Problema/background: la violenza sulle donne rappresenta per tutto il mondo uno dei problemi più grandi per quanto riguarda la salute pubblica globale ed i diritti umani violati. Con l’espressione violenza di genere si racchiude al suo interno tutte quelle forme di violenza (da quella psicologica, fisica e sessuale a quella fatta da atti persecutori, stupro e femminicidio) che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso. Gli operatori sanitari svolgono un ruolo cruciale nel riconoscere i segni della violenza: le donne che hanno subito abusi accedono più frequentemente nei Pronto Soccorso ed accusano qualsiasi problema di salute più spesso delle donne che non ne subiscono. Obiettivo: la finalità principale di questo elaborato è quello di indagare gli atteggiamenti, le conoscenze e la preparazione degli infermieri operanti nei Dipartimenti di Emergenza della regione Veneto che hanno assistito, ed assisteranno, donne vittime di violenza. Materiali e metodi: per condurre questo studio sono stati raccolti e analizzati i dati ricavati dalla compilazione anonima, da parte del personale infermieristico, di un questionario creato ed utilizzato in precedenti studi (Di Giacomo & Palumbo, 2008). Il questionario in oggetto era stato utilizzato dall’autore presso l'Azienda Sanitaria di Rimini per descrivere le conoscenze possedute, gli atteggiamenti e le percezioni relative alla violenza di genere degli infermieri e delle ostetriche operanti e personalmente coinvolti nell'accoglienza delle donne maltrattate (Di Giacomo & Palumbo 2008). Prima della somministrazione quest’ultimo è stato adattato alla realtà veneta. Risultati: allo studio hanno partecipato 217 infermieri appartenenti a sei diverse Aziende ULSS. Gli infermieri affermano che la cosa più importante da offrire alle vittime sia ascolto e disponibilità; durante l’assistenza permangano comunque molte difficoltà da parte dell’operatore, sia dal punto di vista relazionale e comunicativo, che da quello procedurale e nozionistico. Gli operatori intervistati si dividono equamente in due per quanto riguarda il consigliare una vittima di VDG: il 50.2% di questi incoraggerebbe le pazienti a recarsi presso il più vicino Pronto Soccorso per farsi visitare o per porgere denuncia, contro il 49.3% che inciterebbe le vittime a recarsi presso il più vicino ‘Sportello di ascolto contro la violenza alle donne’ o altro servizio. Dato preoccupante riguarda invece la ‘colpevolizzazione’ delle vittime: il 5.1% degli infermieri intervenuti afferma la presenza di un atteggiamento da parte della donna che può aver favorito il perpetuarsi della violenza stessa. Nonostante l’importante campagna di sensibilizzazione portata avanti dalla Regione Veneto negli ultimi cinque anni, il 51.7% degli intervistati non ha frequentato corsi di aggiornamento specifici sull’argomento. Conclusioni: malgrado i numerosi progetti di formazione e di aggiornamento disponibili a livello regionale e il sempre più importante peso del fenomeno a livello mediatico, tra gli operatori sanitari permangono difficoltà nell’accoglienza e nell’applicazione delle procedure disponibili all’interno dell’U.O. Dal personale infermieristico vengono riscontrare criticità anche a livello comunicativo e relazione durante l’assistenza di questa tipologia di pazienti.
VIOLENZA DI GENERE: ATTEGGIAMENTI, CONOSCENZE E PREPARAZIONE DEGLI INFERMIERI NEI PRONTO SOCCORSO DEL VENETO
IMPOSTI, DANIZA
2021/2022
Abstract
Problema/background: la violenza sulle donne rappresenta per tutto il mondo uno dei problemi più grandi per quanto riguarda la salute pubblica globale ed i diritti umani violati. Con l’espressione violenza di genere si racchiude al suo interno tutte quelle forme di violenza (da quella psicologica, fisica e sessuale a quella fatta da atti persecutori, stupro e femminicidio) che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso. Gli operatori sanitari svolgono un ruolo cruciale nel riconoscere i segni della violenza: le donne che hanno subito abusi accedono più frequentemente nei Pronto Soccorso ed accusano qualsiasi problema di salute più spesso delle donne che non ne subiscono. Obiettivo: la finalità principale di questo elaborato è quello di indagare gli atteggiamenti, le conoscenze e la preparazione degli infermieri operanti nei Dipartimenti di Emergenza della regione Veneto che hanno assistito, ed assisteranno, donne vittime di violenza. Materiali e metodi: per condurre questo studio sono stati raccolti e analizzati i dati ricavati dalla compilazione anonima, da parte del personale infermieristico, di un questionario creato ed utilizzato in precedenti studi (Di Giacomo & Palumbo, 2008). Il questionario in oggetto era stato utilizzato dall’autore presso l'Azienda Sanitaria di Rimini per descrivere le conoscenze possedute, gli atteggiamenti e le percezioni relative alla violenza di genere degli infermieri e delle ostetriche operanti e personalmente coinvolti nell'accoglienza delle donne maltrattate (Di Giacomo & Palumbo 2008). Prima della somministrazione quest’ultimo è stato adattato alla realtà veneta. Risultati: allo studio hanno partecipato 217 infermieri appartenenti a sei diverse Aziende ULSS. Gli infermieri affermano che la cosa più importante da offrire alle vittime sia ascolto e disponibilità; durante l’assistenza permangano comunque molte difficoltà da parte dell’operatore, sia dal punto di vista relazionale e comunicativo, che da quello procedurale e nozionistico. Gli operatori intervistati si dividono equamente in due per quanto riguarda il consigliare una vittima di VDG: il 50.2% di questi incoraggerebbe le pazienti a recarsi presso il più vicino Pronto Soccorso per farsi visitare o per porgere denuncia, contro il 49.3% che inciterebbe le vittime a recarsi presso il più vicino ‘Sportello di ascolto contro la violenza alle donne’ o altro servizio. Dato preoccupante riguarda invece la ‘colpevolizzazione’ delle vittime: il 5.1% degli infermieri intervenuti afferma la presenza di un atteggiamento da parte della donna che può aver favorito il perpetuarsi della violenza stessa. Nonostante l’importante campagna di sensibilizzazione portata avanti dalla Regione Veneto negli ultimi cinque anni, il 51.7% degli intervistati non ha frequentato corsi di aggiornamento specifici sull’argomento. Conclusioni: malgrado i numerosi progetti di formazione e di aggiornamento disponibili a livello regionale e il sempre più importante peso del fenomeno a livello mediatico, tra gli operatori sanitari permangono difficoltà nell’accoglienza e nell’applicazione delle procedure disponibili all’interno dell’U.O. Dal personale infermieristico vengono riscontrare criticità anche a livello comunicativo e relazione durante l’assistenza di questa tipologia di pazienti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/37959