Lo scopo di questa tesi è analizzare i profili critici dell’articolo 41-bis dell’ordinamento penitenziario italiano, definito comunemente come il regime “carcere duro”, rispetto alla giurisprudenza elaborata della Corte europea dei diritti dell’uomo. A questo proposito si esaminano le ragioni che hanno orientato l’azione dell’ordinamento italiano verso una misura di tale portata, nello specifico come risposta al crescente fenomeno della criminalità organizzata. In questo contesto di particolare regime carcerario a cui sono sottoposti i detenuti del 41-bis si denunciano delle presunte violazioni di alcuni articoli della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU). In particolare per quanto riguarda gli articoli 3 e 8 della CEDU, in materia di trattamenti inumani o degradanti e in materia di rispetto della vita familiare e al diritto alla corrispondenza. La Corte di Strasburgo è stata più volte chiamata a rispondere in merito alla compatibilità tra il 41-bis e il rispetto degli articoli della CEDU. Nella conclusione si esamina se e come le decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo hanno comportato cambiamenti nell’ordinamento giuridico italiano.
Profili critici dell’articolo 41-bis dell’ordinamento penitenziario italiano nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo
ISEPPI, NAUSICAA
2021/2022
Abstract
Lo scopo di questa tesi è analizzare i profili critici dell’articolo 41-bis dell’ordinamento penitenziario italiano, definito comunemente come il regime “carcere duro”, rispetto alla giurisprudenza elaborata della Corte europea dei diritti dell’uomo. A questo proposito si esaminano le ragioni che hanno orientato l’azione dell’ordinamento italiano verso una misura di tale portata, nello specifico come risposta al crescente fenomeno della criminalità organizzata. In questo contesto di particolare regime carcerario a cui sono sottoposti i detenuti del 41-bis si denunciano delle presunte violazioni di alcuni articoli della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU). In particolare per quanto riguarda gli articoli 3 e 8 della CEDU, in materia di trattamenti inumani o degradanti e in materia di rispetto della vita familiare e al diritto alla corrispondenza. La Corte di Strasburgo è stata più volte chiamata a rispondere in merito alla compatibilità tra il 41-bis e il rispetto degli articoli della CEDU. Nella conclusione si esamina se e come le decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo hanno comportato cambiamenti nell’ordinamento giuridico italiano.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/38577