BACKGROUND L’affascinante e straordinario fenomeno della tecnologia unito alle conoscenze sviluppate negli ultimi decenni hanno profondamente condizionato le modalità assistenziali messe in pratica in ambienti sanitari, talvolta in modo completamente radicale. La realtà della gravidanza e in generale del percorso nascita sono sicuramente tra le più influenzate da questo progresso scientifico, permettendo metodi diagnostici e operativo-assistenziali all’avanguardia e futuristici. Se da un lato questo processo risulta assolutamente positivo, avendo permesso maggiori garanzie e sicurezze per la diade madre e neonato, dall’altro getta numerose ombre circa la gestione della gravidanza sempre più medicalizzata e controllata, non attenta alle esigenze della donna e della famiglia, lontana dalla visione olistica raccomandata dall’OMS stessa. Si arriva a considerare il periodo di gestazione non più come qualcosa di naturale ma come una patologia che di conseguenza va strettamente tenuta sotto controllo, spesso con interventi non necessari se non persino dannosi. Le linee guida internazionali tra le quali oltre l’OMS figurano anche il NICE e l’Istituto Superiore di Sanità, danno indicazioni circa la gestione della gravidanza a basso rischio, raccomandano infatti che le donne vengano prese in carico dall’ostetrica, figura professionale maggiormente adatta alla gestione della fisiologia. Le Midwifery Units si inseriscono in questa realtà estremamente medicalizzata come un’oasi adatta a donne e famiglie che desiderano essere accolte in una realtà protetta e sicura, simile all’ambiente di casa. Si tratta infatti di aree a conduzione esclusivamente ostetrica, dal momento del ricovero alla dimissione, che possono essere di tipo “Alongside”, collocate quindi nel medesimo edificio ospedaliero o strettamente collegato ad esso, o di tipo “Freestanding”, esterne a presidi sanitari. In paesi come l’Inghilterra, in parte minore anche Olanda, Germania e Belgio, sono realtà assistenziali piuttosto diffuse e consolidate, mentre in Italia, Spagna, Grecia, Francia, Portogallo, Austria e nei restanti paesi europei sono realtà molto rare o del tutto assenti. Dopo una panoramica generale su quelle che sono le indicazioni delle linee guida e della legislazione italiana, ci si approfondisce circa gli unici tre punti nascita presenti in Italia. La ricerca prosegue poi con l’obiettivo di dimostrare che le Midwifery Units siano la migliore alternativa per le donne con gravidanza a basso rischio, attenta alle esigenze della famiglia e che si confronta con rispetto e pazienza all’evento nascita, garantendo non solo migliori esiti materno-infantili ma anche un notevole risparmio per la spesa sanitaria pubblica. MATERIALE E METODI E’ stata condotta una revisione sistematica allo scopo di raccogliere e confrontare i principali studi, fornendo una panoramica generale sui più recenti risultati, tutti di alta qualità. L’analisi si estende nell’arco di tempo 2015-2022 ed è stata condotta sulle piattaforme informatiche di raccolta dati PubMed e Cochrane Library, attraverso più stringhe di ricerca. Si è rivelata necessaria la stesura di un PICO, così da facilitare la raccolta degli studi selezionati, in totale 11. Lo scopo principale è stato quello di analizzare non solo gli esiti materni e neonatali dei centri nascita, ma anche il bilancio economico delle unità a conduzione ostetrica. RISULTATI Degli 11 studi selezionati, 5 di questi si occupano di osservare l’aspetto economico e di fare un bilancio circa il risparmio per singolo paziente seguito nel centro nascita. Si tratta soprattutto di studi comparativi, tra i quali troviamo una review e un RCT. In 7 invece si occupano di raccogliere dati sugli outcome materni e neonatali, si tratta di 3 revisioni e 4 studi retrospettivi di coorte.

Alongside Midwifery Units, un modello assistenziale all’avanguardia: revisione della letteratura.

