PROBLEMA: Il trauma è la terza causa di morte nei Paesi occidentali ed è stimato essere la terza causa di disabilità a livello mondiale entro il 2030 (OMS, 2015). L'ipotermia si verifica nel 10% dei pazienti con trauma e fino ad un terzo dei pazienti con trauma maggiore (ATLS Advanced Trauma Life Support Student Course Manual, 2018). Inoltre, è uno dei più importanti predittori fisiologici per la mortalità precoce e tardiva, con un tasso di mortalità del 100% in coloro che presentano una temperatura corporea centrale inferiore a 32 °C (Balvers et al., 2016). L’ipotermia, insieme ad acidosi e coagulopatia, fa parte di un circolo vizioso, noto come “triade letale”, la cui presenza nei pazienti traumatizzati indica una prognosi sfavorevole (Johnson et al., 2017). Ciononostante, l'ipotermia continua ad essere sottodiagnosticata e sottotrattata e la sua gestione preospedaliera non è ancora stata sufficientemente indagata dalla letteratura (Lapostolle et al., 2017). SCOPO: Individuare quali sono gli interventi infermieristici di prevenzione dell’ipotermia, maggiormente sostenuti dalla letteratura nel paziente affetto da trauma maggiore durante il soccorso preospedaliero, per la riduzione del rischio di complicanze e di morte precoce e tardiva legate all’ipotermia stessa. CAMPIONE: Pazienti con età maggiore di 18 anni e presi in carico dal sistema territoriale di soccorso a livello mondiale. METODI E STRUMENTI: Per questo lavoro di revisione bibliografica sono stati confrontati e valutati in modo critico gli studi nella letteratura riguardanti gli interventi infermieristici rivolti alla prevenzione dell’ipotermia nei pazienti affetti da trauma maggiore durante il soccorso preospedaliero. È stata effettuata una revisione della letteratura consultando le banche dati PubMed, MEDLINE (interfaccia PubMed), CINAHL, Cochrane e Google Scholar, limitando la ricerca con retroattività di 15 anni, lingua inglese o italiana e disponibilità del full text. Dopo aver valutato i full text degli articoli eleggibili, sono stati inclusi nella revisione 10 studi che soddisfacevano i criteri di inclusione. RISULTATI: Dal confronto tra gli studi selezionati emerge che gli interventi più descritti per prevenire l’ipotermia nel preospedaliero, da mettere in atto immediatamente, sono: infondere fluidi riscaldati, rimuovere gli indumenti bagnati, riscaldare l’ambiente, rilevare periodicamente la temperatura corporea, applicare una coperta o una coperta isotermica, asciugare il paziente e coprirlo con vestiti asciutti. Inoltre, si ricava che la sede ottimale per la rilevazione della temperatura corporea è la membrana timpanica e che i principali fattori di rischio per l’ipotermia sono: la gravità della lesione, la presenza di comorbidità, l’anestesia generale o l’intubazione preospedaliera, gli indumenti bagnati, la temperatura ambientale, dei liquidi infusi e dell’unità mobile. CONCLUSIONI: La rilevazione della temperatura corporea e la prevenzione/gestione dell’ipotermia sono prioritarie durante l’assistenza preospedaliera dei pazienti con trauma maggiore. Interventi di riscaldamento sia attivo che passivo dovrebbero essere promossi nella pratica clinica, in quanto prevengono la condizione ipotermica e quindi le complicanze ad essa legate. Ulteriori studi sono necessari per valutare l’efficacia dei singoli interventi e per redigere protocolli operativi. Key Words: Hypothermia, Rewarming, Trauma, Prevention, Prehospital Parole chiave: Ipotermia, Riscaldamento, Trauma, Prevenzione, Preospedaliero
La prevenzione dell'ipotermia nel paziente affetto da trauma maggiore durante il soccorso preospedaliero
ROSSATO, VALENTINA
2021/2022
Abstract
PROBLEMA: Il trauma è la terza causa di morte nei Paesi occidentali ed è stimato essere la terza causa di disabilità a livello mondiale entro il 2030 (OMS, 2015). L'ipotermia si verifica nel 10% dei pazienti con trauma e fino ad un terzo dei pazienti con trauma maggiore (ATLS Advanced Trauma Life Support Student Course Manual, 2018). Inoltre, è uno dei più importanti predittori fisiologici per la mortalità precoce e tardiva, con un tasso di mortalità del 100% in coloro che presentano una temperatura corporea centrale inferiore a 32 °C (Balvers et al., 2016). L’ipotermia, insieme ad acidosi e coagulopatia, fa parte di un circolo vizioso, noto come “triade letale”, la cui presenza nei pazienti traumatizzati indica una prognosi sfavorevole (Johnson et al., 2017). Ciononostante, l'ipotermia continua ad essere sottodiagnosticata e sottotrattata e la sua gestione preospedaliera non è ancora stata sufficientemente indagata dalla letteratura (Lapostolle et al., 2017). SCOPO: Individuare quali sono gli interventi infermieristici di prevenzione dell’ipotermia, maggiormente sostenuti dalla letteratura nel paziente affetto da trauma maggiore durante il soccorso preospedaliero, per la riduzione del rischio di complicanze e di morte precoce e tardiva legate all’ipotermia stessa. CAMPIONE: Pazienti con età maggiore di 18 anni e presi in carico dal sistema territoriale di soccorso a livello mondiale. METODI E STRUMENTI: Per questo lavoro di revisione bibliografica sono stati confrontati e valutati in modo critico gli studi nella letteratura riguardanti gli interventi infermieristici rivolti alla prevenzione dell’ipotermia nei pazienti affetti da trauma maggiore durante il soccorso preospedaliero. È stata effettuata una revisione della letteratura consultando le banche dati PubMed, MEDLINE (interfaccia PubMed), CINAHL, Cochrane e Google Scholar, limitando la ricerca con retroattività di 15 anni, lingua inglese o italiana e disponibilità del full text. Dopo aver valutato i full text degli articoli eleggibili, sono stati inclusi nella revisione 10 studi che soddisfacevano i criteri di inclusione. RISULTATI: Dal confronto tra gli studi selezionati emerge che gli interventi più descritti per prevenire l’ipotermia nel preospedaliero, da mettere in atto immediatamente, sono: infondere fluidi riscaldati, rimuovere gli indumenti bagnati, riscaldare l’ambiente, rilevare periodicamente la temperatura corporea, applicare una coperta o una coperta isotermica, asciugare il paziente e coprirlo con vestiti asciutti. Inoltre, si ricava che la sede ottimale per la rilevazione della temperatura corporea è la membrana timpanica e che i principali fattori di rischio per l’ipotermia sono: la gravità della lesione, la presenza di comorbidità, l’anestesia generale o l’intubazione preospedaliera, gli indumenti bagnati, la temperatura ambientale, dei liquidi infusi e dell’unità mobile. CONCLUSIONI: La rilevazione della temperatura corporea e la prevenzione/gestione dell’ipotermia sono prioritarie durante l’assistenza preospedaliera dei pazienti con trauma maggiore. Interventi di riscaldamento sia attivo che passivo dovrebbero essere promossi nella pratica clinica, in quanto prevengono la condizione ipotermica e quindi le complicanze ad essa legate. Ulteriori studi sono necessari per valutare l’efficacia dei singoli interventi e per redigere protocolli operativi. Key Words: Hypothermia, Rewarming, Trauma, Prevention, Prehospital Parole chiave: Ipotermia, Riscaldamento, Trauma, Prevenzione, PreospedalieroFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/37970