BACKGROUND: L’esperienza del burnout nelle professioni d’aiuto è un fenomeno diventato oggetto di studio per molti ricercatori, ciò per l’importante diffusione e per le ripercussioni negative sul singolo lavoratore, sull’intera organizzazione e sull’assistenza al paziente. L’intelligenza emotiva è una risorsa personale decisiva nel processo di sviluppo del burnout in quanto agente mitigatore di impulsi stressanti in grado di tutelare l’infermiere dall’esaurimento professionale. Lo scopo della revisione effettuata è quello di analizzare le modalità con cui l’intelligenza emotiva diminuisce il rischio di burnout tra gli infermieri. METODI: ricerca di articoli scientifici tramite banca dati Pubmed e Google Scholar con finestra temporale 2000-2022. Gli articoli sono stati trovati tramite l’utilizzo di parole chiave unite dall’ operatore booleano ‘’AND’’. RISULTATI: maggiore è il livello di intelligenza emotiva tanto meno il professionista andrà incontro a burnout. Sviluppandosi con l’esperienza, tramite il bilanciamento di attenzione, chiarezza e riparazione emotiva, proprie componenti, l’intelligenza emotiva rende un individuo in grado di affrontare in modo efficace i fattori psicosociali potenzialmente stressanti all’interno del luogo di lavoro. In particolar modo tra i 3 elementi che la caratterizzano sono la chiarezza e la riparazione emotiva a proteggere l’infermiere da eventi stressanti, in quanto la prima è fonte della risoluzione della causa dei fattori di rischio e la seconda è fonte di rapporti interpersonali positivi con pazienti, caregivers e colleghi strutturati su base empatica dell’infermiere. Inoltre grazie alla regolazione delle emozioni, in particolare di quelle negative e all’espressione emotiva intesa come condivisione di stati interiori di disagio emotivo, le modalità di azione dell’intelligenza emotiva nella riduzione dei fattori di rischio del burnout vengono potenziate. CONCLUSIONE: Essendo una risorsa, l’intelligenza emotiva, deve essere potenziata tramite attività che ne determinano uno sviluppo, sia nella sfera formativa che lavorativa. Rispetto al grado di sviluppo di intelligenza emotiva che l’università raggiunge, quello raggiunto dall’organizzazione sanitaria dove l’infermiere svolge la professione, necessita di essere implementato. Necessario è trovare strategie affinchè ciò avvenga, focalizzando l’attenzione su una migliore gestione delle risorse costituenti il Sistema Sanitario Nazionale e un migliore impiego del tempo. KEY WORDS: Emotional Intelligence, Burnout, Nursing.
Il ruolo moderatore dell'intelligenza emotiva nella sindrome da burnout in infermieristica
MION, SAMANTHA
2021/2022
Abstract
BACKGROUND: L’esperienza del burnout nelle professioni d’aiuto è un fenomeno diventato oggetto di studio per molti ricercatori, ciò per l’importante diffusione e per le ripercussioni negative sul singolo lavoratore, sull’intera organizzazione e sull’assistenza al paziente. L’intelligenza emotiva è una risorsa personale decisiva nel processo di sviluppo del burnout in quanto agente mitigatore di impulsi stressanti in grado di tutelare l’infermiere dall’esaurimento professionale. Lo scopo della revisione effettuata è quello di analizzare le modalità con cui l’intelligenza emotiva diminuisce il rischio di burnout tra gli infermieri. METODI: ricerca di articoli scientifici tramite banca dati Pubmed e Google Scholar con finestra temporale 2000-2022. Gli articoli sono stati trovati tramite l’utilizzo di parole chiave unite dall’ operatore booleano ‘’AND’’. RISULTATI: maggiore è il livello di intelligenza emotiva tanto meno il professionista andrà incontro a burnout. Sviluppandosi con l’esperienza, tramite il bilanciamento di attenzione, chiarezza e riparazione emotiva, proprie componenti, l’intelligenza emotiva rende un individuo in grado di affrontare in modo efficace i fattori psicosociali potenzialmente stressanti all’interno del luogo di lavoro. In particolar modo tra i 3 elementi che la caratterizzano sono la chiarezza e la riparazione emotiva a proteggere l’infermiere da eventi stressanti, in quanto la prima è fonte della risoluzione della causa dei fattori di rischio e la seconda è fonte di rapporti interpersonali positivi con pazienti, caregivers e colleghi strutturati su base empatica dell’infermiere. Inoltre grazie alla regolazione delle emozioni, in particolare di quelle negative e all’espressione emotiva intesa come condivisione di stati interiori di disagio emotivo, le modalità di azione dell’intelligenza emotiva nella riduzione dei fattori di rischio del burnout vengono potenziate. CONCLUSIONE: Essendo una risorsa, l’intelligenza emotiva, deve essere potenziata tramite attività che ne determinano uno sviluppo, sia nella sfera formativa che lavorativa. Rispetto al grado di sviluppo di intelligenza emotiva che l’università raggiunge, quello raggiunto dall’organizzazione sanitaria dove l’infermiere svolge la professione, necessita di essere implementato. Necessario è trovare strategie affinchè ciò avvenga, focalizzando l’attenzione su una migliore gestione delle risorse costituenti il Sistema Sanitario Nazionale e un migliore impiego del tempo. KEY WORDS: Emotional Intelligence, Burnout, Nursing.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/38241