Background: Venous sampling has always been a part of nursing practice and is a routine procedure in any hospital or non-hospital setting. It is a single use procedure and a needle cannot be used more than once. The consequences of this procedure can be pain, fear, discomfort for a patient who has to undergo a venous sampling procedure several times. Precisely for this reason it was decided, when multiple close-up venous blood samplings are expected, to use the Peripheral Venous Catheter as a replacement device to the classic venous sampling, since this can remain in place and create less anxiety and pain for patients perhaps with debilitating pathologies. Objectives and research question: use of the peripheral venous catheter as an alternative to classical venipuncture Materials and Methods: The search type is a literature review using databases such as Pubmed, Cinhal. Results: The peripheral venous catheter can be used as a collection method by applying a protocol for reducing the hemolysis of the sample, it should be used as a collection method preferably for new insertion and should not be used for tests such as blood gas, potassium and bicarbonates as the results may be out of the allowable ranges. It is preferable not to extend the duration of the tourniquet for more than a minute and to use vacuum suction methods because it could increase the risk of hemolysis. All biochemical and hematology tests were consistent with samples taken by venipuncture, except for potassium, bicarbonates, blood gases. There was a significant reduction in pain and anxiety with the withdrawal from a peripheral venous catheter, especially if in conjunction with the use of vaporizing sprays, topical lidocaine and 0.9% bacteriostatic sodium chloride. As for the possible blood contamination related to the use of the peripheral venous catheter, the data are conflicting. Conclusions: peripheral venous sampling can represent a valid alternative to discomfort caused by repeated venipuncture, however, within the protocols that define this technique of sampling and blood chemistry. The issue of blood contamination should be investigated and a protocol applied to prevent possible hemolysis of the sample

Background: il prelievo venoso ha sempre fatto parte della pratica infermieristica ed è una procedura di routine in qualsiasi ambiente ospedaliero e non. Essa è una procedura a singolo utilizzo e un ago non può essere utilizzato più di una volta. Le conseguenze di questa procedura possono essere dolore, paura, discomfort per un paziente che debba sottoporsi più volte ad una procedura di prelievo venoso. Proprio per questo si è pensato, quando si prevedono prelievi ematici venosi multipli ravvicinati, di utilizzare il Catetere Venoso Periferico come device sostitutivo al classico prelievo venoso, dato che questo può rimanere in sede e creare meno ansia e dolore per pazienti magari con patologie debilitanti. Obiettivi e quesito di ricerca: utilizzo del catetere venoso periferico come alternativa alla venipuntura classica Materiali e metodi: il tipo di ricerca è una revisione della letteratura utilizzando banche dati come Pubmed, Cinhal. Risultati: il catetere venoso periferico si può utilizzare come metodo di prelievo applicando un protocollo per la riduzione dell’emolisi del campione, dovrebbe essere utilizzato come metodo di prelievo preferibilmente a nuovo inserimento e non dovrebbe essere utilizzato per esami come gas sanguigni, potassio e bicarbonati in quanto i risultati potrebbero essere fuori dai range consentiti. E’ preferibile non prolungare la durata del laccio emostatico per più di un minuto e utilizzare metodi di aspirazione a vuoto perché potrebbe aumentare il rischio di emolisi. Tutti gli esami biochimici e di ematologia sono risultati coerenti con campioni prelevati da venipuntura, tranne appunto per potassio, bicarbonati, gas sanguigni. Ce stata una notevole riduzione del dolore e ansia con il prelievo da catetere venoso periferico soprattutto se in concomitanza con l’uso di spray vapocoolanti, lidocaina uso topico e sodio cloruro batteriostatico allo 0.9%. Per quanto riguarda la possibile contaminazione sanguigna correlata all’uso del catetere venoso periferico i dati sono discordanti. Conclusioni: il prelievo venoso periferico può rappresentare una valida alternativa al discomfort causato da ripetute venipunture, all’interno però di protocolli che definiscono tale tecnica di prelievo ed esami ematochimici. Si dovrebbe approfondire la questione riguardante la contaminazione sanguigna e applicare un protocollo per prevenire eventuale emolisi del campione

Il prelievo da catetere venoso periferico come alternativa al prelievo ematico tradizionale: revisione della letteratura

