetti che si ricollegano alla figura del matrimonio riparatore.
2021
Rape and forced marriage in Italian criminal law between the nineteenth and twentieth centuries. From jurisprudential favor to the declaration of unconstitutionality.
Nozze riparatrici
Art. 544 c.p 1930
Franca Viola
L. 442/1981
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