Introduzione: la Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno (OSAS) è un disturbo respiratorio nel sonno presente nel 7% della popolazione generale, ma con prevalenze superiori nel sesso maschile e al crescere dell’indice di massa corporea e dell’età. La polisonnografia (PSG) è attualmente il "gold standard" per la diagnosi della patologia, ma l’elevato costo, l’impiego di tempo, attrezzature e personale specializzato non permette una risposta sempre pronta a quella che è la richiesta. Date queste premesse risulta evidente quindi che l’identificazione di una metodica, come la pulsossimetria notturna, in grado di effettuare uno screening sulla popolazione permetterebbe di selezionare meglio i soggetti ed i tempi in cui eseguire la polisonnografia di I, II o III livello. Materiali e Metodi: l’analisi è stata condotta su un gruppo di pazienti afferiti presso il Centro di Medicina del Sonno dell’Ospedale Sacro Cuore – Don Calabria (Negrar - VR) nel 2019, per sospetta OSAS. I soggetti hanno eseguito pulsossimetria notturna domiciliare (Pulsox 300-i), visita neurologica con medico esperto di medicina del sonno e polisonnografia domiciliare di III livello (Somte PSG V2). Gli esami strumentali sono stati condotti in un lasso di tempo tra 0 e 6 mesi. I parametri confrontati sono stati l’indice orario di desaturazione ossiemoglobinica (ODI) al 3% e 4% ed il tempo con saturazione inferiore al 90% (T90), calcolati con analisi automatica dei dati del pulsossimetro, rispetto all’indice orario di apnea-ipopnea (AHIa) calcolato con analisi manuale in corso di polisonnografia. Risultati: sono stati inclusi 94 soggetti; 70 erano uomini (74,5%); l'età media di 58,9 ± 13,9 anni; l'indice di massa corporea di 29,6 ± 5,6 e l'AHIa di 30,1 ± 24,8/h. È stata osservata una correlazione tra l'AHIa dicotomizzato a 15 (AHIa ≤ 15 e AHIa > 15) e le variabili ossimetriche, in particolare ODI3 (Exp(B)=1,237; p < 0,001). Con la costruzione della curva ROC è stato determinato il valore di ODI3= 12,24 come cut-off ottimale associato ad AHIa dicotomizzato a 15. Ne risulta un’area sotto la curva (AUC)=0,915 (95% intervallo di confidenza (CI) 0,855–0,976), con una sensibilità dell’87% e specificità dell’84%. L’ODI3 ha un valore predittivo positivo del 91,5% nei soggetti con AHIa > 15. Conclusioni: la pulssossimetria notturna si dimostra una valida metodica capace di predire i soggetti con AHI di grado moderato e severo. La variabile ODI3 risulta essere il miglior indice capace di effettuare uno screening sulla popolazione studiata con un valore di cut-off pari a 12,24.
Utilizzo e validità della pulsossimetria notturna nei soggetti con sospetta Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno.
NUCIBELLA, ALICE
2021/2022
Abstract
Introduzione: la Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno (OSAS) è un disturbo respiratorio nel sonno presente nel 7% della popolazione generale, ma con prevalenze superiori nel sesso maschile e al crescere dell’indice di massa corporea e dell’età. La polisonnografia (PSG) è attualmente il "gold standard" per la diagnosi della patologia, ma l’elevato costo, l’impiego di tempo, attrezzature e personale specializzato non permette una risposta sempre pronta a quella che è la richiesta. Date queste premesse risulta evidente quindi che l’identificazione di una metodica, come la pulsossimetria notturna, in grado di effettuare uno screening sulla popolazione permetterebbe di selezionare meglio i soggetti ed i tempi in cui eseguire la polisonnografia di I, II o III livello. Materiali e Metodi: l’analisi è stata condotta su un gruppo di pazienti afferiti presso il Centro di Medicina del Sonno dell’Ospedale Sacro Cuore – Don Calabria (Negrar - VR) nel 2019, per sospetta OSAS. I soggetti hanno eseguito pulsossimetria notturna domiciliare (Pulsox 300-i), visita neurologica con medico esperto di medicina del sonno e polisonnografia domiciliare di III livello (Somte PSG V2). Gli esami strumentali sono stati condotti in un lasso di tempo tra 0 e 6 mesi. I parametri confrontati sono stati l’indice orario di desaturazione ossiemoglobinica (ODI) al 3% e 4% ed il tempo con saturazione inferiore al 90% (T90), calcolati con analisi automatica dei dati del pulsossimetro, rispetto all’indice orario di apnea-ipopnea (AHIa) calcolato con analisi manuale in corso di polisonnografia. Risultati: sono stati inclusi 94 soggetti; 70 erano uomini (74,5%); l'età media di 58,9 ± 13,9 anni; l'indice di massa corporea di 29,6 ± 5,6 e l'AHIa di 30,1 ± 24,8/h. È stata osservata una correlazione tra l'AHIa dicotomizzato a 15 (AHIa ≤ 15 e AHIa > 15) e le variabili ossimetriche, in particolare ODI3 (Exp(B)=1,237; p < 0,001). Con la costruzione della curva ROC è stato determinato il valore di ODI3= 12,24 come cut-off ottimale associato ad AHIa dicotomizzato a 15. Ne risulta un’area sotto la curva (AUC)=0,915 (95% intervallo di confidenza (CI) 0,855–0,976), con una sensibilità dell’87% e specificità dell’84%. L’ODI3 ha un valore predittivo positivo del 91,5% nei soggetti con AHIa > 15. Conclusioni: la pulssossimetria notturna si dimostra una valida metodica capace di predire i soggetti con AHI di grado moderato e severo. La variabile ODI3 risulta essere il miglior indice capace di effettuare uno screening sulla popolazione studiata con un valore di cut-off pari a 12,24.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/38310