Internet è uno strumento che è entrato a far parte della nostra routine di vita, rivelandosi addirittura essenziale in alcune circostanze, un esempio è il ruolo che ha ricoperto negli ultimi due anni precedenti con la COVID-19. Tuttavia non si può dire che Internet sia privo di rischi e pericoli, quali cyber-bullismo, attacchi hacker truffe e lo sviluppo di patologie. Nell’ultimo decennio si è sviluppata esponenzialmente la ricerca riguardante l’Internet Addiction Disorder (IAD), considerata come una dipendenza comportamentale in quanto si instaurano i processi e le alterazioni tipiche riscontrate nelle dipendenze quali: tolleranza, craving e sintomi d’astinenza, perdita del controllo. L’IAD è soggetta a controversie e dibattiti riguardo al nome che le è stato assegnato ed al fatto di essere considerata o meno una patologia, ad ogni modo una sua sottocategoria è stata inserita nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders 5° Edizione DSM 5 sotto il nome di Internet Gaming Disorder (IGD). In questo studio viene analizzata la funzione dell’infermiere nel riconoscimento e nella prevenzione dell’IAD, effettuando una ricerca utilizzando i motori di ricerca di Pubmed e Mendeley. Sono presenti diversi strumenti per la valutazione dell’IAD, ma nonostante ciò non è stato individuato uno strumento standardizzato e condivisibile. Per quanto riguarda le misure di prevenzione sono stati analizzati dieci articoli di diverso tipo, è emerso che l’infermiere è stato considerato una figura importante per la conduzione di programmi preventivi con appositi interventi. L’IAD necessita di maggiore approfondimento, permettendo di chiarire i diverbi che attualmente sono presenti. Dovrebbero essere condotti maggiori studi sulla prevenzione, da quelli esaminati si riscontra come l’educazione e la terapia cognitivo comportamentale siano gli interventi più utilizzati. L’infermiere si inserisce bene in questo contesto, poiché ricopre un ruolo fondamentale nella prevenzione attraverso il monitoraggio del paziente, la valutazione del percorso clinico e del livello di IAD, inoltre è stata riconosciuta la sua importanza per l’educazione e come soggetto di riferimento per supportare ragazzi e genitori agendo sulla loro motivazione ed altre componenti.
Internet Addiction Disorder: prevenzione e riconoscimento nei giovani
ZANATTA, GIACOMO
2021/2022
Abstract
Internet è uno strumento che è entrato a far parte della nostra routine di vita, rivelandosi addirittura essenziale in alcune circostanze, un esempio è il ruolo che ha ricoperto negli ultimi due anni precedenti con la COVID-19. Tuttavia non si può dire che Internet sia privo di rischi e pericoli, quali cyber-bullismo, attacchi hacker truffe e lo sviluppo di patologie. Nell’ultimo decennio si è sviluppata esponenzialmente la ricerca riguardante l’Internet Addiction Disorder (IAD), considerata come una dipendenza comportamentale in quanto si instaurano i processi e le alterazioni tipiche riscontrate nelle dipendenze quali: tolleranza, craving e sintomi d’astinenza, perdita del controllo. L’IAD è soggetta a controversie e dibattiti riguardo al nome che le è stato assegnato ed al fatto di essere considerata o meno una patologia, ad ogni modo una sua sottocategoria è stata inserita nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders 5° Edizione DSM 5 sotto il nome di Internet Gaming Disorder (IGD). In questo studio viene analizzata la funzione dell’infermiere nel riconoscimento e nella prevenzione dell’IAD, effettuando una ricerca utilizzando i motori di ricerca di Pubmed e Mendeley. Sono presenti diversi strumenti per la valutazione dell’IAD, ma nonostante ciò non è stato individuato uno strumento standardizzato e condivisibile. Per quanto riguarda le misure di prevenzione sono stati analizzati dieci articoli di diverso tipo, è emerso che l’infermiere è stato considerato una figura importante per la conduzione di programmi preventivi con appositi interventi. L’IAD necessita di maggiore approfondimento, permettendo di chiarire i diverbi che attualmente sono presenti. Dovrebbero essere condotti maggiori studi sulla prevenzione, da quelli esaminati si riscontra come l’educazione e la terapia cognitivo comportamentale siano gli interventi più utilizzati. L’infermiere si inserisce bene in questo contesto, poiché ricopre un ruolo fondamentale nella prevenzione attraverso il monitoraggio del paziente, la valutazione del percorso clinico e del livello di IAD, inoltre è stata riconosciuta la sua importanza per l’educazione e come soggetto di riferimento per supportare ragazzi e genitori agendo sulla loro motivazione ed altre componenti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/37878