Il quanto professionisti, gli assistenti sociali godono di una certa autonomia nel lavoro quotidiano con l’utenza, tuttavia il contesto organizzativo entro cui sono inseriti pone loro specifici obiettivi e norme da rispettare, di fatto limitandone lo spazio discrezionale. Scopo di questa tesi è esaminare come il lavoro sociale riesca a mantenere un certo grado di autonomia nonostante i vincoli esterni all’operatore. Per meglio inquadrare la tematica, viene inizialmente definita la discrezionalità secondo la prospettiva teorica della Street-Level Bureaucracy di Michael Lipsky. Lo studioso americano ha svolto un’analisi critica degli apparti burocratici e dei funzionari in essi inseriti, che ha dato avvio ad un ampio dibattito rispetto l’influenza dei vincoli organizzativi sull’autonomia dei professionisti. Inoltre, a partire dagli Anni Ottanta del Novecento, si assiste ad un processo di managerializzazione dei servizi, che ha un forte impatto sulla qualità del lavoro sociale. La letteratura recente si divide: una parte sostiene che l’applicazione delle logiche neoliberiste nei servizi sociali abbia drasticamente ridotto, o addirittura eliminato, lo spazio discrezionale; l’altra che, anche nelle organizzazioni sature di regole, gli assistenti sociali mantengono una significativa libertà nel loro lavoro. La seconda prospettiva è quella sostenuta nel seguente elaborato, per cui gli assistenti sociali usano la loro discrezionalità per adattarsi a vincoli e regole, producendo pratiche informali nel lavoro sul campo. Proprio perchè è il modo in cui i professionisti si relazionano alle regole organizzative ad essere una dimensione chiave della comprensione della discrezionalità, nel terzo capitolo vengono messe a confronto delle ricerche qualitative sull’opinione degli assistenti sociali rispetto alle proprie condizioni di lavoro all’interno di organizzazioni istituzionali.

La professione dell’assistente sociale: tra discrezionalità e vincoli organizzativi

SCARPA, IRENE
2021/2022

Abstract

Il quanto professionisti, gli assistenti sociali godono di una certa autonomia nel lavoro quotidiano con l’utenza, tuttavia il contesto organizzativo entro cui sono inseriti pone loro specifici obiettivi e norme da rispettare, di fatto limitandone lo spazio discrezionale. Scopo di questa tesi è esaminare come il lavoro sociale riesca a mantenere un certo grado di autonomia nonostante i vincoli esterni all’operatore. Per meglio inquadrare la tematica, viene inizialmente definita la discrezionalità secondo la prospettiva teorica della Street-Level Bureaucracy di Michael Lipsky. Lo studioso americano ha svolto un’analisi critica degli apparti burocratici e dei funzionari in essi inseriti, che ha dato avvio ad un ampio dibattito rispetto l’influenza dei vincoli organizzativi sull’autonomia dei professionisti. Inoltre, a partire dagli Anni Ottanta del Novecento, si assiste ad un processo di managerializzazione dei servizi, che ha un forte impatto sulla qualità del lavoro sociale. La letteratura recente si divide: una parte sostiene che l’applicazione delle logiche neoliberiste nei servizi sociali abbia drasticamente ridotto, o addirittura eliminato, lo spazio discrezionale; l’altra che, anche nelle organizzazioni sature di regole, gli assistenti sociali mantengono una significativa libertà nel loro lavoro. La seconda prospettiva è quella sostenuta nel seguente elaborato, per cui gli assistenti sociali usano la loro discrezionalità per adattarsi a vincoli e regole, producendo pratiche informali nel lavoro sul campo. Proprio perchè è il modo in cui i professionisti si relazionano alle regole organizzative ad essere una dimensione chiave della comprensione della discrezionalità, nel terzo capitolo vengono messe a confronto delle ricerche qualitative sull’opinione degli assistenti sociali rispetto alle proprie condizioni di lavoro all’interno di organizzazioni istituzionali.
2021
The social worker profession: between discretion and organizational constraints
Assistente sociale
Discrezionalità
Approccio SLB
Bureaucracy
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/38607