,Abstract: Fenomeno In ambito sanitario ed assistenziale la relazione, assunta come strumento principe di molte azioni, attraversa buona parte del lavoro quotidiano, tuttavia sembra essere un elemento scontato, a cui non si presta attenzione. Il tempo di relazione è tempo di cura; numerosi studi neuroscientifici stanno dimostrando la correlazione tra il contesto, all’interno del quale avviene il processo di cura, e il conseguente esito clinico-assistenziale. Obiettivo Mettere in evidenza l’effetto che una relazione, instauratasi tra professionista sanitario e il suo assistito, di tipo positivo o negativo, può avere sull’esito clinico-assistenziale. Sono stati considerati i seguenti quesiti di ricerca: -cosa implica comunicare? - come viene percepito dagli assistiti? -e se le parole sono state incisive, il tutto va ad influire sull’esito clinico-assistenziale? Infine : le parole possono provocare dolore? Metodo È stata condotta una revisione sistematica della letteratura utilizzando il motore di ricerca medico-scientifico “Pubmed”. Gli articoli sono stati selezionati in base all’aderenza ai quesiti di ricerca inquadrati inizialmente in quanto hanno permesso una maggiore affinità rispetto all’obiettivo principale di questa revisione. Si è utilizzato inoltre il testo he Brain science: The neuroscience behind the Doctor-Patient Relationship. (2010) di F.Benedetti come riferimento per reperire parte della letteratura.Sono stati analizzati principalmente studi clinici, ma anche diverse revisioni sistematiche. Risultati Questa revisione ha considerato 27 studi che delineano ed indagano elementi specifici della comunicazione efficace/inefficace nei contesti di cura ed i suoi esiti per gli assistiti. Successivamente è stato inquadrato il significato del termine placebo, per poterne comprendere il potenziale. Prese in considerazione tutte le domande di foreground e selezionando gli studi più affini all’obiettivo di questa revisione sistematica, questi hanno descritto il fisiologico bisogno di interagire per poter mantenere uno stato di salute e benessere; indicando le suggestioni verbali positive e negative come elemento incisivo per ricercare il risultato clinico desiderato.I risultati hanno messo in evidenza l’interazione empatica clinica ed educativa ed suoi effetti, l’effetto placebo e il network neurologico attivato dalle parole e le parole che provocano dolore studiati con il contributo delle neuroscienze attraverso la risonanza magnetica funzionale (fMRI) e i fattori psico-biologici delle parole usate per provocare effetti placebo e nocebo, che di conseguenza vanno ad incidere sull’esito clinico-assistenziale. Infatti, attraverso l’induzione di aspettative, suggestioni verbali positive o negative, quando si prova dolore si va ad attivare una risposta placebo. I risultati forniscono informazioni per aumentare il potenziale terapeutico delle parole. Le suggestioni verbali non sono la cura, ma possono migliorare la qualità della vita andando ad incidere sull’esito atteso. Conclusioni I risultati della revisione evidenziano come l’effetto delle parole, qualsiasi esse siano positive o negative, all’interno di un’interazione che ha luogo in un contesto di cura e di ricerca scientifica, provocano dei cambiamenti riscontrabili sia a livello biologico che a livello psicologico.
PAROLE CHE TOCCANO Il ruolo dei fattori psicobiologici negli esiti terapeutici: revisione sistematica della letteratura
LIZAN, CARLA TEODORA
2021/2022
Abstract
,Abstract: Fenomeno In ambito sanitario ed assistenziale la relazione, assunta come strumento principe di molte azioni, attraversa buona parte del lavoro quotidiano, tuttavia sembra essere un elemento scontato, a cui non si presta attenzione. Il tempo di relazione è tempo di cura; numerosi studi neuroscientifici stanno dimostrando la correlazione tra il contesto, all’interno del quale avviene il processo di cura, e il conseguente esito clinico-assistenziale. Obiettivo Mettere in evidenza l’effetto che una relazione, instauratasi tra professionista sanitario e il suo assistito, di tipo positivo o negativo, può avere sull’esito clinico-assistenziale. Sono stati considerati i seguenti quesiti di ricerca: -cosa implica comunicare? - come viene percepito dagli assistiti? -e se le parole sono state incisive, il tutto va ad influire sull’esito clinico-assistenziale? Infine : le parole possono provocare dolore? Metodo È stata condotta una revisione sistematica della letteratura utilizzando il motore di ricerca medico-scientifico “Pubmed”. Gli articoli sono stati selezionati in base all’aderenza ai quesiti di ricerca inquadrati inizialmente in quanto hanno permesso una maggiore affinità rispetto all’obiettivo principale di questa revisione. Si è utilizzato inoltre il testo he Brain science: The neuroscience behind the Doctor-Patient Relationship. (2010) di F.Benedetti come riferimento per reperire parte della letteratura.Sono stati analizzati principalmente studi clinici, ma anche diverse revisioni sistematiche. Risultati Questa revisione ha considerato 27 studi che delineano ed indagano elementi specifici della comunicazione efficace/inefficace nei contesti di cura ed i suoi esiti per gli assistiti. Successivamente è stato inquadrato il significato del termine placebo, per poterne comprendere il potenziale. Prese in considerazione tutte le domande di foreground e selezionando gli studi più affini all’obiettivo di questa revisione sistematica, questi hanno descritto il fisiologico bisogno di interagire per poter mantenere uno stato di salute e benessere; indicando le suggestioni verbali positive e negative come elemento incisivo per ricercare il risultato clinico desiderato.I risultati hanno messo in evidenza l’interazione empatica clinica ed educativa ed suoi effetti, l’effetto placebo e il network neurologico attivato dalle parole e le parole che provocano dolore studiati con il contributo delle neuroscienze attraverso la risonanza magnetica funzionale (fMRI) e i fattori psico-biologici delle parole usate per provocare effetti placebo e nocebo, che di conseguenza vanno ad incidere sull’esito clinico-assistenziale. Infatti, attraverso l’induzione di aspettative, suggestioni verbali positive o negative, quando si prova dolore si va ad attivare una risposta placebo. I risultati forniscono informazioni per aumentare il potenziale terapeutico delle parole. Le suggestioni verbali non sono la cura, ma possono migliorare la qualità della vita andando ad incidere sull’esito atteso. Conclusioni I risultati della revisione evidenziano come l’effetto delle parole, qualsiasi esse siano positive o negative, all’interno di un’interazione che ha luogo in un contesto di cura e di ricerca scientifica, provocano dei cambiamenti riscontrabili sia a livello biologico che a livello psicologico.File | Dimensione | Formato | |
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