DEGAUDENZ, GIORGIA
2021/2022

Abstract

Background: Venous sampling has always been a part of nursing practice and is a routine procedure in any hospital or non-hospital setting. It is a single use procedure and a needle cannot be used more than once. The consequences of this procedure can be pain, fear, discomfort for a patient who has to undergo a venous sampling procedure several times. Precisely for this reason it was decided, when multiple close-up venous blood samplings are expected, to use the Peripheral Venous Catheter as a replacement device to the classic venous sampling, since this can remain in place and create less anxiety and pain for patients perhaps with debilitating pathologies. Objectives and research question: use of the peripheral venous catheter as an alternative to classical venipuncture Materials and Methods: The search type is a literature review using databases such as Pubmed, Cinhal. Results: The peripheral venous catheter can be used as a collection method by applying a protocol for reducing the hemolysis of the sample, it should be used as a collection method preferably for new insertion and should not be used for tests such as blood gas, potassium and bicarbonates as the results may be out of the allowable ranges. It is preferable not to extend the duration of the tourniquet for more than a minute and to use vacuum suction methods because it could increase the risk of hemolysis. All biochemical and hematology tests were consistent with samples taken by venipuncture, except for potassium, bicarbonates, blood gases. There was a significant reduction in pain and anxiety with the withdrawal from a peripheral venous catheter, especially if in conjunction with the use of vaporizing sprays, topical lidocaine and 0.9% bacteriostatic sodium chloride. As for the possible blood contamination related to the use of the peripheral venous catheter, the data are conflicting. Conclusions: peripheral venous sampling can represent a valid alternative to discomfort caused by repeated venipuncture, however, within the protocols that define this technique of sampling and blood chemistry. The issue of blood contamination should be investigated and a protocol applied to prevent possible hemolysis of the sample
2021
The blood sampling from peripheral venous catheter as alternative to traditional blood sampling: literature review
Background: il prelievo venoso ha sempre fatto parte della pratica infermieristica ed è una procedura di routine in qualsiasi ambiente ospedaliero e non. Essa è una procedura a singolo utilizzo e un ago non può essere utilizzato più di una volta. Le conseguenze di questa procedura possono essere dolore, paura, discomfort per un paziente che debba sottoporsi più volte ad una procedura di prelievo venoso. Proprio per questo si è pensato, quando si prevedono prelievi ematici venosi multipli ravvicinati, di utilizzare il Catetere Venoso Periferico come device sostitutivo al classico prelievo venoso, dato che questo può rimanere in sede e creare meno ansia e dolore per pazienti magari con patologie debilitanti. Obiettivi e quesito di ricerca: utilizzo del catetere venoso periferico come alternativa alla venipuntura classica Materiali e metodi: il tipo di ricerca è una revisione della letteratura utilizzando banche dati come Pubmed, Cinhal. Risultati: il catetere venoso periferico si può utilizzare come metodo di prelievo applicando un protocollo per la riduzione dell’emolisi del campione, dovrebbe essere utilizzato come metodo di prelievo preferibilmente a nuovo inserimento e non dovrebbe essere utilizzato per esami come gas sanguigni, potassio e bicarbonati in quanto i risultati potrebbero essere fuori dai range consentiti. E’ preferibile non prolungare la durata del laccio emostatico per più di un minuto e utilizzare metodi di aspirazione a vuoto perché potrebbe aumentare il rischio di emolisi. Tutti gli esami biochimici e di ematologia sono risultati coerenti con campioni prelevati da venipuntura, tranne appunto per potassio, bicarbonati, gas sanguigni. Ce stata una notevole riduzione del dolore e ansia con il prelievo da catetere venoso periferico soprattutto se in concomitanza con l’uso di spray vapocoolanti, lidocaina uso topico e sodio cloruro batteriostatico allo 0.9%. Per quanto riguarda la possibile contaminazione sanguigna correlata all’uso del catetere venoso periferico i dati sono discordanti. Conclusioni: il prelievo venoso periferico può rappresentare una valida alternativa al discomfort causato da ripetute venipunture, all’interno però di protocolli che definiscono tale tecnica di prelievo ed esami ematochimici. Si dovrebbe approfondire la questione riguardante la contaminazione sanguigna e applicare un protocollo per prevenire eventuale emolisi del campione
Prelievo
cvp
prelievo ematico
tradizionale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/38223