MAIETTI, ALICE
2021/2022

Abstract

BACKGROUND L’affascinante e straordinario fenomeno della tecnologia unito alle conoscenze sviluppate negli ultimi decenni hanno profondamente condizionato le modalità assistenziali messe in pratica in ambienti sanitari, talvolta in modo completamente radicale. La realtà della gravidanza e in generale del percorso nascita sono sicuramente tra le più influenzate da questo progresso scientifico, permettendo metodi diagnostici e operativo-assistenziali all’avanguardia e futuristici. Se da un lato questo processo risulta assolutamente positivo, avendo permesso maggiori garanzie e sicurezze per la diade madre e neonato, dall’altro getta numerose ombre circa la gestione della gravidanza sempre più medicalizzata e controllata, non attenta alle esigenze della donna e della famiglia, lontana dalla visione olistica raccomandata dall’OMS stessa. Si arriva a considerare il periodo di gestazione non più come qualcosa di naturale ma come una patologia che di conseguenza va strettamente tenuta sotto controllo, spesso con interventi non necessari se non persino dannosi. Le linee guida internazionali tra le quali oltre l’OMS figurano anche il NICE e l’Istituto Superiore di Sanità, danno indicazioni circa la gestione della gravidanza a basso rischio, raccomandano infatti che le donne vengano prese in carico dall’ostetrica, figura professionale maggiormente adatta alla gestione della fisiologia. Le Midwifery Units si inseriscono in questa realtà estremamente medicalizzata come un’oasi adatta a donne e famiglie che desiderano essere accolte in una realtà protetta e sicura, simile all’ambiente di casa. Si tratta infatti di aree a conduzione esclusivamente ostetrica, dal momento del ricovero alla dimissione, che possono essere di tipo “Alongside”, collocate quindi nel medesimo edificio ospedaliero o strettamente collegato ad esso, o di tipo “Freestanding”, esterne a presidi sanitari. In paesi come l’Inghilterra, in parte minore anche Olanda, Germania e Belgio, sono realtà assistenziali piuttosto diffuse e consolidate, mentre in Italia, Spagna, Grecia, Francia, Portogallo, Austria e nei restanti paesi europei sono realtà molto rare o del tutto assenti. Dopo una panoramica generale su quelle che sono le indicazioni delle linee guida e della legislazione italiana, ci si approfondisce circa gli unici tre punti nascita presenti in Italia. La ricerca prosegue poi con l’obiettivo di dimostrare che le Midwifery Units siano la migliore alternativa per le donne con gravidanza a basso rischio, attenta alle esigenze della famiglia e che si confronta con rispetto e pazienza all’evento nascita, garantendo non solo migliori esiti materno-infantili ma anche un notevole risparmio per la spesa sanitaria pubblica. MATERIALE E METODI E’ stata condotta una revisione sistematica allo scopo di raccogliere e confrontare i principali studi, fornendo una panoramica generale sui più recenti risultati, tutti di alta qualità. L’analisi si estende nell’arco di tempo 2015-2022 ed è stata condotta sulle piattaforme informatiche di raccolta dati PubMed e Cochrane Library, attraverso più stringhe di ricerca. Si è rivelata necessaria la stesura di un PICO, così da facilitare la raccolta degli studi selezionati, in totale 11. Lo scopo principale è stato quello di analizzare non solo gli esiti materni e neonatali dei centri nascita, ma anche il bilancio economico delle unità a conduzione ostetrica. RISULTATI Degli 11 studi selezionati, 5 di questi si occupano di osservare l’aspetto economico e di fare un bilancio circa il risparmio per singolo paziente seguito nel centro nascita. Si tratta soprattutto di studi comparativi, tra i quali troviamo una review e un RCT. In 7 invece si occupano di raccogliere dati sugli outcome materni e neonatali, si tratta di 3 revisioni e 4 studi retrospettivi di coorte.
2021
Alongside Midwifery Units, a progressive model of care: a systematic review.
Midwifery Units
Alongside
Grav. fisiologica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/38345