Problema: Gli anziani sono il segmento che presenta una più rapida crescita all’interno della popolazione mondiale (Dines, Hu, & Sajatovic, 2014). Con il progredire dell’età, la sintomatologia depressiva incide fortemente sulla vita del paziente e spesso viene sottovalutata collegandosi a un aumento del rischio suicidario e a un peggioramento dello stato di salute (Lohman, Raue, Greenberg & Bruce, 2016). La sintomatologia depressiva è spesso trascurata e non trattata perché si verifica in concomitanza con altri problemi incontrati dagli anziani (WHO, 2017). Il disturbo depressivo è associato infatti a un aumento del rischio di morbilità, aumento del rischio di suicidio, diminuzione del funzionamento fisico, cognitivo e sociale e maggiore negligenza verso sé stessi, tutti a loro volta associati ad un aumento della mortalità (Fiske, Wetherell, & Gatz, 2009). Il fenomeno suicidario è ampiamente riconosciuto come un grave problema di salute pubblica e attualmente è la quindicesima causa di morte più comune al mondo. (Dennis, Thomas, Okolie, & John 2017). La figura infermieristica riveste un ruolo molto importante nel monitoraggio e nella gestione clinica delle persone che sono a rischio di commettere agiti autolesivi. È necessario individuare evidenze scientifiche e modalità d’azione che possano guidare la pratica clinica riducendo il rischio suicidario. Scopo: L’obbiettivo della revisione di letteratura è l’individuazione degli interventi dotati di efficacia secondo le evidenze riguardo l’accertamento e il monitoraggio efficaci nel paziente in età geriatrica affetto da disturbo depressivo, con il fine di evitare che si verifichino condotte autolesive, riconoscendole precocemente. Campione: Il campione comprende i pazienti in età geriatrica con età maggiore di 65 anni affetti da disturbo depressivo che accedono ai servizi sanitari ospedalieri e/o territoriali. Metodi e strumenti: Si è proceduto ricercando articoli che valutassero le metodologie per prevenire il suicidio nelle persone con età > 65 anni affette da disturbo depressivo. Sono state consultate banche dati quali Pubmed, Medline, CINAHL, Scopus, APA PsycInfo. Sono stati selezionati studi con full-text in un range temporale di 10 anni (2012-2022). La ricerca è stata condotta usando termini liberi e MeSH-Terms. Risultati: Dagli studi è emerso che per poter prevenire le condotte autolesive nei pazienti geriatrici affetti da disturbo depressivo è fondamentale prima di tutto che il disturbo depressivo venga diagnosticato e trattato. In seguito, è necessario che venga condotta una valutazione attraverso l’utilizzo di scale validate e colloqui clinici strutturati. Un attento accertamento permette di indagare i fattori di rischio e i fattori protettivi. Gli infermieri devono monitorare attentamente i comportamenti del paziente per identificare cambiamenti comportamentali che possono essere premonitori di un agito autolesivo. Il monitoraggio può essere condotto con follow-up e con colloqui telefonici periodici. I familiari hanno un ruolo fondamentale soprattutto in età geriatrica nella gestione clinica del paziente. Devono essere educati a conoscere la patologia depressiva e riconoscere precocemente il rischio che si verifichino agiti autolesivi. Durante una crisi suicidaria o nel momento in cui vengono messi in atto agiti autolesivi, è necessario valutare la necessità di un ricovero ospedaliero o day hospital, riducendo l’accesso ai mezzi letali sia a domicilio che all’interno della struttura ospedaliera. Conclusioni: La tragedia del suicidio è spesso prevenibile. L'identificazione dei fattori di rischio e lo screening per sono approcci efficaci per ridurre le morti per suicidio negli anziani (Wasserman et al., 2012). Con una maggiore ricerca e attenzione clinica allo screening e al trattamento è possibile ridurre i tassi dei comportamenti autolesivi e gli esiti negativi per la salute ad essi associati.
