Il comportamento alimentare è un processo piuttosto complesso, che coinvolge i sistemi omeostatico, edonico ed autoregolativo in interazione tra loro; ed un suo alterato funzionamento è centrale nei disturbi dell’alimentazione e/o del peso. Esso è inoltre determinato da processi sia impliciti che espliciti: in particolare, le tendenze implicite di approccio o di evitamento verso stimoli alimentari potrebbero essere coinvolte nel mantenimento di abitudini nutrizionali poco sane e nello sviluppo di disturbi alimentari. Sulla base di tale ipotesi è stato condotto uno studio su un gruppo di 204 partecipanti appartenenti alla popolazione generale con l’utilizzo di una nuova versione mobile dell’Approach Avoidance Task (mAAT), fruibile su smartphone. I partecipanti avevano l’istruzione di avvicinare oppure allontanare da sé il loro dispositivo in risposta alla comparsa di immagini di cibo a diverso contenuto calorico o immagini neutre. Analizzando le differenze nei tempi di risposta agli stimoli presentati, è stato osservato un bias di approccio verso stimoli alimentari in generale, rispetto agli stimoli neutri, e verso cibi a basso contenuto calorico in particolare. È stata analizzata in un secondo momento anche l’influenza del valore dell’indice di massa corporea (IMC) dei partecipanti sulle tendenze osservate. È emerso che al diminuire del valore dell’IMC si evidenziano tempi di allontanamento più rapidi verso stimoli alimentari rispetto agli stimoli neutri; mentre all’aumentare del suo valore è emerso un generale bias di approccio sia per cibi ad alto che a basso contenuto calorico. Tali differenze nei tempi di reazione sembrano riflettere quelle differenze che si osservano anche a livello comportamentale al variare dell’IMC. Questi risultati consentono pertanto una migliore comprensione di quei meccanismi che sottendono e mantengono specifiche abitudini alimentari, permettendo così di poter pianificare, in un secondo momento, strategie terapeutiche sempre più specifiche e mirate nell’ambito dei disturbi dell’alimentazione e/o del peso.
Tendenze implicite di approccio ed evitamento verso immagini di cibo e comportamento alimentare: studio con un mobile Approach Avoidance Task
BERCOCI, REBECA ELENA
2021/2022
Abstract
Il comportamento alimentare è un processo piuttosto complesso, che coinvolge i sistemi omeostatico, edonico ed autoregolativo in interazione tra loro; ed un suo alterato funzionamento è centrale nei disturbi dell’alimentazione e/o del peso. Esso è inoltre determinato da processi sia impliciti che espliciti: in particolare, le tendenze implicite di approccio o di evitamento verso stimoli alimentari potrebbero essere coinvolte nel mantenimento di abitudini nutrizionali poco sane e nello sviluppo di disturbi alimentari. Sulla base di tale ipotesi è stato condotto uno studio su un gruppo di 204 partecipanti appartenenti alla popolazione generale con l’utilizzo di una nuova versione mobile dell’Approach Avoidance Task (mAAT), fruibile su smartphone. I partecipanti avevano l’istruzione di avvicinare oppure allontanare da sé il loro dispositivo in risposta alla comparsa di immagini di cibo a diverso contenuto calorico o immagini neutre. Analizzando le differenze nei tempi di risposta agli stimoli presentati, è stato osservato un bias di approccio verso stimoli alimentari in generale, rispetto agli stimoli neutri, e verso cibi a basso contenuto calorico in particolare. È stata analizzata in un secondo momento anche l’influenza del valore dell’indice di massa corporea (IMC) dei partecipanti sulle tendenze osservate. È emerso che al diminuire del valore dell’IMC si evidenziano tempi di allontanamento più rapidi verso stimoli alimentari rispetto agli stimoli neutri; mentre all’aumentare del suo valore è emerso un generale bias di approccio sia per cibi ad alto che a basso contenuto calorico. Tali differenze nei tempi di reazione sembrano riflettere quelle differenze che si osservano anche a livello comportamentale al variare dell’IMC. Questi risultati consentono pertanto una migliore comprensione di quei meccanismi che sottendono e mantengono specifiche abitudini alimentari, permettendo così di poter pianificare, in un secondo momento, strategie terapeutiche sempre più specifiche e mirate nell’ambito dei disturbi dell’alimentazione e/o del peso.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/37692