Il reato di bancarotta ha origini storiche risalenti nel tempo ed è, per antonomasia, il principale reato fallimentare. Il reato di bancarotta preferenziale oggetto di questo studio, è una delle articolazioni in cui si sviluppa la bancarotta fraudolenta. Si macchia di Bancarotta preferenziale l‘imprenditore sottoposto a liquidazione giudiziale che, prima o durante la procedura fallimentare, a scopo di favorire alcuni creditori esegue pagamenti o simula titoli di prelazione a danno degli altri creditori. L’illegittimità penale scaturisce dalla violazione della par condicio creditorum, principio enunciato all’art. 2741 c.c., secondo il quale tutti i creditori hanno uguale diritto di essere soddisfatti sui beni del debitore, salve le cause legittime di prelazione. Tale reato si sviluppa su un solo comma, a primo impatto lineare e contenuto, ma ricomprende uno dei temi più complessi della crisi d’impresa, oscillante tra la tutela dei diritti dei creditori e l’interesse alla riparazione della crisi, sostenuto dalla tutela del diritto al lavoro, dell’iniziativa economica e la tutela del mercato. Il reato di bancarotta preferenziale si inserisce al centro della crisi d’impresa, anche se il diritto penale e la realtà dell’impresa necessitano di un punto di equilibrio caratterizzato dai connotati tipici della vita economica. L'esperienza giurisprudenziale dimostra come la bancarotta preferenziale sia la vera insidia di tutte le soluzioni "privatistiche", o concordate della crisi d'impresa, suscettibile di imprevedibili ritorsioni interpretative. Il più delle volte i "piani" di salvataggio sono considerati non credibili o non ragionevoli unicamente sulla base del successivo fallimento e l'ambito dell'azione revocatoria è assunto come descrittivo di un'area penalmente rilevante. Nel corso degli ultimi anni, il diritto fallimentare è stato oggetto di plurimi interventi che ne hanno ridisegnato profondamente il quadro complessivo. Il reato in esame è stato influenzato dalla riforma dell’azione revocatoria fallimentare, dalla previsione legislativa che ha introdotto l’“Esclusione dai reati di bancarotta” (art. 217-bis L.Fall.), dall’introduzione del nuovo Codice della Crisi d’impresa e da ultimo dal D.L. 118/2021. Il settore civilistico, profondamente innovato e teso, sempre di più, ad incentivare la continuazione dell’attività d’impresa e non la sua liquidazione, denota una significativa compressione del tradizionale principio della par condicio creditorum, a favore dell’esigenza di proteggere il bene impresa. Il settore penalistico, nonostante i tentati interventi di raccordo sistematico da parte del legislatore, sembra presentarsi ancora di ostacolo per un imprenditore che desidera risanare e mirare alla continuazione aziendale piuttosto che alla sua interruzione. Alla luce di tale complessità, il lavoro che segue intende analizzare l'istituto della bancarotta preferenziale attraverso un percorso tradizionale, senza perdere di vista lo studio e lo sviluppo delle tematiche di più stretta attualità. Se si può infatti pacificamente affermare che la bancarotta preferenziale è un istituto sorretto per lo più dalla forza della tradizione, è parimenti vero che la continua metamorfosi della realtà imprenditoriale e degli interessi economici e giuridici in gioco, ne garantiscono una persistente attualità assicurandone la presenza nel panorama giurisprudenziale e nel dibattito dottrinale. Infine, al termine dell’elaborato, si analizzerà il progetto di riforma presentato dalla Commissione Bricchetti al Ministro della Giustizia, lo scorso 22 Luglio 2022, che ha come obiettivo la ridefinizione del reato di bancarotta preferenziale e dei reati fallimentari in genere.
Bancarotta preferenziale e crisi d'impresa: profili problematici
ZUIN, ZEUDI
2021/2022
Abstract
Il reato di bancarotta ha origini storiche risalenti nel tempo ed è, per antonomasia, il principale reato fallimentare. Il reato di bancarotta preferenziale oggetto di questo studio, è una delle articolazioni in cui si sviluppa la bancarotta fraudolenta. Si macchia di Bancarotta preferenziale l‘imprenditore sottoposto a liquidazione giudiziale che, prima o durante la procedura fallimentare, a scopo di favorire alcuni creditori esegue pagamenti o simula titoli di prelazione a danno degli altri creditori. L’illegittimità penale scaturisce dalla violazione della par condicio creditorum, principio enunciato all’art. 2741 c.c., secondo il quale tutti i creditori hanno uguale diritto di essere soddisfatti sui beni del debitore, salve le cause legittime di prelazione. Tale reato si sviluppa su un solo comma, a primo impatto lineare e contenuto, ma ricomprende uno dei temi più complessi della crisi d’impresa, oscillante tra la tutela dei diritti dei creditori e l’interesse alla riparazione della crisi, sostenuto dalla tutela del diritto al lavoro, dell’iniziativa economica e la tutela del mercato. Il reato di bancarotta preferenziale si inserisce al centro della crisi d’impresa, anche se il diritto penale e la realtà dell’impresa necessitano di un punto di equilibrio caratterizzato dai connotati tipici della vita economica. L'esperienza giurisprudenziale dimostra come la bancarotta preferenziale sia la vera insidia di tutte le soluzioni "privatistiche", o concordate della crisi d'impresa, suscettibile di imprevedibili ritorsioni interpretative. Il più delle volte i "piani" di salvataggio sono considerati non credibili o non ragionevoli unicamente sulla base del successivo fallimento e l'ambito dell'azione revocatoria è assunto come descrittivo di un'area penalmente rilevante. Nel corso degli ultimi anni, il diritto fallimentare è stato oggetto di plurimi interventi che ne hanno ridisegnato profondamente il quadro complessivo. Il reato in esame è stato influenzato dalla riforma dell’azione revocatoria fallimentare, dalla previsione legislativa che ha introdotto l’“Esclusione dai reati di bancarotta” (art. 217-bis L.Fall.), dall’introduzione del nuovo Codice della Crisi d’impresa e da ultimo dal D.L. 118/2021. Il settore civilistico, profondamente innovato e teso, sempre di più, ad incentivare la continuazione dell’attività d’impresa e non la sua liquidazione, denota una significativa compressione del tradizionale principio della par condicio creditorum, a favore dell’esigenza di proteggere il bene impresa. Il settore penalistico, nonostante i tentati interventi di raccordo sistematico da parte del legislatore, sembra presentarsi ancora di ostacolo per un imprenditore che desidera risanare e mirare alla continuazione aziendale piuttosto che alla sua interruzione. Alla luce di tale complessità, il lavoro che segue intende analizzare l'istituto della bancarotta preferenziale attraverso un percorso tradizionale, senza perdere di vista lo studio e lo sviluppo delle tematiche di più stretta attualità. Se si può infatti pacificamente affermare che la bancarotta preferenziale è un istituto sorretto per lo più dalla forza della tradizione, è parimenti vero che la continua metamorfosi della realtà imprenditoriale e degli interessi economici e giuridici in gioco, ne garantiscono una persistente attualità assicurandone la presenza nel panorama giurisprudenziale e nel dibattito dottrinale. Infine, al termine dell’elaborato, si analizzerà il progetto di riforma presentato dalla Commissione Bricchetti al Ministro della Giustizia, lo scorso 22 Luglio 2022, che ha come obiettivo la ridefinizione del reato di bancarotta preferenziale e dei reati fallimentari in genere.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/37490