Paziente geriatrico affetto da disturbo depressivo: prevenzione e gestione infermieristica delle condotte autolesive
SIRIGU, ELENA
2021/2022
Abstract
Problema: Gli anziani sono il segmento che presenta una più rapida crescita all’interno della popolazione mondiale (Dines, Hu, & Sajatovic, 2014). Con il progredire dell’età, la sintomatologia depressiva incide fortemente sulla vita del paziente e spesso viene sottovalutata collegandosi a un aumento del rischio suicidario e a un peggioramento dello stato di salute (Lohman, Raue, Greenberg & Bruce, 2016). La sintomatologia depressiva è spesso trascurata e non trattata perché si verifica in concomitanza con altri problemi incontrati dagli anziani (WHO, 2017). Il disturbo depressivo è associato infatti a un aumento del rischio di morbilità, aumento del rischio di suicidio, diminuzione del funzionamento fisico, cognitivo e sociale e maggiore negligenza verso sé stessi, tutti a loro volta associati ad un aumento della mortalità (Fiske, Wetherell, & Gatz, 2009). Il fenomeno suicidario è ampiamente riconosciuto come un grave problema di salute pubblica e attualmente è la quindicesima causa di morte più comune al mondo. (Dennis, Thomas, Okolie, & John 2017). La figura infermieristica riveste un ruolo molto importante nel monitoraggio e nella gestione clinica delle persone che sono a rischio di commettere agiti autolesivi. È necessario individuare evidenze scientifiche e modalità d’azione che possano guidare la pratica clinica riducendo il rischio suicidario. Scopo: L’obbiettivo della revisione di letteratura è l’individuazione degli interventi dotati di efficacia secondo le evidenze riguardo l’accertamento e il monitoraggio efficaci nel paziente in età geriatrica affetto da disturbo depressivo, con il fine di evitare che si verifichino condotte autolesive, riconoscendole precocemente. Campione: Il campione comprende i pazienti in età geriatrica con età maggiore di 65 anni affetti da disturbo depressivo che accedono ai servizi sanitari ospedalieri e/o territoriali. Metodi e strumenti: Si è proceduto ricercando articoli che valutassero le metodologie per prevenire il suicidio nelle persone con età > 65 anni affette da disturbo depressivo. Sono state consultate banche dati quali Pubmed, Medline, CINAHL, Scopus, APA PsycInfo. Sono stati selezionati studi con full-text in un range temporale di 10 anni (2012-2022). La ricerca è stata condotta usando termini liberi e MeSH-Terms. Risultati: Dagli studi è emerso che per poter prevenire le condotte autolesive nei pazienti geriatrici affetti da disturbo depressivo è fondamentale prima di tutto che il disturbo depressivo venga diagnosticato e trattato. In seguito, è necessario che venga condotta una valutazione attraverso l’utilizzo di scale validate e colloqui clinici strutturati. Un attento accertamento permette di indagare i fattori di rischio e i fattori protettivi. Gli infermieri devono monitorare attentamente i comportamenti del paziente per identificare cambiamenti comportamentali che possono essere premonitori di un agito autolesivo. Il monitoraggio può essere condotto con follow-up e con colloqui telefonici periodici. I familiari hanno un ruolo fondamentale soprattutto in età geriatrica nella gestione clinica del paziente. Devono essere educati a conoscere la patologia depressiva e riconoscere precocemente il rischio che si verifichino agiti autolesivi. Durante una crisi suicidaria o nel momento in cui vengono messi in atto agiti autolesivi, è necessario valutare la necessità di un ricovero ospedaliero o day hospital, riducendo l’accesso ai mezzi letali sia a domicilio che all’interno della struttura ospedaliera. Conclusioni: La tragedia del suicidio è spesso prevenibile. L'identificazione dei fattori di rischio e lo screening per sono approcci efficaci per ridurre le morti per suicidio negli anziani (Wasserman et al., 2012). Con una maggiore ricerca e attenzione clinica allo screening e al trattamento è possibile ridurre i tassi dei comportamenti autolesivi e gli esiti negativi per la salute ad essi associati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/37974