PROBLEMA: Tra le manifestazioni cliniche della demenza, i sintomi psico-comportamentali (BPSD) rappresentano l’aspetto più arduo da comprendere e da gestire, al punto tale da essere la prima causa di aumento di disabilità, di istituzionalizzazione e di stress psicofisico per i familiari. Per trattare e controllare i sintomi associati alla demenza si può rendere necessario dover ricorrere all’impiego della contenzione, fisica o farmacologica, sempre e solo nel rispetto della normativa di legge in materia. Il personale sanitario non adeguatamente formato pare ricorrere alla contenzione anche quando non strettamente necessaria, senza aver prima considerato strategie alternative che possano risultare efficaci e al tempo stesso garantire una migliore qualità di vita al paziente. SCOPO: Individuare quali terapie alternative alla contenzione fisica e chimica possono essere impiegate nel trattamento dei disturbi associati alla demenza. CAMPIONE: Pazienti affetti da demenza di età superiore ai 65 anni. Non sono state poste limitazioni rispetto alla tipologia di demenza. METODI E STRUMENTI: La strategia di ricerca del materiale di studio selezionato si è avvalsa della consultazione delle banche dati bibliografiche online, in particolar modo di PubMed, Google Scholar e Cinahl. Nella selezione degli articoli non sono state poste restrizioni né in merito al disegno di studio né all’area geografica di provenienza dello studio. RISULTATI: I benefici delle terapie alternative risultano evidenti in tutti gli studi presi in esame, anche se su diversi aspetti. Sono stati indagati gli effetti su cognizione, memoria, espressione dei sentimenti e tono dell’umore, linguaggio e fluenza verbale, capacità di attenzione e concentrazione, movimento, sintomi neuropsichiatrici, relazioni umane e qualità di vita. Le sedute di gruppo risultano molto utili a favorire la socializzazione e a ridurre il rischio di isolamento. DISCUSSIONE: La contenzione dovrebbe essere impiegata come ultima risorsa, non solo perché invasiva ma anche perché strettamente associata a esiti avversi, che si riversano sulla sfera emotiva, psicologica e fisica. L’impiego dei mezzi di contenzione è correlato a una qualità di vita scadente, in quanto contribuisce a un declino nel comportamento cognitivo e sociale. I principali fattori di rischio per l’utilizzo delle contenzioni si identificano nei disturbi comportamentali, nella ridotta capacità funzionale dei pazienti e nella mancata formazione del personale, che si riflette nella gestione della patologia e nelle scarse conoscenze delle possibili alternative alla contenzione. Ne deriva quindi la necessità di investire nelle risorse umane. di garantire la realizzazione e la continuità di corsi di formazione mirati e di promuovere la collaborazione con altre figure professionali al fine di offrire un’assistenza di qualità e poter includere nel piano di trattamento anche le terapie alternative alla contenzione. CONCLUSIONI: Gli studi presi in esame in questo lavoro di revisione concordano sul fatto che le terapie alternative debbano essere impiegate come prima scelta nella gestione della demenza e dei disturbi a essa associati. Solo nel caso in cui non sortiscano gli effetti desiderati, possono essere implementate con il trattamento farmacologico; la contenzione fisica invece dovrebbe essere l’ultima opzione presa in considerazione, sempre con la consapevolezza del carattere di estrema necessità e di straordinarietà che tale atto assume. I risultati di tale elaborato suggeriscono la necessità di condurre ulteriori studi al fine di ampliare la ricerca in merito alle alternative alla contenzione nel paziente affetto da demenza.

Terapie alternative alla contenzione nei pazienti affetti da demenza

CERVETTO ROBLES, MATILDE
2021/2022

Abstract

PROBLEMA: Tra le manifestazioni cliniche della demenza, i sintomi psico-comportamentali (BPSD) rappresentano l’aspetto più arduo da comprendere e da gestire, al punto tale da essere la prima causa di aumento di disabilità, di istituzionalizzazione e di stress psicofisico per i familiari. Per trattare e controllare i sintomi associati alla demenza si può rendere necessario dover ricorrere all’impiego della contenzione, fisica o farmacologica, sempre e solo nel rispetto della normativa di legge in materia. Il personale sanitario non adeguatamente formato pare ricorrere alla contenzione anche quando non strettamente necessaria, senza aver prima considerato strategie alternative che possano risultare efficaci e al tempo stesso garantire una migliore qualità di vita al paziente. SCOPO: Individuare quali terapie alternative alla contenzione fisica e chimica possono essere impiegate nel trattamento dei disturbi associati alla demenza. CAMPIONE: Pazienti affetti da demenza di età superiore ai 65 anni. Non sono state poste limitazioni rispetto alla tipologia di demenza. METODI E STRUMENTI: La strategia di ricerca del materiale di studio selezionato si è avvalsa della consultazione delle banche dati bibliografiche online, in particolar modo di PubMed, Google Scholar e Cinahl. Nella selezione degli articoli non sono state poste restrizioni né in merito al disegno di studio né all’area geografica di provenienza dello studio. RISULTATI: I benefici delle terapie alternative risultano evidenti in tutti gli studi presi in esame, anche se su diversi aspetti. Sono stati indagati gli effetti su cognizione, memoria, espressione dei sentimenti e tono dell’umore, linguaggio e fluenza verbale, capacità di attenzione e concentrazione, movimento, sintomi neuropsichiatrici, relazioni umane e qualità di vita. Le sedute di gruppo risultano molto utili a favorire la socializzazione e a ridurre il rischio di isolamento. DISCUSSIONE: La contenzione dovrebbe essere impiegata come ultima risorsa, non solo perché invasiva ma anche perché strettamente associata a esiti avversi, che si riversano sulla sfera emotiva, psicologica e fisica. L’impiego dei mezzi di contenzione è correlato a una qualità di vita scadente, in quanto contribuisce a un declino nel comportamento cognitivo e sociale. I principali fattori di rischio per l’utilizzo delle contenzioni si identificano nei disturbi comportamentali, nella ridotta capacità funzionale dei pazienti e nella mancata formazione del personale, che si riflette nella gestione della patologia e nelle scarse conoscenze delle possibili alternative alla contenzione. Ne deriva quindi la necessità di investire nelle risorse umane. di garantire la realizzazione e la continuità di corsi di formazione mirati e di promuovere la collaborazione con altre figure professionali al fine di offrire un’assistenza di qualità e poter includere nel piano di trattamento anche le terapie alternative alla contenzione. CONCLUSIONI: Gli studi presi in esame in questo lavoro di revisione concordano sul fatto che le terapie alternative debbano essere impiegate come prima scelta nella gestione della demenza e dei disturbi a essa associati. Solo nel caso in cui non sortiscano gli effetti desiderati, possono essere implementate con il trattamento farmacologico; la contenzione fisica invece dovrebbe essere l’ultima opzione presa in considerazione, sempre con la consapevolezza del carattere di estrema necessità e di straordinarietà che tale atto assume. I risultati di tale elaborato suggeriscono la necessità di condurre ulteriori studi al fine di ampliare la ricerca in merito alle alternative alla contenzione nel paziente affetto da demenza.
2021
Alternative therapies to restraint in patients affected by dementia
Demenza
Contenzioni
Terapie alternative
Musicoterapia
Doll therapy
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/37794