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Background: La rianimazione cardiopolmonare (RCP) è un intervento di emergenza per le persone che hanno inaspettatamente un arresto cardiaco. I benefici della RCP vengono molto sopravvalutati dal paziente, dal personale sanitario e dal pubblico generale, mentre rimangono sottovalutati i potenziali rischi. Questa procedura infatti ha diversi limiti, gli sforzi rianimatori devono bilanciare gli obiettivi di preservare la vita e ripristinare la salute con quelli di alleviare la sofferenza e rispettare l’autonomia individuale. Obiettivo: L’obiettivo di questa revisione della letteratura è quello di comprendere quali sono i casi in cui la RCP non è un intervento adeguato, e quindi capire quando questo intervento non dovrebbe essere cominciato o dovrebbe essere interrotto. Inoltre, con questo elaborato si è cercato di comprendere quali possono essere le caratteristiche che definiscono la RCP un trattamento futile e si è voluto capire l’importanza e il ruolo che riveste l’infermiere nel processo decisionale. Materiali e metodi: è stata effettuata una revisione della letteratura consultando la banca dati PubMed. In seguito alla combinazione di diverse parole chiave e termini MeSH sono stati selezionati un totale di diciassette articoli pertinenti a rispondere ai quesiti di ricerca. Risultati: Dalla ricerca è emerso che la RCP non deve essere attuata indiscriminatamente ma deve essere selettiva. Andrebbe applicata a chi è indicata, ossia a coloro che hanno buone probabilità di sopravvivenza, omessa nel processo di morte o se il paziente l’ha rifiutata, per esempio per mezzo di DAT o PCC, e sospesa quando non ci sono probabilità di successo. La futilità della RCP viene valutata in base a fattori fisiologici, ai valori individuali legati all’utilità e al valore dell’intervento. L’infermiere, pur non direttamente, ricopre un ruolo attivo nel processo decisionale della rianimazione, grazie al ruolo attivo che riveste con il paziente. Conclusioni: Parlare di rianimazione significa riconoscere la vita come unica ed irripetibile, ma allo stesso tempo significa saper rispettare la dignità senza prolungare la vita in modo indiscriminato. L’infermiere rappresenta una figura fondamentale in grado di conoscere e rappresentare le preoccupazioni e le opinioni del paziente e della famiglia. Keywords: : cardiopulmonary resuscitation, nurse, ethics, bioethical principles, stop, ethic, futility treatment, decision making.

Quando rianimare non è sempre la scelta giusta e il ruolo dell'infermiere nel processo decisionale: una revisione della letteratura

BATTILANA, ANNA
2021/2022

Abstract

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2021
When resuscitating isn't always the right choice and the nurse's role in decision making: a review of the literature
Background: La rianimazione cardiopolmonare (RCP) è un intervento di emergenza per le persone che hanno inaspettatamente un arresto cardiaco. I benefici della RCP vengono molto sopravvalutati dal paziente, dal personale sanitario e dal pubblico generale, mentre rimangono sottovalutati i potenziali rischi. Questa procedura infatti ha diversi limiti, gli sforzi rianimatori devono bilanciare gli obiettivi di preservare la vita e ripristinare la salute con quelli di alleviare la sofferenza e rispettare l’autonomia individuale. Obiettivo: L’obiettivo di questa revisione della letteratura è quello di comprendere quali sono i casi in cui la RCP non è un intervento adeguato, e quindi capire quando questo intervento non dovrebbe essere cominciato o dovrebbe essere interrotto. Inoltre, con questo elaborato si è cercato di comprendere quali possono essere le caratteristiche che definiscono la RCP un trattamento futile e si è voluto capire l’importanza e il ruolo che riveste l’infermiere nel processo decisionale. Materiali e metodi: è stata effettuata una revisione della letteratura consultando la banca dati PubMed. In seguito alla combinazione di diverse parole chiave e termini MeSH sono stati selezionati un totale di diciassette articoli pertinenti a rispondere ai quesiti di ricerca. Risultati: Dalla ricerca è emerso che la RCP non deve essere attuata indiscriminatamente ma deve essere selettiva. Andrebbe applicata a chi è indicata, ossia a coloro che hanno buone probabilità di sopravvivenza, omessa nel processo di morte o se il paziente l’ha rifiutata, per esempio per mezzo di DAT o PCC, e sospesa quando non ci sono probabilità di successo. La futilità della RCP viene valutata in base a fattori fisiologici, ai valori individuali legati all’utilità e al valore dell’intervento. L’infermiere, pur non direttamente, ricopre un ruolo attivo nel processo decisionale della rianimazione, grazie al ruolo attivo che riveste con il paziente. Conclusioni: Parlare di rianimazione significa riconoscere la vita come unica ed irripetibile, ma allo stesso tempo significa saper rispettare la dignità senza prolungare la vita in modo indiscriminato. L’infermiere rappresenta una figura fondamentale in grado di conoscere e rappresentare le preoccupazioni e le opinioni del paziente e della famiglia. Keywords: : cardiopulmonary resuscitation, nurse, ethics, bioethical principles, stop, ethic, futility treatment, decision making.
RCP
Arresto cardiaco
Futilità
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/38206