Introduzione: L'encefalopatia ipossico - ischemica è la causa principale del danno neurologico nei neonati alla nascita. La sua incidenza nei paesi sviluppati, nonostante una lieve diminuzione negli ultimi anni, risulta ancora essere piuttosto elevata. Di conseguenza numerosi neonati subiranno danni neurologici e disabilità gravi. Risultano essere notevolmente elevate anche le morti legate al danno encefalico ipossico-ischemico. Attualmente il trattamento con ipotermia terapeutica sembrerebbe essere la tecnica di neuroprotezione più efficace per contrastare morti e danni neurologici. È di fondamentale importanza formare adeguatamente il personale sanitario al fine di intervenire in maniera adeguata ed entro i tempi stabiliti per ridurne l’incidenza. Obiettivo: L’obiettivo di questa tesi è di eseguire una revisione della letteratura inerente alla pratica dell’ipotermia terapeutica nel neonato colpito da encefalopatia ipossico-ischemica, all’interno delle terapie intensive neonatali. Con quest’ elaborato si vogliono evidenziare gli approcci clinici che rendono innovativa questa nuova forma di neuroprotezione. Inoltre si vuole analizzare l’efficacia di tale trattamento sulla riduzione del danno encefalico, con conseguente diminuzione degli alti livelli di morte e disabilità ad essa correlati. Materiali e metodi: Questa revisione è stata elaborata utilizzando la banca dati PubMed. In seguito ai risultati ottenuti, sono stati selezionati 26 articoli degli ultimi 13 anni pertinenti al quesito di ricerca. Sono stati considerati articoli free full text ma anche a pagamento, accessibili tramite la proxy docile della Biblioteca Pinali. Gli articoli sono stati selezionati dai risultati ottenuti dall’inserimento di parole libere ed alcuni termini MeSH. Risultati: Gli studi presi in esame, dimostrano che l’attuazione dell'ipotermia terapeutica aiuta a migliorare la sopravvivenza e a ridurre il danno cerebrale a 18-24 mesi di vita. Affinché il trattamento comporti una neuroprotezione efficace deve essere attuato rispettando i criteri d’inclusione ed esclusione, tuttavia permangono ancora numerosi interrogativi sull'attuazione di tale metodica. Di estrema importanza, è il ruolo svolto dall'infermiere che ha un valore prezioso durante tutto il processo. Conclusione: L’infermiere di terapia intensiva neonatale è parte integrante dell’equipe sanitaria ed il ruolo che vi esercita ne vede la partecipazione attiva durante l’intero trattamento ipotermico. In più l’infermiere è la figura di riferimento non solo durante l’attuazione dell’ipotermia ma anche per la preparazione e la gestione del neonato intra e post trattamento. Ne emerge inoltre che l’ipotermia incide in maniera preponderante sulla diminuzione degli alti livelli di morte e di disabilità. Tuttavia malgrado i buoni risultati ottenuti con l’attuazione della TH, una piccola parte di neonati non trae beneficio e si porta al seguito danni neurologici, disabilità gravi e morti. Keywords:“Therapeutic hypothermia“; “Newborn”; “Hypoxic - ischemic encephalopathy (HIE)”; “Neonatal intensive care unit”; “Cooling methods"; “Nursing care”; “Perinatal asphyxia”; “Death”; “Disability”. Parole chiave: ”Ipotermia terapeutica”; “Neonato”; “Encefalopatia ipossico - ischemica (HIE)”; “Terapia intensiva neonatale”; “Metodi di raffreddamento”; “Assistenza infermieristica”; “Asfissia perinatale”; “Morte”; “Disabilità”.
Ipotermia terapeutica ed encefalopatia ipossico - ischemica: Revisione delle letteratura
BOSO, MONICA
2021/2022
Abstract
Introduzione: L'encefalopatia ipossico - ischemica è la causa principale del danno neurologico nei neonati alla nascita. La sua incidenza nei paesi sviluppati, nonostante una lieve diminuzione negli ultimi anni, risulta ancora essere piuttosto elevata. Di conseguenza numerosi neonati subiranno danni neurologici e disabilità gravi. Risultano essere notevolmente elevate anche le morti legate al danno encefalico ipossico-ischemico. Attualmente il trattamento con ipotermia terapeutica sembrerebbe essere la tecnica di neuroprotezione più efficace per contrastare morti e danni neurologici. È di fondamentale importanza formare adeguatamente il personale sanitario al fine di intervenire in maniera adeguata ed entro i tempi stabiliti per ridurne l’incidenza. Obiettivo: L’obiettivo di questa tesi è di eseguire una revisione della letteratura inerente alla pratica dell’ipotermia terapeutica nel neonato colpito da encefalopatia ipossico-ischemica, all’interno delle terapie intensive neonatali. Con quest’ elaborato si vogliono evidenziare gli approcci clinici che rendono innovativa questa nuova forma di neuroprotezione. Inoltre si vuole analizzare l’efficacia di tale trattamento sulla riduzione del danno encefalico, con conseguente diminuzione degli alti livelli di morte e disabilità ad essa correlati. Materiali e metodi: Questa revisione è stata elaborata utilizzando la banca dati PubMed. In seguito ai risultati ottenuti, sono stati selezionati 26 articoli degli ultimi 13 anni pertinenti al quesito di ricerca. Sono stati considerati articoli free full text ma anche a pagamento, accessibili tramite la proxy docile della Biblioteca Pinali. Gli articoli sono stati selezionati dai risultati ottenuti dall’inserimento di parole libere ed alcuni termini MeSH. Risultati: Gli studi presi in esame, dimostrano che l’attuazione dell'ipotermia terapeutica aiuta a migliorare la sopravvivenza e a ridurre il danno cerebrale a 18-24 mesi di vita. Affinché il trattamento comporti una neuroprotezione efficace deve essere attuato rispettando i criteri d’inclusione ed esclusione, tuttavia permangono ancora numerosi interrogativi sull'attuazione di tale metodica. Di estrema importanza, è il ruolo svolto dall'infermiere che ha un valore prezioso durante tutto il processo. Conclusione: L’infermiere di terapia intensiva neonatale è parte integrante dell’equipe sanitaria ed il ruolo che vi esercita ne vede la partecipazione attiva durante l’intero trattamento ipotermico. In più l’infermiere è la figura di riferimento non solo durante l’attuazione dell’ipotermia ma anche per la preparazione e la gestione del neonato intra e post trattamento. Ne emerge inoltre che l’ipotermia incide in maniera preponderante sulla diminuzione degli alti livelli di morte e di disabilità. Tuttavia malgrado i buoni risultati ottenuti con l’attuazione della TH, una piccola parte di neonati non trae beneficio e si porta al seguito danni neurologici, disabilità gravi e morti. Keywords:“Therapeutic hypothermia“; “Newborn”; “Hypoxic - ischemic encephalopathy (HIE)”; “Neonatal intensive care unit”; “Cooling methods"; “Nursing care”; “Perinatal asphyxia”; “Death”; “Disability”. Parole chiave: ”Ipotermia terapeutica”; “Neonato”; “Encefalopatia ipossico - ischemica (HIE)”; “Terapia intensiva neonatale”; “Metodi di raffreddamento”; “Assistenza infermieristica”; “Asfissia perinatale”; “Morte”; “Disabilità”.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/38210