Aloe vera è una specie botanica dalle cui foglie si possono ottenere tre tipologie di integratori alimentari. Uno di essi è il gel d’aloe caratterizzato da proprietà depurative, gli altri sono il lattice e il succo d’aloe ai quali si attribuiscono proprietà lassative in virtù del loro contenuto di composti di natura antrachinonica denominati derivati dell’idrossiantracene. I principali antrachinoni contenuti in Aloe vera sono: aloina A, aloina B, aloresina A e aloresina B. Essi sono presenti in forma di antrachinoni glicosidici e come tali costituiscono dei profarmaci. L’idrolisi del legame β-glicosidico che tiene associato lo zucchero alle molecole di aloina A e aloina B, da parte di β-glicosidasi batteriche presenti a livello intestinale, determina la liberazione dell’aglicone che, una volta ossidato ad aloe-emodina, può manifestare allo stesso tempo le sue proprietà farmacologiche e tossicologiche. A livello epatico l’aloe-emodina può essere coniugata o solfatata direttamente, oppure dopo essere stata ossidata a reina. La reazione di solfatazione sembra favorire quelle di coniugazione con glutatione o con amminoacidi quali l’N-acetilcisteina. I coniugati con glutatione vengono eliminati attraverso la bile ed entrano nel circolo enteropatico, invece, i coniugati con N-acetilcisteina vengono eliminati per via urinaria. Da un lato, lo scarso assorbimento intestinale degli antrachinoni consente a queste molecole di esplicare i propri effetti lassativi, ma dall’altro rende l’intestino crasso l’organo bersaglio principale della loro tossicità. Inoltre, il circolo enteropatico prolunga l’emivita di questi composti contribuendo ad amplificarne gli effetti tossici. Studi di genotossicità in vitro hanno messo in evidenza le proprietà mutagene e clastogene di aloe-emodina quando utilizzata sotto forma di molecola pura, tuttavia, ricerche che hanno visto l’uso di estratti di Aloe vera ottenuti dalla lavorazione della pianta e purificati, in particolare attraverso trattamento con carbone attivo che ne assicura la rimozione quasi totale degli antrachinoni, hanno permesso di concludere che queste formulazioni sono prive di effetti genotossici. Studi preclinici di tossicità cronica hanno dimostrato che l'assunzione di estratti di Aloe vera non privati degli antrachinoni determina nelle cavie lo sviluppo di adenomi e di carcinomi al colon. Infine, studi clinici sull’uomo, riguardanti l’utilizzo di lassativi di natura antrachinonica hanno fornito deboli evidenze relativamente alla propria capacità di favorire lo sviluppo di carcinomi al colon-retto in coloro che ne avevano fatto abuso per lunghi periodi di tempo. Il panorama è piuttosto complesso e soprattutto i dati forniti dagli studi epidemiologici sono frammentari e discordanti, tuttavia alla luce di questo la Commissione Europea, sulla base dello studio di valutazione di sicurezza dei derivati dell’idrossiantracene svolta dall’ ANS Panel di EFSA e vista la sua incapacità di fornire una dose giornaliera accettabile per l’uomo relativamente a questa categoria di composti, ha ritenuto doveroso emanare il Regolamento (UE) n. 468/2021 che ha modificato l’Allegato III del Regolamento (CE) n. 1925/2006 inserendo all’interno della sua sezione A l’aloe-emodina e tutte le preparazioni in cui essa è presente, vietando l’impiego negli alimenti di questa sostanza.

Derivati dell'idrossiantracene: valutazione del rischio tossicologico negli integratori alimentari a base di Aloe vera.

MANE, SILVIA
2021/2022

Abstract

Aloe vera è una specie botanica dalle cui foglie si possono ottenere tre tipologie di integratori alimentari. Uno di essi è il gel d’aloe caratterizzato da proprietà depurative, gli altri sono il lattice e il succo d’aloe ai quali si attribuiscono proprietà lassative in virtù del loro contenuto di composti di natura antrachinonica denominati derivati dell’idrossiantracene. I principali antrachinoni contenuti in Aloe vera sono: aloina A, aloina B, aloresina A e aloresina B. Essi sono presenti in forma di antrachinoni glicosidici e come tali costituiscono dei profarmaci. L’idrolisi del legame β-glicosidico che tiene associato lo zucchero alle molecole di aloina A e aloina B, da parte di β-glicosidasi batteriche presenti a livello intestinale, determina la liberazione dell’aglicone che, una volta ossidato ad aloe-emodina, può manifestare allo stesso tempo le sue proprietà farmacologiche e tossicologiche. A livello epatico l’aloe-emodina può essere coniugata o solfatata direttamente, oppure dopo essere stata ossidata a reina. La reazione di solfatazione sembra favorire quelle di coniugazione con glutatione o con amminoacidi quali l’N-acetilcisteina. I coniugati con glutatione vengono eliminati attraverso la bile ed entrano nel circolo enteropatico, invece, i coniugati con N-acetilcisteina vengono eliminati per via urinaria. Da un lato, lo scarso assorbimento intestinale degli antrachinoni consente a queste molecole di esplicare i propri effetti lassativi, ma dall’altro rende l’intestino crasso l’organo bersaglio principale della loro tossicità. Inoltre, il circolo enteropatico prolunga l’emivita di questi composti contribuendo ad amplificarne gli effetti tossici. Studi di genotossicità in vitro hanno messo in evidenza le proprietà mutagene e clastogene di aloe-emodina quando utilizzata sotto forma di molecola pura, tuttavia, ricerche che hanno visto l’uso di estratti di Aloe vera ottenuti dalla lavorazione della pianta e purificati, in particolare attraverso trattamento con carbone attivo che ne assicura la rimozione quasi totale degli antrachinoni, hanno permesso di concludere che queste formulazioni sono prive di effetti genotossici. Studi preclinici di tossicità cronica hanno dimostrato che l'assunzione di estratti di Aloe vera non privati degli antrachinoni determina nelle cavie lo sviluppo di adenomi e di carcinomi al colon. Infine, studi clinici sull’uomo, riguardanti l’utilizzo di lassativi di natura antrachinonica hanno fornito deboli evidenze relativamente alla propria capacità di favorire lo sviluppo di carcinomi al colon-retto in coloro che ne avevano fatto abuso per lunghi periodi di tempo. Il panorama è piuttosto complesso e soprattutto i dati forniti dagli studi epidemiologici sono frammentari e discordanti, tuttavia alla luce di questo la Commissione Europea, sulla base dello studio di valutazione di sicurezza dei derivati dell’idrossiantracene svolta dall’ ANS Panel di EFSA e vista la sua incapacità di fornire una dose giornaliera accettabile per l’uomo relativamente a questa categoria di composti, ha ritenuto doveroso emanare il Regolamento (UE) n. 468/2021 che ha modificato l’Allegato III del Regolamento (CE) n. 1925/2006 inserendo all’interno della sua sezione A l’aloe-emodina e tutte le preparazioni in cui essa è presente, vietando l’impiego negli alimenti di questa sostanza.
2021
Hydroxyanthracene derivatives: toxicological risk assessment in food supplements.
HADs
tossicocinetica
genotossicità
carcinogenicità
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